Un simpatico e loquace Olivier Grbavac ci introduce nel mondo dei Fleshcrawl, band tedesca già recensita su queste pagine, dedita al più tradizionalista dei death metal, che fece la fortuna di band quali Dismember ed Entombed. Incominciamo a capire com’è nato "Structures of Death"…
"Structures of Death" nella sua versione normale è formato da 12 canzoni, mentre il digipack contiene una bonus track, la cover di “Rockin’ is my business” dei The Four Horsman.
Incominciammo a scrivere I primi riffs all’inizio del 2006, ma per alcuni problemi personali all’interno del gruppo fummo costretti ad interrompere il nostro processo creativo per diverso tempo. A dire il vero questi problemi non erano realmente così irrisolvibili, il nostro batterista Bash si è dapprima sposato e poi è diventato padre di una bellissima bambina. Nel giugno di quest’anno siamo finalmente entrati in studio, dove abbiamo registrato il nostro nuovo album assieme a Martin Schitt, e a posteriori sono convinto che sia stata un’ottima idea quella di registrare assieme a lui il materiale grezzo. Successivamente siamo volati all’Underground Studio in Svezia, per poter lavorare al miraggio con Pelle Saether, il quale ci ha regalato esattamente il suono dei nostri sogni. Abbiamo creato un album che contiene molti spunti diversi in più rispetto alle vecchie produzioni dei Fleshcrawl, con molti assoli di ottima fattura e persino alcune pareti incise con la chitarra acustica, cosa che non abbiamo mai fatto prima (non c’è che dire, un grosso passo in avanti per noi, che dichiariamo sempre ai quattro venti di non voler cambiare mai hahaha)! Alla fine noi cerchiamo sempre di migliorare la qualità delle nostre canzoni, ogni volta che ci impegniamo a comporre e a registrare un nuovo album.
Solitamenrte come componete le vostre canzoni?
La maggior parte del materiale viene creata dai due chitarristi, Mike Hanus ed io. Anche Bastian Herzog, il nostro batterista, contribuisce con qualche idea. Lui invece scrive praticamente tutti i testi, aiutato dal nostro cantante Sven Gross. Un bel lavoro di squadra direi.
Noi non pianifichiamo mai che tipo di sound dovrà avere il nostro album, quando ne incominciamo uno, ma semplicemente raccogliamo tutte le nosre idee, cercando di collegare i nostri riffs migliori all’interno di una canzone, piazzandoci sopra le nostre lyric death metal. Tutto qui. Non ci appoggiamo a particolari ispirazioni, tutti i riffs scaturiscono dalle nostre menti in maniera fluida e naturale, e noi ci limitiamo ad assemblare il tutto nella maniera più semplice possibile. Usiamo sempre una struttura classica per le nostre canzoni, versetto, refrain, versetto, refrain, bridge, cose semplici, ma cercando sempre di renderle riconoscibili l’una dall’altra.. Nonostante tutto sono convinto che le nostre capacità di songwriter siano decisamente aumentate durante gli anni, abbiamo acquisito una mentalità ed una conoscenza del nostro stile che ci permette di capire velocemente se un passaggio od un giro di chitarra riesce a raffigurare lo stile dei FleshCrawl, abbiamo un controllo di qualità molto efficiente!
Così posso anche dire che “Structures of Death” rappresenta una pietra miliare nella storia della band. Le sue canzoni sono molto varie, sia in velocità che in atmosfera e feeling, ma senza mai lasciare “the path of good old school death metal” (questa espressione è troppo bella per non lasciarla originale… ndYY). Abbiamo aumentato le parti melodiche e, come già detto, introdotto anche delle chitarre acustiche in “Into The File of Hell”.
Voi avete cambiato molti studio per la registrazione dei vostri album. Avete lavorato agli Unisound, agli Abyss, agli Underground. Ora avete deciso di giocare in casa agli “Studio Toninfusion”. Come mai questa decisione?
Beh, con Dan Swano abbiamo lavorato solo una volta perché subito dopo lui chiuse per un po’ la sua attività. Allora registrammo i successivi due album agli Abyss Studio. Ma la nostra continua ricerca di nuove esperienze di studio ci portarono agli Underground Studios di Pelle Saether per altri due sessioni di registrazione. Questa volta abbiamo deciso di lavorare a casa a Ulm, in Germania, dove si trovano i Toninfusion, anche se come già detto il lavoro di mixing e mastering è andato nelle ani di Pelle. Credo che sia importante per la crescita di un gruppo non registrare sempre nello stesso studio. Noi abbiamo bisogno di visitare diversi posti, incontrare nuove persone che possano arricchirci con la loro conoscenza e la loro esperienza. Ovviamente non sono in grado di dirti quale sia lo studio migliore in assoluto. Sono tutti eccellenti e ben equipaggiati. Inoltre non posso certamente confrontare, per esempio, la strumentazione usata all’epoca delle nostre session all’Unisound con lo stato dell’arte digitale attualmente presente nei Toninfusion, ci sono tanti anni di differenza e tanti nuovi strumenti e tecnologie elaborate… Quando lavorammo su “The Impure” tutto il materiale fu registrato in analogico, tranne il master, che fu riversato su un DAT. Successivamente agli Abyss usammo gli ADAT per tutto il materiale. Per la prima volta ai Toninfusion siamo riusciti a trarre vantaggio dal digitale, una magnifica decisione che ci ha resi incredibilmente entusiasti del nostro lavoro.
Due anni fa il vostro vecchio bassista Tobias Schick lasciò il gruppo. E’ stato facile trovare in Nico il suo sostituto? Sentite ancora Tobias qualche volta?
Beh, ci siamo presi due anni per poter trovare la persona giusta per il ruolo di bassista nei Fleshcrawl. Pensa che abbiamo addirittura suonato qualche volta senza bassista haha! Dopo aver provato con tante persona, finalmente abbiamo trovato il nostro uomo in Nico Scheffler. Lo conoscevo già da diverso tempo, ci trovavamo spesso ai concerti e a qualche festa dalle nostre parti cosi sai, una cosa tira l’altra e alla fine eccolo qua. Quando si uni al gruppo, praticamente tutto il nuovo materiale era già pronto, e siccome doveva appena imparare tutte le nostre canzoni abitualmente proposte dal vivo, non ha avuto la possibilità di contribuire al nuovo materiale. Lo potremo considerare un membro effettivo della band quando anche lui proporrà il suo materiale, ogni buona idea è sempre ben accetta.
Per quello che riguarda Tobias, si lo sentiamo ancora e spesso viene ai nostri concerti. Credo che un po’ gli manchi la vecchia vita da palco.
Vuoi suonate death metal ininterrottamente da 20 anni, sempre con lo stesso spirito e voglia di far male. Qual è il vostro segreto?
Oramai posso dire di aver abbastanza esperienza da poter capire come scrivere del materiale che soddisfi completamente i nostri fans, dopo tutti questi anni di onorata carriera. D’altra parte cerchiamo sempre di tenerci estranei ai trends del momento ed evitiamo di infognarci in esperimenti musicali di dubbio gusto ed utilità. Voglio dire che suonare per anni lo stesse cos’è non significa necessariamente renderle noiose. Aggiungo anzi che i Fleshcrawl probabilmente sono un buon esempio di gruppo che riesce a mantenersi interessante riuscendo a variare il proprio sound ma lasciandolo sempre riconoscibile ed ancorato alle vecchie tradizioni. Tutte le nostre canzoni sono forgiate nella stessa fornace di death metal. La maggior parte delle recensioni che abbiamo ricevuto dicono la stessa cosa: “Structures of Death” non annoia mai, dalla prima all’ultima canzone.
Avete già organizzato qualche concerto per il futuro?
Non ancora. Stiamo ancora valutando le proposte che ci sono arrivate, anche se spero di poter andare in tpou quanto prima.
Un saluto finale.
Spero di vederti in tour per una birra assieme haha!
Comunque vogliamo ringraziare tutti i death metal heads del mondo che mantengono vivo lo spirito death! Senza di voi, non ci sarebbe niente. Grazie ancora per il supporto e, mi raccomando, non mancate di fare vostro “Structures of Death”.
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