E’ un’autentica leggenda della sei corde Axel Rudi Pell: prima con gli Steelers e poi da solista, il biondo axe man tedesco ci ha regalato episodi memorabili, autentiche gemme del più classico hard rock figlio di Rainbow e Deep Purple, l’ultima delle quali, “Kings and Queens” (uscito quasi un anno fa) è l’occasione che lo porta per la prima volta in tour in Italia.
Nel backstage del Tradate Iron Fest, teatro di questa sua prima calata nella nostra Penisola, un Axel Rudi Pell visibilmente eccitato per l’imminente show, ha voluto presentarsi all’incontro coi giornalisti in compagnia di tutta la band, segno indelebile dello straordinario affiatamento che lo lega a questi musicisti, cosa ben visibile durante questa chiacchierata, e niente affatto comune per un normale solo artist.
Quello che segue è il resoconto il più possibile esaustivo di un incontro che è stato ben lontano dall’essere una conferenza stampa ufficiale, visto il clima di festa e di allegria che si respirava quel giorno, e considerata la presenza allo stesso tavolo di due istrioni come Jonny Gioeli e Mike Terrana (rispettivamente cantante e batterista della band di Axel), due dei personaggi in assoluto più divertenti e fuori di testa dell’intero mondo metal!
Cercate dunque di non fare i pignoli e di prendere il tutto per quello che è stato, vale a dire un momento di svago in attesa di una delle più belle esibizioni di questo festival! A voi!
Allora Axel, come mai ci sono voluti così tanti anni per vederti in Italia?
Pell: E’ che prima d’ora non avevamo ancora avuto nessuna offerta per suonare degli show nei club qui in Italia, perché il nostro budget non era mai riuscito ad accordarsi col probabile guadagno che ne sarebbe derivato dagli organizzatori…
Come sta andando il tour?
Pell: Il tour sta andando bene, abbiamo suonato uno show ieri, ma credo che fare un festival sia meglio: suoni davanti a più gente, molta della quale non ti conosce, e magari alcuni di loro alla fine del concerto dicono “Hey, questa band mi è piaciuta, compriamo il loro cd”, e così la prossima volta ti viene a vedere nei clubs!
Che cosa ti aspetti in particolare da questo concerto?
Non ho idea, perché questa è in assoluto la mia prima volta in Italia, non ci ho mai suonato né come Axel Rudi Pell né con gli Steelers, la mia prima band, per cui non ho alcuna aspettativa… aspettiamo e vedremo!
A tuo parere, quale è stato il punto più alto e il punto più basso in assoluto della tua carriera?
Pell: In tutta la mia carriera?
Sì, forse è una domanda un po’ difficile…
Gioeli: No, è facile invece, il punto più basso della tua carriera sono stati gli atri cantanti (risate generali)! E il punto più alto è stata la connessione ad Internet nel 1998, perché noi ci siamo incontrati in rete, ricordi?
Pell: Già, proprio così!
Gioeli: Era una chat per singles se non sbaglio…
Concretamente, qual è la tua idea di successo?
Pell: Un disco d’oro in ogni singola nazione! Già, ma credo che sarebbe impossibile, e poi dopo l’oro inizieresti a volere il platino e non saresti mai contento…
Che cosa ne pensi del panorama generale dei guitar heroes attualmente in circolazione?
Pell: Non penso di essere adatto a rispondere a questa domanda, poiché io non mi considero affatto un guitar hero, ma un normale chitarrista! La cosa più importante per me non è scrivere dei bei soli, o anche solo una canzone che abbia dentro un bel solo… la cosa più importante per me è la melodia della canzone, la composizione generale della canzone deve essere molto più importante dello scrivere un bel solo…
Ti dico inoltre che non mi sento di essere un chitarrista molto tecnico, io suono ispirato dalle emozioni che di volta in volta vengono fuori dal mio cuore, non mi sento come certi musicisti che si considerano come dei guitar Gods o quant’altro… qualcuno ha detto una volta che una canzone è una bella canzone quando riesci a ricordarti la melodia, quando questa ti rimane appiccicata in testa: bene, penso che sia proprio questo l’importante, tutto il resto non conta!
Hai un’impostazione molto classica, e qualcuno pensa che questo possa costituire un limite: cosa ne pensi?
Pell: Sono cresciuto ascoltando chitarristi come Ritchie Blackmore, Michael Schenker, Uli John Roth, Jimi Hendrix, ma è stato soprattutto Blackmore che mi ha fatto venire la voglia di diventare un chitarrista, quando l’ho visto per la prima volta in televisione…
Gioeli: (riferendosi ai tecnici dei Pink Cream 69, che preparavano il palco poco prima della loro esibizione) Non potremmo dirgli di andarci un po’ più piano? Zitti! Dai Mike, vai a dirgli di stare zitti! (risate generali)
Jonny, tu canti anche negli Hardline: qual è secondo te la differenza principale tra il pubblico heavy metal e quello più legato all’Aor? Noti anche qualche differenza nel tuo stile e nel tuo approccio vocale, quando canti con una band piuttosto che un’altra?
Gioeli: Sono cresciuto come un cantate metal, ascoltando Black Sabbath e Ronnie James Dio, loro erano le mie bands preferite all’epoca, per cui è stata una cosa perfettamente naturale per me cantare con Axel… e con gli Hardline… beh, non è più difficile, in realtà mi viene naturale anche lì, però il mio cuore è molto di più dalla parte di uno stile vocale più forte, potente, più screaming…
Riguardo al pubblico poi, per me non c’è alcuna differenza, trasmettere potenza al pubblico, e sentire che il pubblico raccoglie questa potenza e te la ritrasmette… è la stessa cosa, per me la cosa più importante è sempre dare il meglio di me stesso per far sì che ogni persona che è lì ad ascoltare possa dire: “Wow!” E il resto non conta, ogni audience è uguale per me da questo punto di vista!
Hai cantato sia Aor che Hard and Heavy, c’è per caso qualche nuova cosa che vorresti fare in futuro per metterti ulteriormente alla prova?
Gioeli: Penso proprio che farò presto un disco country (ride)!
In tedesco o in inglese?
No, credo in spagnolo… potrebbe chiamarsi “Cinco de Mayo”! (risate generali) No, a parte gli scherzi, sono soddisfatto con quello che sto facendo al momento, non desidero di più…
Axel, hai la fortuna di suonare con un autentico fenomeno della batteria come Mike Terrana … hai mai pensato di realizzare un disco maggiormente impostato sul power metal?
(a quel punto Jonny dà di gomito a Terrana, che sembrava abbastanza estraniato dalla conversazione) Hey batterista fenomeno, guarda che stanno parlando di te! (risate)
Pell: Non ne ho idea, perché normalmente non mi siedo a tavolino a scrivere le canzoni, a decidere come dovranno suonare: non mi metto a pensare “Ok, adesso devo scrivere una canzone veloce, poi un’altra canzone veloce, poi una ballad, poi una epic song…” No, non funziona così, normalmente mi viene naturale, dipende dal mood in cui mi trovo al momento di scrivere, per cui potrebbe anche essere che il prossimo disco contenga dieci speed songs, potrebbe anche capitare…
Ma quando componi le canzoni sei comunque legato ai musicisti con cui suoni, pensi alle loro caratteristiche?
Pell: Certamente!
So che sei un grande tifoso della Ferrari: cosa ne pensi del cattivo andamento di quest’anno?
Pell: Oh, penso che sia tutta colpa dei pneumatici, di questi nuovi pneumatici vegetali! Voglio dire, la Ferrari è una delle scuderie più forti del mondo, Schumacher è uno dei piloti migliori in assoluto… sì penso che dipenda dai pneumatici…
C’è differenza per te nello scrivere una ballad o una canzone veloce?
Pell: No, assolutamente no, il processo è identico…
Come componi una canzone di solito?
Pell: Di solito sto seduto nudo in camera da letto! (risate) No, ho sempre questo registratore che porto in giro con me, così che quando mi viene in mente una melodia interessante, la registro immediatamente, oppure, quando sono in casa a jammare e mi viene fuori un bel riff, lo metto immediatamente sul registratore, così com’è, senza effetti, amplificazioni o altro… dopo alcuni mesi, quando ho collezionato un certo numero di queste idee, alcune per una ballad, altre per una speed song e così via, metto tutto insieme e inizio a comporre il disco…
Ronnie James Dio cantava “The future never gonna die”: che cosa puoi dirmi riguardo alle tue aspettative sul futuro, e a quelle che i fans potrebbero avere nei tuoi confronti?
Pell: Non ne ho idea… come ho detto prima, aspettiamo e vediamo!
Pensi di poter mai fare un altro lavoro?
Pell: Un altro lavoro? Beh, potrei essere il prossimo papa! (ride) No, meglio di no, un tedesco è già abbastanza (ride)!
Gioeli: Penso che la cosa più importante e più bella sia quella di esserci sempre, disco dopo disco…
Doernberg: E questo a Dio viene benissimo, se consideri che ha quasi 65 anni… molte persone non riescono ad accettare di poter diventare vecchie, e allora li vedi in giro conciati col make up e cose così… no, penso che la cosa più importante sia quella di essere sempre se stessi, senza correre il rischio di diventare la parodia di se stessi…
Una domanda per Mike…
Gioeli: Mike? Mike svegliati! (risate generali)
Mike: Sì sì, ci sono, dimmi…
Suoni con un sacco di gruppi, hai vari progetti in giro: qual è la difficoltà nell’essere così impegnato? Come fai a farcela?
Terrana: E’ semplice, ho un gran bel calendario! (risate) Sì, ho un grosso pezzo di carta, una penna, e ci scrivo su le cose cercando di far combaciare tutto… certo, a volte succedono dei casini, come quella volta in cui non mi sono accorto di essere già impegnato e ho fissato uno show con Axel che per poco non è saltato… devo dire che in quel momento avevo pensato di farmi clonare (risate)! Già, ma poi non l’ho fatto, altrimenti avremmo avuto due così bei uomini in giro per il pianeta, e sarebbe stato troppo, vero Jonny?
Gioeli: Credo di sì!
Terrana: Grazie Jonny! (ride) Ma quello che più di tutto mi ha fatto desistere dal clonarmi è che non avrei voluto tornare a casa e vedere il mio clone fare sesso con la mia ragazza (risate generali)!
Sì, alla fine l’unica cosa da fare è tenere tutto segnato, cerchiamo di suonare le date con Axel in modo che si alternino con quelle dei Rage, e finora non ci sono stati grossi problemi… e poi in realtà non sono così impegnato come sembra!
Gioeli: Già, l’ho visto il tuo calendario, non fai che dormire! (risate generali)
Terrana: No, in realtà è un calendario di Playboy… guardo le foto sopra e mi dimentico del lavoro… (ride)
Senti Mike, è vero che sei un grande fan di Frank Sinatra?
Terrana: Assolutamente, amo Frank! La ragione credo dipenda dal fatto che, suonando molta musica heavy, mi piace tornare a casa e rilassarmi con la sua musica così tranquilla, con la sua voce così calma… già, penso che potrei stare seduto in poltrona per ore ad ascoltare Frank cantare!
Hai mai provato a suonare le sue canzoni?
Terrana: Sì, ogni tanto ci provo, ma non è affatto semplice come sembra, è uno stile completamente diverso dal metal!
So che ogni tanto fai lezione di batteria ai bambini, che cosa puoi raccontarmi di questa esperienza?
Terrana: Sì, ogni tanto i ragazzini che mi hanno sentito su qualche disco vengono da me per prendere qualche lezione, per imparare qualcosa… sì, è divertente, ma quando non si esercitano è davvero noioso… forse dovrei provare a schiaffeggiarli, no?
Te lo chiedo perché ho due figli che suonano uno la batteria e uno la chitarra…
Terrana: Cavoli, deve essere rumorosa la tua casa! La cosa più importante è che non mandi mai i tuoi figli da Michael Jackson a prendere lezioni di canto! (risate generali) Voglio dire, tutti dicono che sono strano, ma guarda Michael Jackson, quello lì è fottutamente strano! Io non manderei mai i miei figli a Neverland… dovrebbero chiamarla Never come back land”! (risate)
Hai avuto la fortuna di lavorare con due cantanti come Jeff Scott Soto e Jonny Gioeli: con chi dei due senti di esserti trovato meglio?
Pell: Sono tutti e due grandissimi cantanti, dei veri professionisti, ma penso di avere una relazione più forte con Jonny, perché è nella band da più tempo rispetto a quanto non lo sia stato Jeff, siamo diventati amici, esattamente come sono amico di ogni membro di questa band… e quando, di notte, sono spaventato, mi rifugio da Jonny nel suo lettino (risate)…
Nella tua carriera hai sempre lavorato con cantanti provenienti dall’Aor o dall’Hard rock: come mai non hai mai provato un vero e proprio cantante heavy metal?
Pell: Perché penso che non sarebbe la persona giusta per la musica che ho sempre cercato di scrivere…
Doernberg: lo stile con cui Jonny canta con Axel è quello classico dei Rainbow, di Dio, e penso che soprattutto dal vivo questa band abbia molto in comune con acts quali Deep Purple, gli stessi Rainbow, perché jammiamo molto, e ogni show è diverso, non sai mai quello che può succedere…
Verissimo, come difatti la spettacolare esibizione di poche ore dopo avrà modo di dimostrare in pieno…