Pio, il singer dei Setwall ci racconta un po’ della sua band e del disco “Up To The Unseen”, da poco uscito per Vacation House Records. La band sta cercando di emergere nella difficile scena italiana e ancor di più dai meandri della desolante (a detta loro) Ferrara, loro città di provenienza.
Vorrei sapere di più sull’origine e sul percorso dei Setwall.
“ Una sera sono andato a trovare Mauri e Cava (batteria e chitarra) che suonavano cover in una sala prove, solita roba italiana, tanto per cominciare. Gli proposi di fare qualche cover dei RATM allora erano tosti come gruppo (1997!) e ce la spassammo di brutto. Tornai a trovarli ancora e dopo poco mi chiesero se avevo intenzione di fare una band con loro e accettai. Il bassista l’abbiamo trovato dopo anni di disperata ricerca grazie ad un annuncio letto per sbaglio e finalmente nel 2001 si sono formati i futuri Setwall.”
Il disco è pregno di rabbia disperata e monolitica. Da dove proviene tutto ciò?
“ Credo che per noi la musica e la sala prove siano l’occasione per sfogarsi e liberarsi dagli stress della vita di tutti i giorni, un modo per urlare in faccia a tutti i nostri problemi e l’occasione per dire senza compromessi ciò che pensiamo.”
Tale rabbia trova sfogo anche nei testi? Di cosa parlate?
“ Non direi solo rabbia diciamo un po’ tutti i sentimenti. I testi si riferiscono in generale a emozioni che si provano in determinate esperienze della vita confrontandosi con gli altri. Si parla di dolore e sofferenza ma anche di profonda amicizia e rispetto. Non ritengo di dover essere l’unico autore dei testi infatti il brano “Up To The Unseen” è stato scritto da una nostra amica altri sono stati scritti dal batterista. Tante persone hanno molto da dire ma non hanno la possibilità o i mezzi di farsi ascoltare io cerco di dargli questa possibilità. Dimenticavo… assolutamente no politics!”
Il metalcore ultimamente sta avendo un grosso revival, e si spaccia per nuovo ciò che i Machine Head facevano già 10 anni fa. Che poi c’è metalcore e metalcore, personalmente non mi piace l’uso massiccio della melodia, soprattutto quando è associato alla velocità. Insomma swedish sound + hardcore non fa per me. Preferisco i patterns groovy, cadenzati e massicci, come è il caso dei Setwall. Che ne pensate?
“ Dopo la caduta rovinosa del nu-metal ora la tendenza è quella lanciata dai Killswitch Engage con gruppi veramente bravi e “pesanti” come i Caliban, Unheart o As I Lay Dying per citarne alcuni, con la differenza che si punta ancora più sullo stacco ritmico con parti melodiche sporadiche quasi assenti, personalmente mi piace molto questa virata molto potente anche se noto qualche richiamo metallaro anni 80 che non condivido molto… questione di gusti. Il nostro disco è un caso a parte, le nuove canzoni, invece, seguono questa nuova tendenza.”
Il sound dei Setwall non è il massimo per quanto riguarda l’originalità. La ricerca dell’originalità quanto vi condizione in fase di songwriting?
“ L’originalità così come il determinare che influenze ci sono nel nostro disco credo siano cose soggettive. Ci siamo sempre ritenuti (con umiltà) abbastanza originali e abbiamo cercato nuove soluzioni. Sono d’accordo che magari può suonare già sentito troppo nu-metal, suoni vecchi ecc.. ma sono conscio del fatto che i pezzi sono stati composti quasi due anni fa; allora ci ispiravamo a Mudvayne, Tool qualcosa dei Pantera. Sono convinto che se fosse uscito allora avrebbe avuto forse più impatto ma i problemi economici sono duri da risolvere. Il songwriting non è mai stato un problema suoniamo quello che ci sentiamo. Poi c’è gente che con tre giri di chitarra e due tempi di batteria ci fa un album intero e ti chiedi che senso ha fare discorsi sull’originalità.”
Fatevi uno spot: perché un ragazzo dovrebbe comprare il vostro disco? E perché no invece?
“ Ritengo sia un buon lavoro, suonato con passione, per carità ha i suoi difettucci e sviste qua e la perché registrato in soli cinque giorni ma appunto per questo credo suoni più “reale” anche se forse ha sonorità un po’ retrò o non è originale a detta di alcuni. Magari vi viene voglia di vederci dal vivo quando si scatena il vero inferno! Non riesco a consigliare di non comprare un disco, a volte si ricevono delle fregature, a volte si scoprono nuovi gruppi. Bisogna investire nella musica “underground”… per quello che costa.”
Se vi chiedo di stilare una lista delle vostre personali fonti di ispirazione, musicali e non, chi è possibile ritrovarci?
“ Io così come Mauri (batteria) ascolto tutti i generi (anche se lui odia il rap e la discodance anni 80) ma rimanendo nel nostro genere direi: attualmente Caliban, As I Lay Dying, Everytime I Die, Poison The Well, Unheart, Dillinger Escare Plan, Dredg, Strata, Still Remains e tanti altri. In passato Slipknot, Tool, Mudvayne, Vex Red, Pantera. Gli altri due, Cava e Simo (chitarra e basso) sono orientati anche verso il metal più classico e virtuoso tipo Dream Theatre, Primus, Steve Vai, Malmsteen, Gilbert e tutti gli altri fenomeni. Simo ha un particolare feticismo per il brutal tipo Morbid Angel e Dying Fetus… i gusti sono gusti.”
Nella scena musicale italiana chi ritenete possa essere un modello cui tendere per i Setwall?
“ Non seguiamo molto la scena italiana ma più che tendere stilisticamente a qualcuno, ci fanno gola le possibilità di suonare in giro per il mondo come fanno tipo i Settlefish, Browbeat o GF93 per citarne alcuni. Stilisticamente credo che solo gli Hangin’ On A Thread, con cui abbiamo condiviso delle date e una buona amicizia, ci abbiano colpito. Sia la prima che la seconda formazione erano un passo avanti rispetto al panorama italiano, idee fuori dal comune.”
La Vacation House Records è un’etichetta abbastanza conosciuta, come siete riusciti ad arrivare a loro?
“ Abbiamo inciso i sette brani, poi finiti nell’album, per farci un promemoria perché cominciavamo ad avere tanti pezzi da parte. Era nudo e crudo, suoni di presa e basta. Mi è venuto lo schizzo di mandarlo a Rudy della VHR che ci ha proposto la sua collaborazione a lavoro finito. Abbiamo pulito, mixato e masterizzato quello che avevamo, Lance di Syncprodz ha curato la grafica e poi via in stampa.”
Che rapporto avete con la dimensione live? Dal vivo cosa riuscite a tirare fuori?
“ La dimensione live è stupenda, la adoro. In Italia è difficile suonare in giro, a Ferrara poi è ancora peggio c’è il monopolio della house e nei locali suonano sempre gli stessi gruppi. Suoniamo molto poco (magari avere una booking agency) e per questo i nostri concerti sono un massacro, non tanto giù dal palco, quanto sul palco. Il tasso di rabbia e “violenza” è molto alto. Si sale con un solo pensiero: demolire chi ti ascolta. Che gli piaccia o no deve uscire dal concerto e dire: cazzo che casino!”
Avete già composto dei pezzi nuovi? Come suoneranno?
“ I pezzi seguono le orme sopraccitate del metalcore, melodia sì ma in dosi minori, ritmiche pesanti, senza respiro, molto spazio al growl e allo scream. Non mancano i pezzi più “tranquilli” ma sono meno malinconici e più decisi. Speriamo di inciderli presto e non dover aspettare due anni! Credo che suoneranno molto “vulgar”!”
Ok, chiudete pure come volete.
“ Se anche solo una persona prova un’ emozione o un sentimento ascoltando una nostra canzone, allora vuol dire che stiamo seguendo la strada giusta.”
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