Intervista con il Combo De La Muerte!

Sono particolari, originali, divertenti ma anche seri, sono coloro che hanno portano una ventata di Jazz, di sonorità acustiche e per finire ritmi latini all'interno del Metal. Difficile da credere? Allora ascoltare cosa hanno da dirvi quelli del Combo De La Muerte!

Per prima cosa credo proprio sia il caso di dirci come ha preso vita il curioso progetto musicale del Combo De La Muerte, a te la parola.
J.I. :: Hail lettori di EUTK. Il Combo è nato dal nostro un bisogno di suonare del sano Heavy Metal. Nonostante buona parte di noi avesse in passato suonato in gruppi di stampo Metal più o meno pesante o estremo era troppo tempo che avevamo lasciato da parte (parlo di suonare e non di ascoltare) il nostro genere preferito. Tenendo conto di quanto sia vasto il panorama metal avevamo bisogno di trovarci uno spazio ed eccoci qui. Cosa fare per non risultare il solito gruppetto anonimo che si getta nel calderone? Gli cambiamo il vestito. Se tu ti vesti col completo giacca e cravatta sei pronto per la festa elegante, se al posto della giacca metti il chiodo (mantenendo il resto dell'abito) sei pronto per andare a vedere gli Accept. Noi abbiamo preso l'Heavy Metal e lo abbiamo vestito col poncho.

Sono rimasto favorevolmente colpito dagli arrangiamenti acustici delle vostre interpretazioni, mi chiedo quanto tempo avete impiegato per riscrivere letteralmente da capo quei capolavori del Metal e soprattutto con quali criteri li avete scelti?
P.G. :: Criteri pochi, di solito si passa ore a parlare di “quanto spaccherebbe il brano X rifatto in versione voodoo latin jazz” o “ma si fanno i Grim Reaper...”, poi ci si ritrova a suonare e si cambiano i brani tutte le volte, ahahah. Abbiamo un sacco di pezzi quasi finiti di Dark Throne, Venom etc. Per quanto riguarda il tempo che ci vuole a realizzarli a volte ce ne serve parecchio, altre, come nel caso di Higway To Hell, li pensiamo/registriamo in due giorni.

J.I. :: Quando un pezzo ti piace ci lavori volentieri, quindi anche se ci perdi molto tempo non te ne accorgi. Se un pezzo ha un grande riff o una bella linea melodica basta veramente un minimo di fantasia ed il gioco è fatto. Personalmente lavoro così: mi immagino un gruppo che suona il pezzo scelto sopra un palco abbastanza marcio in una qualsiasi atmosfera da tropical bar; quando la musica riesce a rievocare perfettamente l'immagine che ho in testa vuol dire che la canzone con la sua nuova veste funziona. Immaginarsi Tom Araya col pareo mi ha fatto passare un sacco di notti insonni.

J.V. :: Highway To Hell è un caso-limite. Eravamo con l’acqua alla gola e dovevamo chiudere il CD. In generale direi che, una volta trovata l’idea, ci vuole qualche giorno per buttare giù l’ossatura dei brani, più un tempo assolutamente variabile per le singole parti (piano, marimba, chitarre, voci soliste e cori), a seconda di quanti e quali sono gli interventi dei vari membri/ospiti.

Come mai proprio la scelta di una voce femminile? Devo dire che su South Of Heaven degli Slayer fa il suo effetto, positivo.
P.G. :: Di voci ne abbiamo 4 molto diverse, due femminili e due maschili. Di solito prepariamo prima l’arrangiamento e poi vediamo quale voce si sposa meglio con il brano.

J.V. :: Per i brani dei gruppi più pesanti ci piaceva l’idea del “gioco di contrasti”. E infatti gli Slayer (ma anche i Death) sono stati affidati a Luz, che è l’ultima persona al mondo che vedrei su un palco accanto a Tom Araya (o Gene Hoglan, che in effetti mi spaventò non poco quando lo vidi durante il tour di Individual Thought Patterns).

J.I. :: Perchè, su gli altri pezzi non fa un effetto positivo? Scherzo. Le voci femminili sono fondamentali perchè sono una specie di sfida personale. Cosa c'è di più distante dal metal delle voci di Mariposa o di Luz?

Cosa mi dite invece di Pull The Plug dei Death e di Collection By Blood dei Dismember, non deve essere stata una cosa facile, anche perché sembrano pezzi vostri, non è così facile riconoscerle immediatamente, molto personali come interpretazioni.
P.G. :: Su Pull The Plug abbiamo lavorato molto sui riff, i giri di contrabbasso sono praticamente i riff di chitarra suonati con un’ atteggiamento “swing”, mentre la voce è un po’ più libera. Fate caso al solo di chitarra: probabilmente siamo i primi ad aver messo un solo tipicamente death metal in un brano swing!
Collection By Blood, per me che so a memoria l’originale, si riconosce bene: abbiamo rifatto tutti i riff di chitarra con il piano e la melodia è rimasta identica, o forse sono io che la conosco troppo bene, ahahah!

J.I. :: Mi associo con ciò che dice Paco. Ritengo sia molto più distante dall'originale un pezzo come Defender, però sono i punti di vista di chi ci ha lavorato sopra; è la parte più bella di tutto questo lavoro sentire le opinioni da parte di chi ci ascolta. Questa domanda mi ha fatto molto piacere.

J.V. :: Collection By Blood ha presentato meno problemi di quanto si possa pensare. In fin dei conti è uno di quei tipici brani dal flavour Maideniano che Dismember hanno sempre amato inserire nei loro dischi. Se togli la voce risulta orecchiabilissimo anche l’originale. Mi piace, ma preferisco brani più elaborati e più re-interpretati.

Avete mai portato dal vivo questo esperimento? Se si quali sono state le reazioni?
J.I. :: Non ancora live purtroppo. La macchina Combo è un bel "carrozzone" di persone da portare in giro e non è affatto facile soprattuto dal punto di vista organizzativo. Credo comunque che suonare dal vivo sia fondamentale (so che Juan non è d'accordo) soprattuto per me che sono principalmente un chitarrista. Datemi un amplificatore e vi farò godere, giovani signorine! Scherzi a parte, credo che un progetto come il Combo sia abbastanza di rottura quindi prevedo una divisione di pubblico: o ci ami o ci odi. Le vie di mezzo non fanno per noi!

J.V. :: Sì, io sono per un atteggiamento più “Misanthropic Black Metal”: niente live, così il “culto” ed il rispetto crescono. Ed io posso starmene a casa a sentire i Carpathian Forest e bere mojito in santa pace…

Immagino che i vostri gusti musicali spaziano dal Metal estremo al Jazz, quali dei due però vi danno più soddisfazioni nel suonarli?
J.I. :: Il mio sogno è sempre stato una Flying V con una muraglia di amplificatori a disposizione. Sai quando alzando il volume dalla chitarra senti arrivare il ronzio di 35.000 watt? Ti basta come risposta?

J.V. :: Nel mio caso mai suonato jazz. Suonavo la chitarra ritmica nei Tombstone, quindi la scelta è abbastanza ovvia: il metal!

Il Combo De La Muerte che prospettive ha per il futuro? Non penso che farete cover a vita, te lo chiedo perché gli intermezzi vostri che compaiono ogni tanto non sono male.
P.G. :: Al momento stiamo preparando un EP interamente dedicato ai Judas Priest; magari sul prossimo album metteremo uno/due brani originali. Collection By Blood potrebbe essere un buon esempio: si sente benissimo che è un brano Metal, solo che i riff sono fatti da strumenti che di solito non sentiamo nel panorama Metal.
Sicuramente se dovessimo fare brani nostri avranno quantomeno uno spirito Metal. Mi stanno sul cazzo i gruppi che partono facendo cover Metal in maniera originale (non voglio fare nomi) e poi quando si mettono a fare pezzi propri producono cagate Nu-Metal/Alternative.

J.V. :: Guarda, ci penso spesso ma rimango dell’idea che le cover non siano un “male necessario” né un facile ripiego. Mi spiego meglio: non siamo una tribute band in senso stretto, non abbiamo messo su il gruppo per raccattare due date facili nei localini della zona, non siamo dei jukebox ambulanti che risuonano le stesse canzoni nello stesso modo e con gli stessi abiti di scena dei gruppi di riferimento. Abbiamo iniziato questo progetto perché trovavamo stimolante (e divertente, concetto spesso lontano da tanti metallari seriosi e chiusi nel loro mondo autoreferenziale) mettere insieme cose distanti ma che in qualche modo condividevamo. Fondamentalmente fregandocene dei tabù e pensando solo a dove potevamo arrivare con una combinazione di stili opposti al Metal e comunque vari (ci sono mille sottogeneri latini e la dicitura “jazz” è più per il tipo di approccio che abbiamo che per il rispetto dei canoni jazz in sé). Puoi chiamarlo gioco o esperimento, ma il rispetto per gli originali è totale e il modo in cui esce è spontaneo. Se poi non piace è un altro discorso, ma non mi vergogno di fare cover, né mi proietto troppo in avanti per distaccarmene a tutti i costi. Poi tutto può succedere. Domani magari mi sveglio e butto giù qualcosa che sia latin jazz ma con l’attitudine metal. Però pianificarlo sarebbe uccidere la spontaneità che finora mi ha dato molta soddisfazione e mortificare lo spirito inziale del Combo.
Quanto a quello che diceva Paco credo avrai capito di quale gruppo parlava. Aggiungo che ci sono altri artisti che, più o meno scherzosamente, ripropongono classici metal in modo altrettanto bizzarro. Con la differenza che a volte sono personaggi totalmente estranei al metal (mentre noi ci siamo cresciuti), oppure filtrano tutto nell’ottica di un solo genere (esempio: il bluegrass o lo swing), oppure la buttano sul demenziale (cosa che non siamo, e su questo non transigo), oppure coverizzano di tutto un po’ (e anche questo non ci interessa minimamente).

Vi è mai venuto in mente a questo punto di fare pezzi Jazz/Latini/Acustici in versione Metal?
J.I. :: Sì, ci avevamo pensato, ma alla fine non ci piaceva tanto come idea. Credo che il Metal non si fermi solo alle sonorità incazzate ma dietro abbia dei valori sia nei testi che nell'immaginario. Noi siamo qui proprio per cercare di far capire questo. Per farti un esempio non riesco a trovare un'etica metallara nei brani di Tito Puente, anche se aggiungessimo cascate di chitarre o batterie veloci o voci growl non verrebbe fuori lo spirito metallaro in quanto assente. E' lo spirito che ci interessa.

J.V. :: Potrebbe anche essere un buon progetto parallelo, però poi ci chiederebbero “perché non componete pezzi metal vostri?” e mi ritroverei al punto di partenza. Scherzo, ovviamente.

Usciamo un attimo dal discorso prettamente artistico ed entriamo in quello mediatico, mi riferisco a Myspace, ormai tutti sanno che il vostro bacino di utenza si è creato grazie ad esso, ma ora che il disco è nei negozi l’impatto è lo stesso? Insomma Tropical Steel tira bene?
P.G. :: A quanto dicono quelli della nostra etichetta/distribuzione sì, e su MySpace ci sono arrivati molti messaggi di gente che ha comprato il Cd e ne è entusiasta.

J.V. :: Vero. E se anche andasse al di sotto delle aspettative si deve tener conto che il bacino di MySpace è lo specchio digitale dell’industria musicale, vista dalla parte di chi “adda”, “scarica”, “condivide”. Il verbo compra non è tra le priorità della “generazione mp3”.
Se si vuole piazzare un prodotto bisogna quindi andare incontro a queste persone e coltivarsele, far arrivare la musica direttamente a loro, confrontarsi, accettare di stare allo stesso livello, accettare anche che per cento complimenti ricevuti magari solo cinque si trasformeranno in acquisti. Trincerarsi dietro il concetto che “tanto i CD non si vendono più” o che “MySpace è una baggianata” sarebbe arrogante, e da gente che non capisce i cambiamenti e non è disposta a fare qualche sforzo per ottenere il giusto riconoscimento. Se aspetti che sia una casa discografica a fare tutto per te caschi male. Sono passati quei tempi (ammesso che ci siano stati in Italia per i gruppi underground) e bisogna accettarlo, rimboccandosi le maniche invece di lamentarsi.
E’ stato quindi naturale, alla vigilia dell’uscita, dividersi i compiti: noi ci siamo occupati del MySpace e l’etichetta ha fatto ottime cose per quanto riguarda la promozione e la confezione del CD, ad esempio. Essendo ormai necessario dare qualcosa in più del semplice dischetto nel case di plastica abbiamo potuto far uscire Tropical Steel in digipak a tre ante e con il retro del CD nero (molto evil!). E, per tornare a MySpace, i primi fans che ci hanno scritto ed incoraggiato sul sito hanno acconsentito a prendere parte alla Gallery Of Steel: tre pagine del libretto in cui ognuno ha una sua piccola foto, e ce ne sono centinaia. E’ stato un modo simpatico per dire loro “grazie”, ed è anche divertente da vedere, vista la grande varietà di facce che si possono trovare. C’è voluto un po’ per mettere insieme la galleria, ma valeva la pena: è un po’ il diario visivo del nostro ultimo anno e mezzo speso con chi ci dava fiducia e stimoli a fare bene. E’ un regalo anche per noi, insomma.

Anche la produzione mi sembra ottima, chi se ne è occupato?
P.G. :: Grazie mille! Per quanto riguarda le registrazioni ce ne siamo occupati io, Julio e Juan con il nostro Horuba Mobile Studio, il mix/master lo abbiamo fatto allo studio Silence con MacMono.

J.I. :: E' stato un lavoraccio, un anno che avrei potuto spendere a fare il bulletto con le signorine l'ho passato a registrare le marimba, bah... vi odio tutti, maledetto Combo De La Muerte del cavolo.

Meglio la tecnica o l’istinto? Ve lo chiedo perché si sente da lontano che non siete gli ultimi arrivati dietro gli strumenti…
P.G. :: Sicuramente l’istinto! Curiamo tantissimo gli arrangiamenti, ma poi quando si registra siamo più per il feeling tipo buona la prima. Non mi piace quando ascolto i dischi e si sente che le parti sono state corrette al computer o, ancora peggio, che la chitarra è fatta col copia/incolla; purtroppo questa brutta abitudine è entrata anche nel mondo del Metal. Altra cosa che non mi piace delle produzioni recenti è che i gruppi non hanno un proprio sound riconoscibile, tanta produzione e poi i dischi suonano tutti alla stessa maniera. Molto meglio i vecchi dischi dove già da come suonava la chitarra capivi subito di chi si trattava.

J.V. :: …E poi un disco dei primi Kreator o dei Possessed senza errori di batteria io non lo ascolterei! Almeno a quei tempi sapevi che c’erano delle persone dietro agli strumenti, coi loro pregi e i loro limiti. Ti credo che ora i gruppi sembrano tutti bravi e professionali, se il compositore si chiama PC ed il tecnico del suono si chiama ProTools. La tecnologia aiuta ed è oggi a buon mercato, ma il vecchio sano erroraccio mi riconcilia col genere umano. Ascoltando Tropical Steel avrai sentito anche tu che qualcosa qua e là poteva essere migliorato. Credo però che se ti fasci la testa su tutto tanto valga fare un disco completamente in midi e chi s’è visto s’è visto. La tecnica è un concetto da superare, o quantomeno da rivedere. Non a caso è un termine che trovo sempre in bocca ad adolescenti col complesso d’inferiorità da “metallaro vs mondo adulto” e a vecchi fossilizzati su scale dalle quali non riescono più a scendere. Lo ammetto: a 15 anni mi colpiva (come spiegare altrimenti la presenza di un disco di Michael Angelo in casa mia proprio non so). Oggi come oggi se in un gruppo/artista noto per prima la tecnica lo considero un campanello d’allarme: il “come” ha prevalso sul “cosa”, e ciò non è un bene.

J.I. :: Io direi il cuore. So di cavarmela col Theremin o con la chitarra ma so di non essere un guitar hero; però sono al settimo cielo quando in un assolo si riconosce che quelle dita che scorrono sul manico sono le mie. Spesso ci è capitato di lasciare fuori alcune registrazioni (di qualsiasi strumento) perchè fatte anche troppo bene: roba suonata stilisticamente in maniera perfetta, bel suono, bella parte, bella interpretazione, talmente perfette ma vuote di cuore che ti fanno addormentare al terzo ascolto.

C’è qualche band che ti senti di consigliare ai lettori di Eutk.net? Solitamente cosa ascoltate al di fuori della band?
P.G. :: E’ pieno di gruppi underground che spaccano il culo! Ascoltatevi gli Story Of Jade (Horror Metal), i Diarrea (supporto al grindcore!), i Dragonia (Metal). Cercateli su MySpace e ci ringrazierete!

J.I. :: Sono cresciuto e ancora vivo in mezzo ai negozi di dischi, quindi ci sono troppe band da consigliare e così su due piedi non saprei. Negli ultimi anni c'è stato un aumento esponenziale di gente che suona, quindi ti capita tanta e tanta merda, ma nel grande calderone ci sono (anche per statistica) cose molto interessanti, basta scavare un po'. Attualmente sto ascoltando solo musica fatta da me, ogni tanto ci vuole un po' di autocelebrazione, o la lasciamo solo ai Manowar?!

J.V. :: Tra i gruppi underground mi piacciono molto i Renegade (Hard Rock/Metal), che dovrebbero pubblicare il secondo lavoro a breve. Credo siano tra i pochissimi che sanno veramente come e perché si faceva un certo tipo di musica negli anni ’80, e fanno di coerenza e genuinità la loro bandiera, in barba a chi predica bene e razzola male.
Ascolto principalmente Metal (Thrash, Glam, death e Metal tradizionale): Testament, Overkill, Municipal Waste, Exhorder, Sacrifice, Death Angel, Necrophagia, Anaal Nathrakh, W.A.S.P., Skid Row, Zodiac Mindwarp, Tuff, Sangre Azul, Savatage, Crimson Glory, Fifth Angel, Riot. Ce ne sono troppi senza i quali non potrei stare, ma si può dire altrettanto per altra musica non metal: Punk/Hardcore, Drone-Doom/AmbienT (Gnaw Their Tongues, KTL ed i magnifici Nadja), Noise, Surf, Beat, Glam Rock, Rock’n’Roll (da Elvis ai Guitar Wolf), Hip Hop (dai Public Enemy agli Uochi Toki), colonne sonore anni ‘60/’70 (principalmente Micalizzi), prima elettronica (Stockhausen, Xenakis, Maderna), Funk-Jazz, Exotica ed altre cose bizzarre (Hans Reichel e il suo delirante “daxofono”).

Bene, siamo alla fine, concludi come vuoi.
P.G. :: Passate a sentirci su http://www.myspace.com/combodelamuerte e diteci che ve ne pare. Hola & Heavy Metal!

J.l. :: Cercate il nostro disco e, come si suol dire, PLAY IT LOUD MUTHA!

J.V. :: Defensores de la fe, unidos hasta la muerte!
Intervista a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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