Il debutto omonimo e, soprattutto, il secondo “In For The Count”, hanno consegnato i Balance a quella fiera (e sfortunata) schiera di artisti di “culto”, costantemente presenti nelle retrospettive di settore, piene di nomi che sembrano citati apposta per far “impazzire” i collezionisti più irriducibili (almeno prima dell’avvento di internet e della diffusa pratica delle ristampe). Lavori veramente eccellenti, parzialmente sottovalutati o scarsamente compresi, che costituiscono precedenti veramente temibili per chi decida di ritornare all’attività discografica nella sua forma “originale”, magari dopo anni di gratificanti e stimate collaborazioni esterne.
Ed ecco che con il nuovo “Equilibrium”, i Balance sfidano il loro “impegnativo” passato, tentano di riconquistare il “tempo perduto” e lo fanno con una coerenza stilistica al limite “dell’immobilismo”, grazie a canzoni che arrivano proprio dagli anni ottanta, e che, per quanto mi riguarda, ho trovato più efficaci di tanti tentativi di riproduzione attuati dai più “giovani” estimatori di questi suoni.
Come sempre accade in questi casi, non sono in grado di stabilire precisamente se si tratti di un ritorno concepito “a tavolino” o di un’autentica rinnovata pulsione artistica comune, ma quello che so è che, nonostante il pizzico d’inevitabile “mestiere”, il disco è molto bello ed emoziona in una maniera molto simile a quella apprezzata nei suoi illustri predecessori.
Lo stesso Doug Katsaros, illuminato tastierista della band e nostro affabile interlocutore per quest’intervista, non mi è sembrato “straordinariamente” convinto del futuro dei Balance (poco coinvolto o semplicemente smaliziato e del tutto consapevole delle “regole del gioco”?), ma personalmente credo che una possibilità di affermazione anche in questo panorama musicale così saturo e livellato, i nostri “equilibrati” americani la meritino tutta.
Prima di tutto, benvenuto sulle nostre pagine e un caloroso bentornati ai Balance! E poi congratulazioni per “Equilibrium”! Ti va di presentarti ai nostri lettori, soprattutto a quelli più giovani che magari non conoscono la tua “storia” artistica?
Grazie! E’ bellissimo poter condividere ancora una volta la musica che amiamo realizzare con i fans che ci seguono da così tanti anni! Per farla breve … negli anni ho avuto il piacere di lavorare con Gloria Estefan, Dee Snider, Paul Stanley, Rod Stewart, Sinéad O’Connor, Frank Sinatra, Todd Rundgren, Richie Havens, Donny Osmond, Michael Bolton, Cher, Live, Bon Jovi, Peter Frampton e moltissimi altri artisti fenomenali. Ho lavorato anche al di fuori del mondo del rock, dedicandomi alla conduzione di orchestre come i Boston Pops e scrivendo musica per la televisione e il cinema. Devo dire che è stata una vita artistica molto appagante.
Ora una domanda scontata ma inevitabile. Cosa accadde dopo la pubblicazione di “In For The Count”?
Per quello che ricordo, il nostro management decise semplicemente di NON investire nella produzione di un video o nell’organizzazione di un tour, la nostra etichetta attraversò un momento davvero difficile dal punto di vista finanziario e ci abbandonò a noi stessi. Era una situazione veramente deludente e frustrante che causò, molto presto, il nostro inevitabile scioglimento.
Possiamo tranquillamente considerare “In For The Count” alla stregua di un vero “cult album”, normalmente citato nelle playlist dedicate ai migliori dischi di pomp / AOR. Come ci si sente con questo tipo di “responsabilità” sulle spalle? Perchè, secondo te, quell’albo fu così sottovalutato nel momento della sua prima pubblicazione?
Lo considero più un onore che una “responsabilità”! Questo dimostra che i fans, alla fine i veri conoscitori della musica, sono spesso maggiormente “sintonizzati” dei critici, i quali credono di parlare a nome delle masse, mentre sono solamente attenti ai loro personali gusti musicali. Ci sono ovviamente delle eccezioni, e tuttavia, in ultima analisi sono solo i fans quelli che contano, ieri come oggi, che siamo nuovamente qui! Il nostro secondo disco fu sottovalutato? Certamente sarebbe stato difficile e banale proseguire rigorosamente nel percorso tracciato dal nostro apprezzato esordio, così scegliemmo un approccio più “nervoso” e all’avanguardia. Non tutti erano pronti al cambiamento. Così, piuttosto che sottovalutato, direi che forse non è stato capito. Come hai detto, è, però, una grande selezione di ottimo AOR, che certamente ha superato la prova del tempo.
I Vostri sostenitori hanno aspettato per molto tempo il Vs. ritorno. Come mai avete scelto proprio questo particolare momento? Ritieni che la scena musicale sia particolarmente “recettiva” al Vs. tipo di suono? In che modo le recenti ristampe del vecchio catalogo dei Balance ad opera della Rock Candy hanno contribuito all’intera operazione?
Tutti i meriti del nostro ritorno sono da attribuire a Bobby. Lui è stato il più risoluto dei sostenitori della band e ha tenuto accesa la nostra fiamma per tutti questi anni. Grazie alla sua dedizione i nostri vecchi lavori sono stati ristampati e siamo riusciti ad ottenere il contratto con la Frontiers. Mi chiedi se è un buon periodo? Fino a quando questa tipologia di musica risulterà gradita alle orecchie degli ascoltatori, sarà anche il momento giusto per i Balance! E poi diciamo anche che le riedizioni su Rock Candy sono state sicuramente un passo importante per il processo di realizzazione di “Equilibrium”.
E parliamone, allora, di questo nuovo “Equilibrium” … Raccontaci tutto della sua genesi! E’ vero che la maggior parte delle canzoni sono state scritte negli 80’s?
Quasi tutti i pezzi sono stati scritti addirittura prima della nostra grande “esplosione” negli anni ottanta! Haha! Successivamente Peppy ha scritto alcune nuove canzoni (“Who You Gonna Love”, “Liar”), ma la maggioranza dei brani arriva proprio da quel periodo e credo che questa sia un’ottima cosa, perché in questo modo il suono del nuovo Cd ha la stessa “terrificante” consistenza degli altri album che abbiamo prodotto. Molti dei testi sono stati modificati e implementati per riflettere la maniera in cui Peppy vuole presentarsi oggi, ma io ho adottato alcune armonizzazioni di tastiere per ricreare il tipo di sound che ero solito utilizzare allora, e tutto il progetto è stato concepito per suonare come i veri “vecchi” Balance, ottenendo un risultato dal nostro punto di vista assolutamente soddisfacente.
Con “Equilibrium”, sembra proprio che i Balance vogliano continuare il discorso bruscamente interrotto nel 1982 … Ci sono delle differenze apprezzabili nel Vs. approccio artistico tra gli esordi e oggi?
Guarda, non credo davvero che ci siano delle differenze sostanziali, se escludiamo il fatto che i vecchi dischi erano realizzati con registratori analogici a 24 piste e un’enorme quantità di attrezzatura e che quello nuovo è stato prodotto sfruttando le potenzialità di Pro Tools e di Logic nei nostri studi di registrazione personali. Bobby ha suonato come sempre, con melodia e un sacco di “fuoco”, Peppy avrà per tutta la vita quella voce brillante, espressiva e affilata e io non riesco ad evitare che le mie dita si producano in arpeggi un po’ dappertutto! Probabilmente la cosa più difficile è stato ricreare il vecchio suono dei synth con la nuova strumentazione, ma è stato anche molto divertente fare in modo che alla fine le differenze fossero veramente minime.
Parlando di canzoni, credo che “Breathe”, “What Have You Done”, “Winner Takes All”, “Liar”, “Walk Away” e “Old Friends” siano le migliori del disco. Quali ritieni possa rappresentarvi al meglio nel 2009 e perché?
Mi piacciono particolarmente “Crazy Little Suzie” e “Who You Gonna Love”, anche se non le ho scritte io! “Old Friends” è invece la mia canzone più personale e credo suoni proprio come un grande pezzo dei Balance. Penso anche che “Liar” abbia uno degli “hook” più forti che abbiamo mai scritto!
I testi sembrano avere una discreta importanza nell’economia dei Vs. brani, per esempio in pezzi come “Old Friends”. E’ così?
Ho scritto “Old Friends” ispirandomi agli amici morti in Vietnam, che mi erano stati vicini durante gli anni della scuola e che poi non ero più stato in grado di rintracciare. Peppy, con il mio benestare, ha preso i miei testi e li ha adattati al suo gusto personale, così da renderli maggiormente contemporanei, ma sempre significativi. “Walk Away” ha un testo completamente rifatto da Peppy – quando lo scrissi si chiamava “Gasoline” ed era un brano super-sconcio e divertente sul sesso, probabilmente inappropriato per il disco.
“Breathe” rappresenta il modo in cui Peppy ha dovuto affrontare il colpo terribile della morte della moglie, mentre “Winner Takes All” è un mio testo che tratta del vergognoso uso della violenza e "Crazy Little Suzie” è una semplice canzone rock che può stimolare la fantasia. Insomma, tutte le liriche sono personali, sperando che però si possano, in qualche maniera, relazionare con le sensibilità degli ascoltatori.
Come ci hai ricordato all’inizio la tua carriera è stata ricca di collaborazioni, con alcuni dei nomi più autorevoli del music biz. Quali sono quelle che ritieni maggiormente significative per la tua crescita artistica e quali sono quelle di cui vai più fiero? C’è qualcun’altro con cui ti piacerebbe lavorare?
Tra i tanti artisti con cui ho avuto la possibilità di lavorare, credo che la migliore collaborazione andrebbe ricercata tra quelle attuate con i produttori, ed in modo particolare scelgo quella con Phil Ramone. Grazie alla sua abilità e alla fiducia concessami, sono riuscito non solo ad aggiungere la mia musicalità al lavoro di così tante persone, ma anche a crescere in ogni aspetto del mio talento. Il suo contributo è stato davvero fondamentale per espandere i limiti di ogni sfaccettatura della mia attività, come musicista, arrangiatore e direttore d’orchestra, accettando anche il mio modo di pensare fuori degli schemi e l’aggiunta di appena un pizzico di “follia” ad ogni sessione di lavoro.
Arrivando alla seconda parte della domanda, francamente non ho preferenze! Non c’è niente di meglio che fare musica, eccetto farla con altri musicisti!
Visti gli “spiacevoli” precedenti, questa volta è previsto un tour di supporto al disco?
Fino ad ora non è prevista nessuna attività live. Sono sicuro che sarà la richiesta a guidare una decisione di questo tipo.
E ora cosa dobbiamo aspettarci? Spero non vogliate “sparire” per altri ventisette anni …
Come nella risposta precedente, devo dire che il futuro dipenderà enormemente dal presente. Se l’audience capirà e apprezzerà quello che abbiamo fatto con “Equilibrium”, tutto è possibile!
Per concludere questa intervista, c’è qualcosa che vuoi dire ai nostri lettori e ai Vs. fans?
Sono incredibilmente felice di avere l’opportunità di fare musica con i Balance ancora una volta e di aver scoperto quanto sono stati profondamente affezionati e fedeli i nostri fans nel corso degli anni. Cerco di rispondere ad ognuna delle lettere e delle e-mail dei nostri sostenitori e mi considero un cittadino del mondo. Viaggio moltissimo e sono felice di lavorare con chiunque! Ovviamente sono molto costoso! Hah!
Se volete delle informazioni sulla mia attività le potete trovare all’indirizzo www.themusicofyourdreams.com e grazie davvero per il Vs. interesse e per la pazienza dimostrata in tutti questi anni!