Nati nel 2000 da un progetto di Gian e Mike Galletto volto ad un percorso musicale personale, i Replosion esordiscono con un demo full lenght molto interessante e ricco di spunti innovativi in cui il melodic prog power alla Symphony X si arricchisce di sonorità prog rock, dolci atmosfere, virtuosismi tecnici mai esasperati ed una riuscita incursione nel puro melodic prog power.
Ecco l'intervista ad una band che crede nella capacità della musica di raggiungere intimamente il cuore delle persone.
Siete una band all'attivo dal 2000, come è cambiato il vostro sound da allora e come hanno inciso i vari cambi di formazione?
Mike.T. : Intanto saluto tutti i lettori di EUTK e ringrazio questa webzine per supportare così la musica italiana emergente e noi REPLOSION. La band nasce 8 anni fa’ da me e mio fratello Gian (batteria e chitarra), e con l’obiettivo di sviluppare un sound nostro. Nelle prime formazioni le influenze erano molto verso il funky e la fusion, beninteso, senza la minima presunzione di far vero e proprio “funk o fusion”: semplicemente, sperimentavamo all’interno di un sound “metal”. Trovammo “il cantante dei Replosion” in Fil, che dava quei toni melodici che noi difficilmente raggiungevamo, che condivideva l’amore per i Queen, che aveva stessi intenti musicali. Qui iniziammo a comporre meno “per sperimentare” e più “per fare canzoni”. Poi con l’ingresso di Gabriele e di Simone (tastierista e bassista) abbiamo sviluppato un songwriting diretto sia al “far musica” sia alla ricerca della la nostra specifica via d’espressione, del nostro suono. Ci troviamo d’accordo sul vedere il progressive come qualcosa che non si esaurisca nel tempo irregolare, o nell’unisono velocissimo insomma negli stereotipi che, alla lunga, stanno condannando lo stesso progressive a diventare “regressive”.
Domanda banale: perchè la scelta del nome Replosion?
L’idea del “Resting Place Of Illusion” nasce da un concetto di psicologia: “un’area che consente uno sviluppo soggettivo ed una vita psichica creativa”. Il nome e il concetto ci suonavano accattivanti e anche molto azzeccati per la musica che avevamo in mente; essendo troppo lungo però lo condensammo in “Replosion”. Usciva anche dai canoni “seriosi, pomposi e autocelebrativi” classici dei gruppi metal, ci suonava “fresco” e musica fresca era ciò che volevamo tentare di fare.
Come definireste il vostro genere e quali sono le principali bands a cui fate riferimento?
Come accennavo di certo ci definiamo “progressive”, ma non nell’accezione che tale termine sembra aver assunto nell’ ultimo decennio: il tempo irregolare, l’esser ostinatamente cervellotici, gli unisoni, la soluzione complessa anche quando ci sta meglio quella semplice…Dal momento in cui il prog. inizia a diventare un “metodo chiuso” di composizione, smette d’esser prog. Circa le band di riferimento si posson fare alcuni nomi su tutti ma non sarebbe indicativo. Di certo non si nega che si debba proprio al successo dei Dream Theater la “riscoperta” di certe sonorità e quindi la nascita di nuovi movimenti “prog.”; di certo però si deve passare dai Queen (gruppo preferito dei 3/5 della band), dalla fusion, dal vero prog degli anni ’70, dal Latin, dalla classica, dal thrash, un po’ di power ecc…
Siete soddisfatti del risultato raggiunto con questo demo, come è stato accolto da chi lo ha ascoltato?
Be’ intanto devo dire che siamo molto contenti delle reazioni alle nostre canzoni anche in ambito live, cosa che recentemente c’ha permesso di passare le selezioni del concorso “Emergenza” e ci farà suonare nei prossimi mesi all’Alcatraz a Milano. In merito ai responsi della critica siamo molto soddisfatti! Le recensioni per ora sono tutte positive e la maggior parte molto lusinghiere. E’ la prima volta che ci sottoponiamo al giudizio esterno e critico delle riviste e webzine: è un sollievo e un’ enorme soddisfazione ricevere complimenti sinceri e persino “meritarsi” un’ intervista dalla più famosa webzine italiana. E’ la seconda intervista che ci viene proposta, questo indica che se non altro il nostro lavoro non lascia indifferenti. Se parliamo della realizzazione del demo, ovviamente, si poteva fare di più, in particolare sul piano dei suoni. Essendo un demo, però, non ci impuntiamo troppo.
La cover cosi' "concettuale" ben si sposa con la profondità dei vostri testi. Da dove avete preso ispirazione per tematiche cosi' differenti in ogni brano e quale canzone pensate rappresenti di più il vostro sound?
I testi di questo demo sono stati scritti principalmente da me e Fil. Per questo le tematiche si differenziano. Fil ha uno stile più rivolto al lato emotivo, la persona e le emozioni sono in primo piano, ci tengo a specificare che le esperienze sentimentali trattate però non sono i classici drammi d’amore…ahahah! Io invece ho scritto testi in cui espongo alcune riflessioni su Dio e l’uomo sotto diversi aspetti e sul rapporto degli uomini tra di loro in base ai valori di questa società. Parlando invece di canzone più rappresentativa direi “Resting Place Of Illusion”, la prima che abbiamo composto, la più “pazzerella” e quella che contiene tutte le nostre principali influenze.
Avete composto altri brani non presenti nel demo o state già lavorando su nuovi pezzi?
Abbiamo fatto molti live promozionali nello scorso anno, concentrandoci molto in prova per curare l’ esecuzione dei brani dal vivo. Per questo motivo abbiamo avuto poco tempo per comporre nuovo materiale. Ora abbiamo voluto rallentare molto coi live per dedicarci nuovamente alla fase compositiva.
In "Push me down" tentate con successo di sconfinare nel melodic power speed, è un genere che pensate possa combinarsi con la proposta ben più tecnica e complessa presente negli altri pezzi del demo?
Ad esser sinceri “Push Me Down” nasce come “spunto ironico”. Anche a nostro parere si discosta col resto del demo. Però volevamo scrivere un pezzo più “semplice” (senza alcuna accezione dispregiativa) degli altri, come per dire ad un ipotetico produttore che sappiamo usare anche “l’arma” espressiva della semplicità. La semplicità è uno strumento espressivo che viene troppo snobbato dal metal ultra-tecnico degli ultimi anni. Spesso si dice che chi fa prog.usi la tecnica per mascherare aridità di idee, che non ha sentimento, che non sa far cose semplici e belle ecc… Era un evidente azzardo all’interno del demo, ma aveva un preciso significato.
Come riuscite a conciliare gli impegni personali e quelli della band?
Il fatto d’essere perennemente sfigati in senso letterale ci aiuta molto!! Ahahah! Scherzi a parte, ci vuole impegno, senza dubbio, ma quando un progetto è serio non pesa e lo si fa senza problemi.
Come sta procedendo l'attività live, riuscite a fare molti concerti nei locali della vostra zona?
L’attività live dell’ultimo anno e mezzo è stata molto soddisfacente, abbiamo avuto modo di girare tra Milano, Bologna, Brescia, Verona, Reggio e Mantova (città di 4/5 del gruppo). La nostra zona offre poco per il nostro genere. Come ripeto, di recente, la più grossa soddisfazione “live” è stato passare ad Emergenza ed andare a suonare all’Alcatraz nei prossimi mesi. Come unico gruppo da 200 km di distanza, aver preso abbastanza voti per passare, contro gruppi ben più “in zona”, c’ha realmente regalato enorme soddisfazione.
E ora lascio lo spazio a voi, oltre a pubblicizzare il vostro sito, fate un saluto personale ai visitatori di Eutk. A presto e buona fortuna.
Prima di tutto voglio nuovamente ringraziare di cuore EUTK che con questa intervista dimostra di credere nella musica italiana e di esserne un attivo promotore. Ringrazio infinitamente chi avesse speso del tempo per conoscere i REPLOSION leggendo quest’intervista, e li invito sul sito www.myspace.com/replosion o sul sito ufficiale www.replosion.com o se volete scambiare opinioni con me personalmente www.myspace.com/mikespacereplosiondrummer .
Grazie ancora, e keep the Illusion alive!!!