Il metal non ha più confini. Ce lo conferma la qualità espressa nell’ultimo lavoro di questa death metal band assai originale, proveniente da una nazione ancora tutta da scoprire in quest’ambito: la Repubblica Slovacca. Ne parliamo con il leader dei Thalarion, Juraj Grezdo…
- Prima di tutto, complimenti per il vostro ottimo disco! Per rompere il ghiaccio, puoi brevemente riassumermi la storia del tuo gruppo?
- Intanto, grazie per i complimenti..li apprezzo molto! Dunque, come gruppo siamo nati nel lontano 1990, ed abbiamo prodotto inizialmente quattro demo in cassetta: “Black raven”(’91), “Best art”(’93), “Behind the door of sorrow”(’94) e “Dominion unfound”(’96). Il nostro primo vero album è dello stesso anno e s’intitola “Towards the obscure slumberland”, pubblicato dalla Hallelujja Prod. come lp in cassetta. Invece il primo cd, nostro secondo full-lenght, si chiama “Tales of the wood..thus was written”, ed è la prima vera produzione internazionale grazie all’etichetta danese Mighty Music, che lo ha fatto uscire nel dicembre del 1998. Questo disco è stato accolto molto bene dalla critica metal con recensioni estremamente positive, permettendoci di diventare la formazione di punta della scena Slovacca. Il terzo album è “Four elements mysterium”(2000) sempre per Mighty Music, infine arriviamo al recente “Tunes of despondency”, da noi registrato nel settembre 2001 e pubblicato, a causa di alcuni problemi, soltanto nel novembre di quest’anno ancora per la label danese.
- Quindi siete attivi da più di un decennio, ma “T.O.D.” è soltanto il vostro quarto lavoro completo. Si tratta di una vostra scelta o avete incontrato qualche difficoltà in questi anni?
- Come puoi immaginare è veramente difficile per un gruppo dell’Est Europeo trovare spazio nel mondo del metal, per cui ci è occorso del tempo per farci conoscere. La svolta importante è avvenuta nel ’96 con l’uscita di “Towards…” che, apprezzato dalla critica, ci ha consentito di ottenere una buona notorietà internazionale.
- Il vostro sound incorpora elementi death, gothic e doom. Io vi ho messo in relazione con i Theatre of Tragedy o con i The Gathering in versione più pesante, che ne pensi?
- Penso che ci sentiamo diversi dai gruppi che hai nominato, ed anche da tutte le altre metal bands! Cerchiamo il più possibile di stare fuori dalla grigia massa di formazioni tutte uguali. L’intreccio del nostro stile non è studiato a tavolino, nasce dal fatto che ciascuno di noi ascolta generi musicali differenti ed unendo tutte le nostre conoscenze creiamo una struttura piuttosto originale. Ma questo è meglio che lo valuti da te stesso e ciò vale per ogni ascoltatore. E’ necessario ricercare la propria profonda individualità per comporre musica personale ed ottenere un vero successo. Noi cerchiamo, ad esempio, di integrare due stili opposti di vocals in senso unitario e stiamo esplorando ogni possibilità di usarli per aprire nuovi orizzonti al nostro stile, senza dover seguire nessuna fottuta moda!! Siamo totalmente liberi di esprimere ciò che sentiamo nel modo che vogliamo, ci affidiamo alle nostre emozioni per scrivere le canzoni e rivelare il mistico incantesimo della natura ed il fondamentale dualismo bene/male, bianco/nero, ecc..
- Uno dei vostri punti di forza è il contrasto tra le tue parti vocali death e la splendida, cristallina voce di Nela Horvathova. Come siete giunti a questa scelta stilistica e pensate di proseguire sulla stessa strada anche in futuro?
- Usiamo vocals femminili sin dal nostro debutto ed abbiamo sempre proseguito in questa scelta, perché ci consente di ottenere atmosfere davvero speciali nei nostri albums.Questo è il motivo per il quale Nela ha avuto enorme spazio in “Four elements…” mentre nell’ultimo disco abbiamo limitato il suo contributo come alternativa al mio growl. Purtroppo sono spiacente di dirti che “T.O.D” sarà l’ultimo lavoro con Nela, perché lei non ha più interesse nel nostro tipo di musica. Penso comunque che avremo ancora la sua collaborazione nel prossimo album, solamente in veste di gradita ospite, mentre non sarà presente nei nostri futuri concerti.
- Nei tuoi testi ho colto riferimenti alla mitologia slava, alla natura dei Carpazi, e perfino alla letteratura Est Europea. Sono questi gli argomenti che tratti nelle canzoni?
- Tutte le mie liriche sono a carattere intimista, tristi e depressive, e nascono da esperienze personali. Ci trovi i profondi sentimenti di un uomo che ha perso qualcuno a cui era molto legato e resta per sempre segnato da quest’evento. Chi è passato alla vita eterna e non potrà mai più tornare, costringe una persona a rapportarsi con il fenomeno della morte, il fenomeno che atterrisce ed annichilisce chi la teme e che invece non intimorisce coloro che hanno avuto il coraggio di guardare attraverso il suo velo. L’idea base dei miei testi è raffigurare le sensazioni di intimo dolore che ogni singolo individuo può sperimentare a suo modo. Certamente, come hai detto, trovo anche ispirazione nell’antica cultura e mitologia slava che sta alle radici della mia personalità. Inoltre studio l’importanza dei quattro elementi base come parte essenziale della natura, per questo faccio dei riferimenti ai meravigliosi, incantevoli Carpazi. Io abito molto vicino ai Piccoli Carpazi e ti posso garantire che possiedono una bellezza misteriosa, specialmente se li osservi in una fredda notte invernale. All’interno della nostra mente si nascondono degli archetipi di coscienza collettiva, memorie arcaiche che oggi, nella frenetica vita moderna, pochi sono in grado di sentire ancora. Di questa enorme, grigia massa di persone insignificanti, soltanto pochi eletti ricordano ancora le loro vere origini e sono all’altezza di rispondere alla loro voce interiore.
- Puoi indicarmi le differenze tra “T.O.D.” ed i precedenti lavori? Cosa pensi sia migliorato e cosa può ancora svilupparsi meglio?
- Dunque, senz’altro vi sono piccole differenze, ma solo in termini di atmosfera. Ad esempio abbiamo usato la voce di Nela su larga scala nell’album precedente, perché era necessario per il risultato che volevamo ottenere. “Four elements…” puntava ad essere misterioso e sognante e così è stato. Il suono di “Tunes of…” è invece maggiormente pesante, aggressivo e severo, quindi lei ha avuto molto meno spazio perché le canzoni richiedevano un’altra impostazione. Per la verità eravamo tutti stufi delle parti gotiche. Alcuni componenti del gruppo non hanno mai gradito l’uso di tastiere e delle female-vocals, ma hanno sempre accettato il parere della maggioranza. Ad un certo punto però, abbiamo realizzato che stavamo seguendo la strada sbagliata e siamo tornati alle sonorità del nostro debutto “Towards the..”, che erano molto più veloci e violente che non lente e rilassate.
- Quali sono a tuo parere, i migliori momenti del nuovo disco? Se tu ne avessi la possibilità cambieresti qualcosa di “T.O.D”?
- Mi è impossibile indicarti momenti particolari, perché amo ogni passaggio che ho composto e registrato. Se penso che qualcosa non è adatto, non è riuscito bene, semplicemente lo elimino! Per questo ritengo non vi sia nulla da modificare sul disco, né musicalmente né a livello di testi, perché tutto mi soddisfa completamente.
- L’album, come detto, è stato pubblicato per la Mighty Music, label danese. In Slovacchia non avete avuto possibilità? Com’è il vostro rapporto con l’etichetta, per la quale mi pare dovreste ancora produrre un paio di lavori?
- Riguardo la M.M. siamo abbastanza soddisfatti, perché stanno facendo un buon lavoro. La promozione e la distribuzione sono sufficenti, per cui non posso lamentarmi, anche se le cose possono sempre andare ancora meglio. M.M. è una label di buon livello e noi siamo fieri di farne parte, tenuto conto che attualmente loro preferiscono produrre bands di brutal death, ma ci rispettano molto e ciò è importante. In Slovacchia avevamo ricevuto parecchie offerte interessanti, ma abbiamo preferito la Mighty per via della loro migliore distribuzione internazionale.
- Quali sono le formazioni che vi hanno maggiormente influenzato e quali i vostri gusti musicali?
- La sola cosa che ti posso dire è che siamo influenzati solo da noi stessi, dalla vita stessa. Forse la nostra musica preferita è quella melodica e ambientale. Non abbiamo idoli o gruppi preferiti, ascoltiamo soltanto musica dove c’è qualche idea nuova ed interessante.
- Voi vivete in Slovacchia, una nazione di recente costituzione. Qual è la situazione del metal nel tuo paese? Ci sono molte bands in attività? Esiste interesse da parte dei giovani? Quali gli stili più apprezzati?
- La scena metal Slovacca è in grande espansione negli ultimi anni. Ci sono davvero un sacco di gruppi, riviste specializzate, fanzines, case discografiche, distributori, ma la cooperazione tra i musicisti è una vera merda!! Certo, abbiamo tanti amici tra i vari gruppi, ma l’invidia è sempre più forte del rispetto per chi si sbatte duramente da tanto tempo. Tra le centinaia di formazioni del mio paese ti consiglio per il death metal Depresy, Insepultus, Amorbital, invece per il brutal death Dementor, Typhoid, Phantasma. Poi ci sono formazioni più particolari come i Morgain, che suonano hypno-doom, ed i Galadriel, a metà tra death e doom. Anche bravi ed interessanti Abortion, Lunatic Gods, Protest, Wayd, Sanatorium, Pathology e tanti altri. Direi che gli stili più seguiti qui da noi sono il death metal ed il death-grind, mentre gli altri generi di metal hanno meno successo.
- Avete un’intensa attività live? Ci sono buone occasioni per suonare metal in Slovacchia? Avete in programma qualche tour europeo che tocchi magari anche l’Italia?
- Guarda, noi siamo on stage mediamente almeno due volte al mese! Ci riteniamo un gruppo molto attivo per quanto riguarda i concerti, ma ci esibiamo solo in Slovacchia o nella Repubblica Ceca. Abbiamo svolto centinaia di shows e ti assicuro che sul palco siamo dei killers!! Il gruppo si è rinforzato con l’ingresso di un secondo chitarrista, Michal, che si è unito a noi nel dicembre 2001, quindi le nostre esibizioni adesso sono molto più potenti e complete. Per il momento non abbiamo in progetto nessun tour europeo, ma speriamo di poterlo organizzare il prossimo anno! Ci sono buone possibilità di venire a suonare in Italia, è sufficiente che qualcuno ci paghi il viaggio, qualche birra, e noi siamo già lì !!!
- Una domanda che poniamo a tutti i musicisti: qual è il tuo rapporto con Internet? Pensi sia un buon modo per diffondere la tua musica o un danno per le piccole bands underground?
- Io penso sia un fantastico mezzo per portare la nostra musica ad un grande numero di appassionati in tutto il mondo. Sono più che altro i grandi gruppi ad essere danneggiati quando la gente scarica i loro albums in formato mp.3, mentre per una giovane metal band rappresenta la grande possibilità di presentare la propria musica e di far conoscere la propria proposta direttamente al pubblico interessato. Sicuramente io sono un’accanito sostenitore di Internet, che è il più importante media dell’era moderna.
- Per concludere… indica qualche buona ragione per acquistare il vostro nuovo cd e, se vuoi, manda un saluto ai lettori di www.EUTK.net…da parte mia, grazie per la tua pazienza e disponibilità ed auguri per la tua band!!!
- Io ti ringrazio enormemente per l’intervista, Fabrizio, e ti auguro di vivere a lungo nel segno dell’underground!! (lo spero proprio…)
Per tutti gli amanti della musica d’atmosfera è giunto il tempo della tristezza. La vita reale parte da quello, sia in senso figurato che letterale. Bruciate con il fuoco pagano degli Slavi!! Lasciate che i nipoti del terribile Dio Striborg guidino i vostri passi attraverso le oscure colline dei Carpazi!! Stay dark and metal forever!!!!!!
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