The Trophy: Obiettivo Champions League!

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Parafrasiamo il tema “sportivo”, come vedremo abbastanza caro ai teutonici The Trophy, per ribadire che il loro debutto, intitolato “The Gift Of Life” e recentemente licenziato sotto il prestigioso vessillo Frontiers, è davvero un buon prodotto di hard melodico moderno e “pop-goticizzato”, ma anche per sottolineare che la prova dei nostri necessiterebbe di un’ulteriore applicazione nel settore “spontaneità”, per competere efficacemente con i campioni del settore. Insomma, al momento più Coppa Uefa (o UEFA Europa League che dir si voglia, anche se non ho ancora chiaro cosa cambierà …) che Champions League, con ampie possibilità future d’accesso al massimo torneo … sempre che, vista la sua natura di “all-star project” (nonostante le “rassicurazioni” che leggerete tra poco), il team alemanno decida (o abbia la possibilità) di “gareggiare” per quella competizione con un secondo disco.
E ora, microfono al “capitano” Todd Wolf …

Ciao Todd, benvenuto su Eutk! Come tutti i “debuttanti” sulle nostre pagine, presentaci brevemente la tua band …

Ciao Marco, molto bene. Tre anni fa ho cominciato a scrivere alcune canzoni che non erano in linea con lo stile della mia seconda band, gli Human Fortress.
Ritenevo questi pezzi troppo forti per rimanere inutilizzati e dimenticati sull’hard disc del mio PC e così durante una pausa dell’attività con gli Human Fortress, ho avuto a disposizione il tempo necessario per continuare quel lavoro e portarlo a compimento.
Mandai una di quelle canzoni (“Justice”) a Michael (Bormann, l’eccellente voce dei The Trophy, N.d.A.) e lui ne fu subito entusiasta. C’incontrammo nei suoi RMB studios di Duisburg, in Germania e cominciammo a parlare seriamente di una possibile collaborazione. Marco (Grasshof, terzo membro del gruppo, N.d.A.) fu coinvolto leggermente più tardi ed ecco perché all’inizio fu il mio “socio” negli Human Fortress Dirk Marquardt ad aiutarci con le tastiere. Così, eccoci qua.
Ora direi di parlare del Vs. curioso monicker e del titolo del disco … Cosa ci puoi dire a questo proposito?
Tutte le canzoni dell’album sono storie che riguardano la nostra vita. Storie tristi, canzoni per divertirsi o riflessi delle nostre esperienze e dei nostri sentimenti. “The Gift Of Life” è, dunque il titolo perfetto per il nostro Cd. Per quanto riguarda il nome del gruppo, la faccenda è molto semplice. Il primo brano che ho scritto per i The Trophy è stata “Get The Cup”. Coppa = Trofeo! Eccolo!
Ti va di raccontarci qualcosa sulla nascita del Cd? Ti sei occupato completamente della fase di composizione? Utilizzi una maniera “speciale” per scrivere le tue canzoni?
Beh, credo di aver scritto circa il 70% del materiale nel mio studio personale di Hannover. Durante la pre-produzione, con Michael abbiamo composto ulteriori quattro canzoni, tre delle quali sono finite sull’album, mentre “The Shades Of Grey” è stata realizzata completamente da Michael.
In merito all’ultima parte della domanda, direi che non seguo nessuna procedura “particolare” nel corso della stesura dei pezzi.
Ho trovato “The Gift of Life” veramente godibile: la Vs. musica mescola in maniera pregevole la tradizione europea dell’hard melodico con un interessantissimo tocco di moderno pop/gothic rock. Quali sono gli influssi che Vi hanno condotto ad ottenere questo particolare tipo di suono?

Grazie per le belle parole. Io penso di avere uno stile chitarristico orientato ad un approccio “crossover” e poi mi piace molto l’energia sviluppata da gruppi come Guano Apes, Linkin Park o Breaking Benjamin. Un’altra influenza possono essere band di pop/rock come i The Rasmus o i Seven and The Sun. Le voci, invece, sono maggiormente orientate al rock classico, se non addirittura, a volte, rivolte ad un’attitudine espressamente AOR.
Parlando nello specifico delle canzoni del disco e rimarcando innanzi tutto la loro notevole qualità media, devo dire che ho trovato particolarmente avvincenti la title-track, “The Way”, “When The Nightmares Wake Me Up” e, specialmente, “Rescue Me”, un brano splendido che evidenzia, a mio parere, anche un’influenza dei The Mission. Cosa ne pensi delle mie scelte? Cosa ci dici, in generale, di questi pezzi?
“Rescue Me” è una delle mie canzoni preferite dell’album, un pezzo profondo pieno di malinconia, che non possiede un coro che puoi cantare dopo averlo ascoltato un paio di volte. E’ stata ispirata da una storia piuttosto triste, splendidamente interpretata da Michael, autore di una grande performance vocale. “The Gift Of Life” è dedicata alla nascita di mio figlio Patrick. “When Nightmares Wake Me Up” tratta di una storia vera e comune, di quelle volte in cui sogniamo cose terribili e ogni cosa sembra davvero reale, tanto che, quando al mattino ci rendiamo conto che era solo un incubo, siamo davvero felici. “The Way I Am” parla di un periodo piuttosto buio della mia vita, di un momento in cui avevo un sacco di difficoltà nei rapporti con le altre persone. Per fortuna quel periodo è passato, ma ci sono cose che non si possono dimenticare e comportamenti che non si riescono a perdonare.
Che rapporto avete con i testi? Cosa ci puoi dire delle particolari liriche di “Liar”, per esempio?

Ci piace molto raccontare delle storie! “Liar” è una canzone di protesta, che tratta degli attentatori suicida in Iraq o Afghanistan. Sono rimasto sconvolto quando ho sentito che per questi misfatti vengono utilizzati bambini innocenti o persone con minorazioni fisiche e mentali.
Per essere completamente onesto, credo che l’uso intensivo della batteria “programmata” abbia contribuito a ridurre un pochino la naturalezza dell’atmosfera generale del disco … Cosa ne pensi?
Guarda che non abbiamo utilizzato solo la batteria elettronica! Certo, abbiamo “programmato” i loops e parte delle ritmiche, ma hi-hat e piatti sono stati suonati da Michael. Personalmente sono soddisfatto del drum sound dell’album. Abbiamo fatto un gran lavoro in studio proprio su quest’aspetto migliorando di volta in volta gli arrangiamenti, sfruttando un metodo che ritengo più pratico per le nostre esigenze. Credo che questi aggiustamenti ci siano anche nelle migliori produzioni di quelle band che possono contare su famosi batteristi in line-up.
Todd Wolf, Michael Bormann e Marco Grasshof sono tre musicisti piuttosto famosi, dotati di personalità di spicco ed esperienze abbastanza diverse. E’ stato difficile lavorare assieme?
Direi proprio di no. Ho conosciuto Michael otto anni e mezzo fa nello studio di Tommy Newton. Michael ha cantato le backing vocals del disco d’esordio degli Human Fortress. Ci siamo tenuti in contatto da allora e quando finii la prima canzone per il disco è stato lui la mia prima scelta. Marco è il tastierista della band di Michael e lavora spesso anche lui negli RMB studios. E’ stato, dunque, abbastanza facile poter contare sul suo apporto per i The Trophy.
Dobbiamo considerare i The Trophy come una band vera e propria o si tratta “solo” di un progetto estemporaneo? Pensate di suonare dal vivo per promuovere il Vs. debutto? Come vedi il Vs. futuro comune?

E’ verissimo che abbiamo iniziato a lavorare sull’album come se il nostro fosse un classico side-project, ma è altrettanto vero che dopo il duro lavoro svolto in studio e l’affiatamento raggiunto, oggi possiamo considerarci una band a tutti gli effetti. Ora la prima cosa che vogliamo fare è attendere e vedere come sarà accolto il disco. L’attività live è possibile e ci piacerebbe molto realizzare un secondo album. Il nostro futuro, quindi, è nelle mani dei fans là fuori.
Quali sono state, finora, la migliore e la peggiore esperienza che hai vissuto nella tua carriera da musicista?
Penso che i momenti più belli si siano verificati durante gli show di Wacken nel 2003 e del Dominion festival nel 2005 a Hull in Inghilterra, in compagnia degli Skyclad … davvero fantastici. L’esperienza peggiore anche quella riguarda la mia militanza negli Human Fortress, ma sinceramente preferirei non parlarne.
C’è in giro qualcosa di “nuovo”, dischi o gruppi, che ti ha particolarmente interessato negli ultimi tempi?
Mi piacciono molto i nuovi lavori di Shakra, Renegade Five, The Rasmus e Sunstorm.
Abbiamo finito. Grazie di tutto e concludi come preferisci…
Marco, grazie a te per averci dato la possibilità di farci conoscere tramite eutk.net. Porta i miei saluti a tutti i nostri fans in Italia.
Cheers, Todd.
Intervista a cura di Marco Aimasso

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