Una band storica, leggendaria per quanto riguarda la scena metal italiana, che solo oggi dopo più di 20 anni di carriera riesce a trovare il giusto spazio e la giusta considerazione tra pubblico ed addetti ai lavori.
Alla luce della pubblicazione del loro quinto ed ultimo studio album intitolato "Symbols" di qualche mese fa, facciamo due chiacchiere con Gianni Nepi, da una vita alla voce ed al basso dei grandi Dark Quarterer.
Allora ragazzi, quinto studio album per voi in più di venti anni di carriera e quinta label differente... Però forse stavolta è quella giusta! Potete innanzitutto parlarci di come avete raggiunto l'accordo con la My Graveyard e come ritenete il loro roster ed operato?
E’ stato
Giuliano Mazzardi a contattarci proponendoci la ristampa di “
WAR TEARS”.
Successivamente gli abbiamo presentato le nostre idee per un nuovo lavoro e da questo è nato il sodalizio.
Noi avevamo già quasi tutto il materiale pronto ma Giuliano si è fidato ciecamente di noi e non ci ha richiesto nessun preascolto (cosa assai rara).
Dobbiamo dire che fino ad oggi si è comportato in modo superlativo, lasciandoci piena libertà compositiva, offrendoci la possibilità di suonare dal vivo in più occasioni e facendo un’ ottima produzione sia nel caso di “
WAR TEARS” che e in special modo nel caso di “
SYMBOLS”.
Passiamo alla musica vera e propria: "Symbols" è un ambizioso lavoro che vede la luce circa 6 anni dopo "Violence" e mostra dei Dark Quarterer, seppur radicati alle loro sonorità, rinnovati ed ancora diversi, come fu nel passaggio "War Tears"/"Violence", mostrando oggi maggiormente la vena progressiva della band.
Come è avvenuto questo cambiamento e pensate che sia definitivo oppure ci sono altre possibili sorprese future per l'ascoltatore?
L'aspetto puramente compositivo ha comportato anni di preparazione, di scelte e scremature.
Molto spesso riffs o giri armonici, interi brani vengono scartati o modificati. Per non parlare poi dell’ arrangiamento che viene costruito adattandolo al testo. D’altra parte anche il testo cerca in ogni modo
Di calzare perfettamente con la musica.
Questo non sempre viene notato ad un primo superficiale ascolto, ma noi cerchiamo di adattare persino i solos di chitarra all’ atmosfera del brano.
Con la voce cerco di interpretare ogni parola che per me abbia importanza,significato, facendo un analisi dettagliata del testo.
L’aspetto progressivo non è aumentato solo perché abbiamo inserito le tastiere ma anche per le scelte dinamiche dei brani…anche se sinceramente in “
Pyramid of Skulls” e “
Wandering in the dark” di progressivo c’è davvero ben poco!!!
Quello che sarà l’evoluzione dei Dark Quarterer dipenderà innanzitutto dal soggetto del nuovo album…che è ancora in fase di ponderazione. Certamente la vena epica sarà sempre presente come quella progressiva, ma in che misura e con quali ingredienti questo davvero non si può dire adesso.
Da dove è nata la scelta di dedicare ogni brano ad un personaggio storico di grande fama? Ha comportato delle difficoltà maggiori per la composizione del disco?
Già da tempo cercavamo un soggetto che ci desse l’opportunità di esprimerci in tanti modi diversi ad avere soggetti diversi da descrivere è stato “ideale”.
Paolo ha portato l’idea di cercare personaggi che nella storia dell’umanità avessero rappresentato dei simboli indelebili. Poi i personaggi sono stati una conseguenza logica e la stesura dei brani è seguita successivamente.
Si, come ti ho spiegato, il lavoro è stato duro ma eccitante perché ci ha stimolato a migliorarci, a cercare sonorità per le ambientazioni che volevamo riprodurre.
E quindi i corni per l’inizio della battaglia delle armate di
GenGis Khan; le sonorita egiziane per
Toutankamoun; o il solo di Francesco Sozzi che rappresenta il bruciare nel rogo di
Giovanna D’ Arco e la successiva apertura in tonalità maggiore è l’ascesa al cielo con i cori degli angeli e la voce dell’ eroina così splendidamente rappresentata da
Alice Bertoncini...
Insomma tutto è stato un equilibrio tra ricerca ed istintività; quest’ultima non deve mai venire meno in un musicista.
La durata media dei 6 brani contenuti in "Symbols" eccede i 10 minuti: avete mai temuto che questo potesse comportare un ostacolo per l'accettazione dei pezzi, nell'ascolto del cd o soprattutto in sede live? Quali sono i vostri pensieri in merito?
A noi i brani vengono così!! Non possiamo farci nulla: per sviluppare un tema dall’introduzione alla coda abbiamo bisogno di tempo, di setacciare ogni possibile sfumatura e alla fine ci ritroviamo quasi sempre con brani di una lunghezza non decisamente radiofonica!!!!
Uuhhheeee !!! (pianto sfrenato) Non avremo mai un video su MTV !!!! uuhhheeee !!! (ripianto risfrenato)
A proposito di sede live, pare che qualcosa si stia muovendo anche in questo senso e che la visione dei Dark Quarterer dal vivo non sia più cosa per pochi privilegiati: potete anticiparci qualche appuntamento già fissato e le vostre intenzioni future?
Ecco le nostre prossime date:
Marmaja Live Club di Cusano Milanino - “Metalitalia on stage” il 29.11.2008
Elvis Fan Club di Livorno - “Dark Quarterer in concerto” il 17.1.2009
B-Hof Wurzburg (Germania) – Hammer of Doom il 31.1.2009
Binario 3 liveclub Grosseto – Dark Quarterer in concerto – 7.2.2009
E poi una data ancora da confermare a Prato verso il 7 marzo e una a Brescia verso il 7 aprile.
EH SI….STIAMO SUONANDO COME MAI ABBIAMO FATTO PRIMA E COME PRIMA AVREMMO DOVUTO FARE !!!
Avete già definito la scaletta per i vostri prossimi concerti? Sarà incentrata su "Symbols" o spazierà attraverso la vostra discografia? Come sapete c'è tanta gente che non vi ha mai visto e che desidererebbe ascoltare anche qualcosa di più vecchio. Più in generale, qual è il vostro rapporto con i vostri primi 3 dischi, a distanza di tanti anni? Per moltissimi sono dei capolavori, forse per voi un po' meno?
La scaletta dei nostri concerti propone sempre l’ultimo album prodotto e brani tratti dagli album precedenti..poi molto dipende da quanto tempo abbiamo a disposizione. In un’ora , ad esempio, possiamo solo fare “Symbols” e ci va stretto.
Tutti gli album dei Dark Quarterer hanno avuto delle ottime recensioni e i primi 3 (anche perché risalgono agli anni ottanta/novanta) sono nel tempo diventati di “CULTO”.
La maturazione degli ascolti, il passare degli anni portano i cultori del genere a definire “
Capolavori” quegli album che rimangono inalterati nel tempo e che riescono ad ogni nuovo ascolto ad emozionare quasi come la prima volta.
Se ti facessi vedere le recensioni di “
The Etruscan Prophecy” ti renderesti conto che specie in Italia erano molto spesso superficiali e i voti intorno al 70/100 quasi per accontentarci..ora gli stessi giornalisti gridano al capolavoro!!! Chi ci capisce è bravo…
Quello che posso augurarmi è che pian piano anche
Violence e
Symbols abbiano la stessa sorte ma devono trascorrere ancora alcuni anni prima che ciò si possa concretizzare.
Abbiamo ricevuto indiscrezioni su una possibile uscita di un dvd live o qualcosa del genere...cosa potete dirci a proposito?
Ti confermo l’indiscrezione. Stiamo già registrando ogni concerto e dovremmo tirare fuori un live sicuramente entro il 2009. posso anche dirti che sicuramente
Deep Wake e
Last Song (
due brani di "Violence", ndr) saranno della partita perché al Motorockas di Mozzate sono venute davvero bene !!!
Da veterani, quali sono le differenze maggiori tra la scena di 20 anni fa e quella attuale? Insomma, in soldoni, "si stava meglio quando si stava peggio" oppure no?
Il Metal ha subito molte contaminazioni e, ahimè, anche l’“abbraccio mortale” del commerciale ed ecco uscire fuori gruppi definiti metal ma che di metal hanno ben poco come gli
Evanescence e altri che, anche in Italia, ne hanno seguito le orme.
Molti giovani leggendo queste righe potrebbero gridare all’ eresia..ma io vi dico che se aveste vissuto come me l’evolversi (o l’involversi) negli anni della “nostra” musica….dai Black Sabbath semplicemente PURI,GENIALI ed ISTINTIVI agli odierni campionamenti delle batterie, ai concerti quasi completamente in Playback di oggi, vi accorgereste che quello che asserisco è VERITA’.
Da buon giornalista, devo porre una domanda incrociata anche magari piuttosto difficile, a voi la decisione se rispondere o meno.
Per la vostra stessa etichetta stanno anche per uscire a breve gli Etrusgrave di Fulberto Serena, vostro chitarrista nei primi due lavori dei Dark Quarterer: come trovate, se l'avete ascoltata, la musica del suo gruppo attuale e quali sono i rapporti che intercorrono tra voi attualmente? (per correttezza la stessa domanda sarà posta agli Etrusgrave)
Certo che lo abbiamo ascoltato e anche molto attentamente.
È la naturale prosecuzione di “
The Etruscan Prophecy” e Fulberto è ancora una volta inconfondibile.
Ci fa piacere che sia rientrato come ci fece dispiacere quando se ne andò.
Auguriamo agli Etrusgrave e a Fulberto tutto il successo che si meritano.
Con Fulberto non ci sono state negli ultimi anni occasioni per vederci anche se viviamo nella stessa città.
Sarebbe davvero bello poter condividere un palco insieme “
Dark Quarterer ed Etrusgrave” e se gli Dei volessero perché no??? berci insieme una birra….come ai vecchi tempi!!!
Magari Gianni...a chi lo dici, sarebbe un concerto fenomenale!
E' il momento dei saluti, ringraziamo i Dark Quarterer e lasciamo a loro le ultime parole di questa intervista. Complimenti ancora per il vostro ultimo lavoro e la vostra carriera!
La passione per questo genere ci ha fatto superare 25 anni di sacrifici, amarezze, delusioni ma anche di soddisfazioni, emozioni, realizzazioni. questo è vivere per la musica e nella musica:
REALIZZARE SE STESSI CON UNA PASSIONE, penso sia l’ augurio più grande che si possa fare.
E questo noi auguriamo ad ognuno di Voi.
E anche a te Gianluca.
Grazie dello spazio che ci hai dato e per gli apprezzamenti che ogni volta ci rinnovi.