La storia recente dei finlandesi Stratovarius è stata qualcosa di grottesco e anche un po’ folle: vicende giudiziarie finite male, il presunto scioglimento annunciato un anno fa dall’ex leader Timo Tolkki (che andrà poi a formare i Revolution Renaissance, portando con sé i brani composti per gli stessi Stratovarius), la smentita dei restanti membri della band, il susseguirsi di accuse reciproche via internet, fino all’imprevista mossa finale del chitarrista: il 20 giugno 2008, Tolkki rinuncia al nome della band ed a tutti i diritti sulla discografia, pur essendone quasi l'unico compositore, lasciando tutto in mano a Timo Kotipelto (voce), Jens Johansson (tastiere) e Jörg Michael (batteria).
Decisi a mantenere il nome Stratovarius e recuperati i cocci di quello che è stato un gruppo di notevole importanza nell’ambito del power metal europeo, i rimanenti musicisti reclutano Matias Kupiainen, un giovane, sconosciuto ma promettente chitarrista che, insieme al bassista Lauri Porra, completa la nuova formazione.
Il tanto atteso risultato è dunque arrivato: “Polaris”, l’album della rinascita, è finalmente realtà ed ha il pregio di riportare la band a livelli musicali molto buoni, non facendo certamente gridare al miracolo ma recuperando quella dose di freschezza che mancava da ormai troppo tempo.
Se negli ultimi mesi gli internauti hanno potuto sapere tutto e il contrario di tutto ciò che aveva da dire Timo Tolkki, i due principali accusati da quest’ultimo, ovvero Timo Kotipelto e Jörg Michael, se ne erano sempre rimasti in disparte, dichiarando poco o nulla riguardo alla triste vicenda che ha portato al disastro del 2008.
Finalmente, in occasione dell’uscita di “Polaris”, Kotipelto e Michael hanno scelto di esporsi e dire la loro: li incontro in un albergo di Milano, più che mai deciso a capirne di più in merito agli ultimi, turbolenti anni e soprattutto, allo “scandalo” dello split del 2004, recentemente rivelatosi un clamoroso falso, architettato ad arte a fini promozionali.
Con mio (e spero, vostro) grande sollievo, i due musicisti si sono presentati con l’umiltà e la sincerità di chi ha evidentemente voglia di mettere le cose in chiaro e levarsi qualche sassolino dalle scarpe, una volta per tutte.
NOTA: Per non confondere le idee, in tutta la conversazione Timo Tolkki viene chiamato "Tolkki", mentre Timo Kotipelto viene chiamato "Timo".
Foto @ Francesca Vantellini - Metal.it
PPM Fest 2013
Lasciate che inizi dicendovi che ritengo “Polaris” il miglior album degli Stratovarius dai tempi di “Infinite”.
Timo Kotipelto: “Ti ringrazio e fra l’altro, sono d’accordo nel ritenere "Infinite" il nostro ultimo sforzo di un certo livello.”
Jörg Michael: “Su "Infinite" forse suonavamo più liberi in un certo senso, con meno pressioni. Sui due "Elements", invece, avevamo cercato di fare il passo più lungo della gamba: c’erano cori pomposi, cercavamo a tutti i costi il suono perfetto e la produzione perfetta. Basti pensare che abbiamo perso più tempo a scegliere il suono della batteria, che non a registrare l’intero lavoro! Eravamo un po’ troppo presi ad esplorare nuove strade in fase di produzione. Quindi, capisco ciò che vuoi dire e da un certo punto di vista concordo ma, al di là di tutto, penso che ci siano delle buone canzoni su quei due dischi, in particolare "Soul Of A Vagabond", che ritengo un brano super. In fondo, a me piacciono ancora i due "Elements", anche se in effetti sono in pochi a pensarla come me. Se prendiamo "Polaris", comunque, credo che si possa ritrovare quella freschezza e quella spontaneità che avevamo su "Infinite", stavolta abbiamo cercato di non farci condizionare da cose tipo il suono di un singolo tom e di suonare con la mente un po’ più aperta. Guardandomi indietro, mi rendo conto che con "Elements" eravamo andati all’inferno, tornati indietro, poi di nuovo all’inferno e… ci eravamo rimasti! Il troppo lavoro sulla produzione ha finito per ritorcesi contro di noi.”
TK: “Ci fa molto piacere sentire dei commenti positivi riguardo a "Polaris", perché prima di iniziare il tour promozionale eravamo un po’ preoccupati, non sapendo che reazione avrebbe avuto la gente. Chiaramente i fans non l’hanno ancora ascoltato ma finora, sembra che l’album sia piaciuto a più o meno tutti i giornalisti che abbiamo incontrato e questo ci fa ovviamente ben sperare. Se pensi che, solo un anno fa, non avevamo più nulla… Non avevamo una band, un chitarrista, delle canzoni nuove, in una parola non avevamo un futuro! Tutto ciò che ci era rimasto era l’amicizia fra di noi e nient’altro.”
Finora non abbiamo citato il vostro album precedente ("Stratovarius" del 2005), che di positivo aveva forse solo il fatto di essere qualcosa di diverso…
JM: “Già, noi lo chiamiamo il "black album"!"
TK: “Devo ammettere di non apprezzarlo più di tanto. Timo Tolkki voleva provare nuove soluzioni ma, come ben saprai, stava passando ancora una volta un momento difficile, il che chiaramente si è riflettuto sulle canzoni. Pensa che, quando Jörg era in studio a registrare la batteria, Timo era ricoverato in ospedale…”
JM: “Però vorrei dire una cosa: nonostante tutto, lo ritengo un disco molto importante per noi. Sono contento di averlo pubblicato, non fosse altro che per il fatto che ci ha insegnato cosa NON dovremmo fare! Certamente non si tratta di un disco coerente con lo stile degli Stratovarius ma, quantomeno, abbiamo cercato di proporre qualcosa di nuovo, di diverso. Bisogna anche considerare che con i due "Elements" eravamo giunti alla fine di un ciclo iniziato molti anni prima. Per cui, sì, sono d’accordo con chi ci dice che non lo considera nemmeno ma continuo a credere che sia stato un passo fondamentale per noi: abbiamo provato una nuova strada e semplicemente, non ha funzionato.”
La cosa che sicuramente non ha fatto piacere a nessuno è stata la genesi di quel disco: tutta quella storia della follia di Tolkki, il vostro allontanamento dalla band, la reunion e quant’altro… Tutto rivelatosi come una messinscena! Potreste spiegarci, una volta per tutte, cosa è successo e perché avete scelto una strada così discutibile?
TK: “Innanzitutto ti devo dire che non fu una cosa completamente voluta e organizzata. Tutto è iniziato quando stavo facendo un’intervista per un importante giornale finlandese: la giornalista, alla fine, mi ha rivelato che aveva parlato con Tolkki poco prima e che lui le aveva detto cose totalmente diverse da quelle che stavo dicendo io! Ho pensato "ma cosa sta dicendo questa?!" ma alla fine ho detto che forse Tolkki ne sapeva di più… Il giorno dopo sono andato a leggere l’intervista che avrebbe dovuto essere la mia, trovandone invece una con Tolkki, il quale affermava di non sapere nemmeno chi avrebbe cantato sul nuovo disco degli Stratovarius. Sinceramente non ci stavo più capendo nulla ma è così che è cominciato tutto. Lui, poi, ha iniziato ad avere quelle strane idee, che alcuni membri della band non presero sul serio ma che altri approvavano. Personalmente ero contrario, tanto che gli scrissi una lunga e-mail in cui gli dicevo che non volevo prendere parte a quella farsa: la sua risposta fu che, se non fossi stato d’accordo, mi avrebbe buttato fuori dalla band. In pratica, mi ha ricattato! Io, d’altra parte, ho sempre amato questa band e alla fine non mi sono opposto. È proprio questo che mi ha tormentato in tutti gli anni successivi, il fatto di dover restare zitto su quella situazione, mentre qualcun altro prendeva tutte le decisioni, non fermandosi mai e ingigantendo la cosa sempre di più. La cosa brutta di questa faccenda è che Tolkki ha mentito talmente tanto, che ha finito per credere veramente in alcune di quelle bugie. Voglio precisare che non lo considero una persona cattiva, tutt’altro, ma bisogna guardare in faccia la realtà e ammettere che ha dei seri problemi. Quando si mente, si rischia di cadere in un circolo vizioso, dove bisogna aggiungere sempre nuove bugie per coprire quelle precedenti, e lui ha finito per credere davvero in qualcosa che non esisteva. Lui ormai vive in quello che noi chiamiamo il "pianeta Tolkki", un mondo tutto suo in cui crede di sapere tutto meglio di chiunque altro.”
JM: “Purtroppo penso che lui debba fare tutto questo per sé stesso: infatti, lo ritengo abbastanza intelligente da rendersi conto di quanto si sia comportato in modo stupido e quindi, per convincersi di essere nel giusto, ha dovuto inventarsi un po’ di storie. Non dimentichiamoci che stiamo parlando di una persona malata, cosa di cui non ci siamo resi conto se non dopo anni passati insieme. Ogni volta che c’è una situazione da cui non riesce ad uscire, si difende dicendo che soffre di bipolarismo ma, generalmente, pretende di essere trattato come un normale super genio. Cosa che, ovviamente, non è possibile!
Permettimi di spiegare meglio certi aspetti di questa brutta storia, che capisco benissimo come possa aver offeso te e molta altra gente; penso di parlare anche a nome di Timo. Vorrei che, per un attimo, ti calassi nella situazione in cui eravamo al tempo: quell’idea ci fu presentata interamente da Tolkki e aveva trovato d’accordo anche Jens, il quale riteneva che fosse un modo come un altro per farsi pubblicità, come del resto fanno altre band. Per esempio, quando gli U2 annunciarono che il master del loro ultimo disco era stato rubato dallo studio di registrazione, secondo te non era una balla colossale? Ecco, per noi doveva essere una cosa del genere. Timo è sempre stato contro questa decisione, come testimonia la mail che lui stesso ha citato poco fa e che abbiamo ancora a disposizione sul nostro computer, per poterla diffondere nel caso dovessimo trovarci a difenderci da certe accuse. Al momento preferiamo che rimanga privata ma la teniamo per cautelarci in caso di necessità. Anch’io non ero molto d’accordo con certe decisioni e ammetto sinceramente che avrei vissuto meglio, negli ultimi anni, se tutto questo non fosse successo. Tolkki, oggi, ci accusa di non volerci assumere le nostre responsabilità riguardo a quanto accaduto ma non è vero, vogliamo assumerci ogni possibile responsabilità. Cerca di metterti nei nostri panni, non è che un giorno ci siamo seduti a un tavolo e abbiamo deciso tutti insieme di prenderci gioco di tutti i fans e della stampa con una marea di bugie: semplicemente, Tolkki ha agito da solo, di sua spontanea volontà, andando a dichiarare a un giornale finlandese che io e Timo eravamo stati allontanati dalla band. Io, addirittura, non sono nemmeno venuto a saperlo da lui ma da una persona che mi ha chiamato chiedendomi “sei fuori dagli Stratovarius?”! In un primo momento sono rimasto allibito ma subito, nella mia mente, ho capito quello che stava succedendo e ho risposto “ehm... sì, certo!”. Adesso, tu hai il diritto di criticare sia me che Timo per una cosa in particolare: non abbiamo lasciato NOI la band, una volta saputo di tutta quella storia. Non abbiamo dimostrato di avere gli attributi, non abbiamo avuto un carattere “100% metal”, questo te lo concedo. D’altra parte, però, bisogna anche pensare che, senza gli Stratovarius, non ci sarebbe rimasto niente per noi... Comunque, ora puoi farti una tua idea riguardo a questa vicenda, puoi crederci o no ma ti ho raccontato la verità. E sia chiaro che mi assumo tutta la responsabilità dei miei errori, non ho mai avuto intenzione di mentire ai nostri fans.”
Intanto vi ringrazio per la franchezza, personalmente volevo davvero sentire la vostra versione dei fatti, dal momento che conosciamo bene quella di Tolkki ma finora non vi eravate mai esposti su questa storia...
JM: “Guarda, vogliamo mettere le cose in chiaro una volta per tutte, così che la gente si possa fare una propria idea in merito. In effetti non ne abbiamo quasi mai parlato perché, sinceramente, era diventato tutto insopportabile...”
TK: “È vero, c’è stato un periodo in cui, ogni settimana, saltava fuori qualcosa di nuovo e non riuscivamo quasi a starci dietro.”
JM: “Il problema con Tolkki è che, quando inizi a discuterci, non te la da mai vinta per nessun motivo! Poco fa tu ci hai spiegato come l’aver scoperto questa brutta vicenda ti abbia in qualche modo offeso, e io ti ho detto che hai ragione, non ti posso dare torto perché al posto tuo mi sarei arrabbiato anch’io. Tolkki, invece, non ti verrebbe mai a dire una cosa del genere, andrebbe avanti a discutere per ore, senza mai spostarsi dalle sue convinzioni. C’è un proverbio tedesco che dice più o meno “quando butti del fango su qualcuno, un po’ di fango ti finisce sempre addosso”. Comunque, ad un certo punto, io Timo e Jens abbiamo deciso che non avremmo più commentato pubblicamente questa faccenda, dopo che Tolkki ci fece saltare il contratto con la Sanctuary: abbiamo pubblicato una dichiarazione sul nostro sito internet e dopo di che, è vero che Jens ha scelto di discutere con Tolkki sul forum ma è stata una sua decisione personale, ne’ io ne’ Timo ci siamo mai esposti in merito. Avevamo anche deciso, noi tre, che avremmo in ogni caso continuato a suonare insieme, non importava se col nome Stratovarius o meno ma avremmo pubblicato un disco nuovo, così avremmo potuto incontrare tutti i giornalisti musicali e finalmente, spiegare le nostre ragioni e dire la verità. Volevamo anche evitare interviste telefoniche o via e-mail, nelle quali puoi sempre inventarti qualcosa o farti un’idea sbagliata: volevamo parlare con voi di persona, faccia a faccia, per poter finalmente dire la nostra.”
Mi sembra di capire che le mie domande non vi abbiano dato fastidio e non posso che esserne lieto!
JM: “Al contrario, siamo felici di sapere che la gente è interessata a ciò che abbiamo da dire e soprattutto, di poterci spiegare come si deve. Va anche detto che ormai Tolkki ha superato il momento peggiore, si è calmato, recentemente è andato a cena con Jens e ci ha augurato pubblicamente fortuna. Solo che, ovviamente, non si possono cancellare due anni d’inferno con un paio di frasi. Io, pur sapendo che ha avuto seri problemi mentali, soprattutto negli ultimi due anni lo consideravo un idiota; oggi la vedo diversamente, ho capito che quel tipo di problemi non erano colpa sua, possono succedere a chiunque, purtroppo. Però, da un altro punto di vista, ho il dovere di difendere me stesso, la mia famiglia e la mia band: alcune delle cose che Tolkki ha detto, specialmente su di me e su Timo, sono state davvero pesanti. La gente poteva pensare che fossimo noi i bastardi perché, secondo lui, non lo abbiamo aiutato, abbiamo voluto prendere il controllo del gruppo e di tutti i soldi... Tutte cazzate!”
Diteci anche qualcosa sull’improvvisa (e per molti, del tutto inaspettata) scelta di Tolkki di lasciarvi il nome del gruppo e tutti i diritti sulla vostra discografia: qual è stata la vostra reazione?
TK: “Prima di tutto, è bene ricordare che lui non possedeva i diritti legali sull’utilizzo del nome Stratovarius; certo, è sempre stato il leader e almeno moralmente, avrebbe avuto lui il diritto di usare questo nome. D’altra parte, però, io ho fatto parte di questa band per 15 anni e Jens e Jörg per 12, quindi non sarebbe corretto dire che gli Stratovarius sono stati “solo” suoi negli ultimi 12 anni. Riguardo ai diritti sul nostro catalogo, Tolkki ha fatto apparire questo come un gesto generoso e disinteressato, quasi a voler dire che a lui non importa niente dei soldi ma la verità è che noi non possediamo i diritti sulla discografia! Questo perché lui ci ha fatto saltare il contratto con la Sanctuary e sono LORO ad avere i diritti sui nostri vecchi dischi: avremmo dovuto entrarne in possesso l’anno scorso ma, purtroppo, ora si parla del 2015... Inoltre, la Sanctuary non sta nemmeno più stampando i CD, quindi la gente non può comprarli semplicemente perché non ci sono! Ciò vuol dire che non riceviamo un centesimo dalla vendita dei nostri vecchi album, dal momento che non sono più stati ristampati. Infine, dobbiamo anche puntualizzare che, con questa mossa, Tolkki ci ha lasciato non solo tutti i diritti ma anche un grosso debito con gli avvocati che si erano occupati della nostra causa, che abbiamo perso a causa sua e che lui non ha pagato. Troppo facile liberarsi di tutti i problemi con un gesto apparentemente nobile, che sicuramente gli avrà fatto guadagnare consensi con i fans ma che, a conti fatti, a noi ha fatto ereditare solo un consistente debito. Purtroppo, questo è il suo stile, lasciarsi alle spalle i problemi scappando da essi.”
JM: “Mi ricordo che ha anche scritto sul suo forum che noi, grazie al suo disinteressato gesto nei nostri confronti, avremmo guadagnato molto più di quanto abbiamo bisogno per pagare i debiti. Per ora, la verità è che, anche col nostro nuovo contratto con la Nuclear Blast, non siamo riusciti a recuperare che un decimo di quella somma. Senza contare che ci vorranno almeno cinque anni, prima di poter ricominciare a ricevere qualche royalty dai nostri album precedenti...”
TK: “...e probabilmente non riusciremo mai più ad ottenere un solo centesimo da essi.”
JM: “Per fortuna, oggi abbiamo un nuovo contratto e sono i nostri manager e i nostri avvocati ad occuparsi del caso, per cui spero che non dovremo più occuparcene in prima persona. Però questo è ciò che è davvero successo, aggravato dal fatto che, nel frattempo, la Sanctuary è stata acquisita dalla Universal, che è una compagnia molto più grande e molto più potente. Il debito che abbiamo è talmente consistente che preferisco non dirti di che cifra si tratta... Pensa solo che il processo si è tenuto a Londra, con gli stessi avvocati che hanno assistito George Michael contro la Sony, quindi professionisti di altissimo profilo e con parcelle altrettanto salate!”
TK: “Quello che mi fa rabbia è pensare che eravamo vicinissimi a vincere la causa, solo che, all’ultimo momento, “qualcuno” ha dichiarato pubblicamente che la band non esisteva più! E questo perché, secondo il suo contratto con la Frontiers, gli Stratovarius non avrebbero potuto essere attivi mentre lui portava avanti il progetto Revolution Renaissance...”
JM: “Per capire meglio la situazione, bisogna ricordare che, dopo 20 mesi, la Sanctuary voleva chiamarsi fuori e risolvere il contratto, cosa che a noi sarebbe andata benissimo: ci avrebbero dato indietro i diritti per la nostra discografia e avrebbero pagato metà delle spese legali insieme a noi. Avevamo già messo tutto nero su bianco, le due parti erano d’accordo e mancavano solo le firme. Tre giorni dopo, Tolkki ha annunciato che gli Stratovarius non esistevano più, mandando all’aria tutto. In sintesi, la verità è questa.”
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In questo momento, la press agent arriva a farci segno che il tempo a nostra disposizione è quasi terminato... La reazione di Timo e Jörg è da applausi! Nda]
TK: “Ma se non abbiamo ancora parlato di musica!”
JM: “No, no, no, qui siamo ancora ben lontani dall’aver finito! Quanto tempo abbiamo? Se necessario, saltiamo il pranzo!”
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Inutile dire che non capita spesso di trovare degli interlocutori così... Nda]
JM: “Il fatto è che stiamo facendo un discorso complesso, ci sarebbe da parlare per una giornata intera e poi tu sembri molto ben informato! Conosci parecchi dettagli e quindi siamo lieti di analizzarli!”
TK: “Chiudendo il discorso del contratto, vorrei far notare il tempismo con cui Tolkki ha fatto le sue mosse: prima ha stipulato un contratto da solo, per i demo che avevamo fatto in quel periodo; poi, tre giorni dopo, una volta firmato e ricevuto dei soldi come anticipo, ci ha avvisati via mail che gli Stratovarius erano da considerarsi sciolti. Diceva di non voler continuare a suonare quel tipo di musica e ha ripetuto tre volte, nella stessa mail, di non volerne parlare e di non voler essere contattato da noi. Infine, si è lamentato perché io e Jörg non avevamo commentato la cosa! Secondo me, sarebbe stato più corretto parlarne tutti insieme, magari avrebbe potuto dirci sinceramente che stava avendo dei problemi finanziari e che, siccome la causa con la Sanctuary non stava portando a nulla di concreto, preferiva iniziare un nuovo progetto. In fondo, le canzoni erano sue ma eravamo ancora sotto contratto con la Sanctuary e quindi, in teoria non avrebbe potuto utilizzarle per un suo album solista con un’altra etichetta. Inoltre, tutti noi avevamo suonato in quelle registrazioni, rimettendoci pure dei soldi nostri. Invece, lui ha preferito agire in un modo che non approvo assolutamente. Io rispetto ancora Tolkki come chitarrista, compositore e produttore ma non riesco proprio più ad avere fiducia in lui come persona.”
JM: “È anche importante capire che, da parte nostra, non c’è mai stata la volontà di abbandonarlo o di agire male nei suoi confronti. Abbiamo sempre cercato di aiutarlo, come per esempio nel 2004, quando era ricoverato e lo abbiamo sostenuto anche finanziariamente, a livello personale. Per questo ci ha rattristati molto vedere ciò che ha scritto e detto su di noi.”
Ora che abbiamo un quadro più completo della situazione, è il caso di spendere qualche parola su “Polaris”, che ne dite?
JM: “Assolutamente! Per prima cosa vorrei ribadire che, grazie a questo album, oggi ci sentiamo finalmente bene. Per anni abbiamo dovuto combattere con l’incertezza e ultimamente abbiamo anche avuto il dubbio se continuare col nome Stratovarius oppure no. Non è stata una decisione facile, in fondo gli Stratovarius hanno un nome e una storia importanti alle spalle, Tolkki ha svolto un lavoro splendido per molti anni in questo senso. Alla fine abbiamo scelto di non cambiare nome, ritenendo di avere il potenziale per non deludere le aspettative e mantenere alto il livello della nostra musica. Volevamo dimostrare di essere capaci di continuare anche senza l’apporto di Tolkki e finalmente avere la possibilità di esprimere le nostre capacità come gruppo, senza l’ombra di un leader.
Su “Polaris”, tutti i brani sono stati composti in gruppo, tutti hanno contribuito al songwriting eccetto me, che non sono in grado di comporre adeguatamente ma, visto che abbiamo completato gli arrangiamenti e ci siamo occupati della produzione tutti insieme, possiamo dire che questo disco è il risultato di un vero lavoro di gruppo. Non ti verrò a dire che lo abbiamo scritto e registrato in un lampo, perché in realtà abbiamo lavorato duramente, ci siamo davvero concentrati nella sua realizzazione ed è stata una bella sensazione potersi concentrare di nuovo sulla musica. Dopo tanto tempo passato a preoccuparci di quello che veniva scritto nei forum su internet, siamo finalmente tornati ad occuparci solo di musica, lavorare a “Polaris” ci ha davvero liberato la mente. Devo dire che, quando hai citato “Infinite” collegandolo a “Polaris”, mi ha fatto un enorme piacere, perché significa che hai capito la nostra performance e ti sei reso conto che stavolta siamo meno rigidi, meno accademici in quello che facciamo. Siamo stati lieti di poterti dare tutte le spiegazioni necessarie su quanto ci è accaduto in passato, però siamo ancora più contenti di avere un disco nuovo per le mani e di poter tornare a suonare dal vivo. Insomma, possiamo finalmente guardare avanti e non preoccuparci ogni giorno di chi ha mentito a chi e di chi ha detto cosa.”
TK: “Come ho detto già all’inizio, un anno fa non avevamo più niente, se non l’amicizia che ci lega. Realizzare questo album è stato per noi come un sogno, un piccolo miracolo, considerando che tutto intorno a noi stava cambiando. Passare dal non avere nulla all’avere un disco di cui parlare oggi, è per me una cosa stupenda ed estremamente importante. Le sensazioni che ho provato realizzandolo, sono davvero simili a quelle che avevo quando mi sono unito al gruppo 15 anni fa: in un certo senso, sono contento che tutto sia crollato, perché questo ci ha dato la possibilità di ricominciare da capo, di ritrovare un’ispirazione perduta. Quello che conta per me è continuare a fare musica, cosa che amo tantissimo, e anche se non abbiamo nessun obbiettivo particolare per il futuro, l’importante è continuare a fare ciò in cui crediamo.”
Penso che i fans ne saranno soddisfatti, per quanto molto sia cambiato in casa Stratovarius, rimane un disco fedele al vostro stile. Senza contare il vostro nuovo chitarrista che è davvero bravissimo!
JM: “Esatto, ha un talento incredibile, riesce a fare cose che nemmeno immaginavo! Quello che mi piace di Matias è che non vuole copiare nessuno ed ha anche avuto un ruolo importante nelle composizioni dei nuovi brani. Il suo stile è straordinario, penso che abbia dato un carattere del tutto nuovo allo stile degli Stratovarius e sono convinto che, per quanto oggi non sia affatto conosciuto nel mondo, dopo il nostro tour avrà il successo che si merita!”
Purtroppo siamo giunti alla fine, volete dire qualcosa ai vostri fans italiani?
TK: “Sicuramente che siamo felici di essere di nuovo in Italia e non vediamo l’ora di suonare da voi. Purtroppo, però, dovremo aspettare fino all’anno prossimo per poterlo fare, in quanto abbiamo già impegnato tutto il 2009 con altri concerti in America e in Asia. Avremmo dovuto partecipare al Gods Of Metal ma per problemi di tempo e di impegni sovrapposti, non riusciremo ad esserci. Ad ogni modo, faremo un tour europeo completo all’inizio del 2010, penso verso febbraio.”
JM: “Sai, a questo punto, tutti si limitano a dire le solite frasi di circostanza ma, sinceramente, per me stavolta è diverso: sono davvero contento di essere qui, so che la grande maggioranza dei nostri fans continua a supportarci e non ha mai smesso di sperare in un nuovo album da parte nostra. Quindi, non posso che dire molte volte
grazie mille e spero di vedervi numerosi ai nostri concerti!”