Under Jolly Roger...

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Una volta solcavano gli oceani... ora ai Los Pirates tocca invece affrontare i microsolchi di un CD. Ma lo fanno alla vecchia maniera: sfacciata, rude e senza alcun timore riverenziale. Ora, dopo l'ascolto del loro "Heavy Piracy", andiamo a sentire che cosa ha da dirci, facendolo camminare sull'asse, il loro bassista Giorgio "Spugna" Bonacorsi...

Quando e perchè avete deciso di levare le ancore per l'isola del... metal? Cosa sta dietro all'immaginario piratesco che avete adottato?
Il progetto Los Pirates nasce durante un viaggio a SantoDomingo, nel 2000, dove il metal, passione di chi viaggiava, ha conosciuto la simbiosi del rhum, dei potenti caldi caraibici, della festa e della libertà. Ci è sempre piaciuto il metal per la sua potenza e la sua energia, e la fusione piratesca ispirata da S.Domingo ci è sembrata subito vincente. Ci piaceva l’idea del metallaro come pirata, al di sopra di leggi ed istituzioni, fra goliardia, dissacrazione e rivendicazione.
Tra l'altro da Bergamo l'oceano non lo vedete nemmeno con il binocolo!
Hai ragione, qua di oceani non ne vediamo, se non quelli (di birra) che si formano sui pavimenti dei locali ai nostri concerti, ahah!
I Los Pirates non sono comunque gli ultimi arrivati, puoi riassumere un po' la storia del gruppo?
La band è nata, come sopra, nel 2000. La formazione era differente all’epoca: gli unici due della ciurma sopravvissuti ai vari ammutinamenti sono Giorgio e Angelo, rispettivamente bassista e chitarrista. Nel corso degli anni sono venuti alla luce due lavori: il primo ormai storico demo, lavoro fondamentale per farci conoscere a quelli che poi diventeranno i protagonisti del nostro Galeone (i fan); dopo cambi di line up, furiose battaglie e sbronze megagalattiche è venuto fuori finalmente lo studio album.
Avete lasciato passare diverso tempo tra il primo demo ed il vostro album d'esordio "Heavy Piracy"...
E’ vero, ma è stato perchè non ci si aspettava una reazione così favorevole all’uscita del primo demo, e quindi i primi tempi dopo la sua uscita sono stati pieni di lavoro in sede live. Successivamente i malumori sono esplosi e si sa che quando un componente lascia una band ci vuole sempre del tempo per riprendersi e tornare a solcare i mari come prima (o meglio).
Ad una prima occhiata avrei scommesso su una band presa dal trip per il Power Teutonico... invece ho scoperto - ed apprezzato - non pochi rimandi alla NWOBHM... ma non solo, vero?
La NWOBHM è sicuramente la nostra corrente principale, ma è in generale l’Heavy Metal e la buona musica la fonte d’ispirazione. Bands come Judas Priest, Motorhead, Iron Maiden si affiancano senza problemi alle Orme, alla PFM, ai Led Zeppelin. E’ inutile nascondere la nostra passione per la musica che gli anni ’70 ci hanno regalato. "Heavy Piracy", in questo senso, a mio parere è riuscito a interpretare le diverse correnti senza perdere la compattezza dell’Heavy Metal e la goliardia del Pirata.
Hai voglia di sfogliare le diverse canzoni che fanno parte del disco, magari estendendo il discorso anche ai diversi momenti che hanno portato alla sua realizzazione?
Che domanda impegnativa! Va bene, andiamo con ordine. L’intro del disco è stata scritta dal nostro batterista, il più prog dipendente del gruppo. "Coast of the Caribbean", il vero apripista del disco, è un po' l’inno di Heavy Piracy! Ci siamo divertiti molto a scriverla e registrarla, è un pezzo veloce e potente che rappresenta nientemeno che il teatro dei nostri devastanti baccanali, quindi un posto dove non si scherza, ahah! "Timeless Dreams" affonda i suoi artigli nel Doom e nelle viscere pesanti e sabbathiane che tanto piacciono a Giorgio, il nostro bassista. "The return of Captain Woodhead" (il titolo è un chiaro rimando a “The return of the Giant Hogweed", dei Genesis) è il pezzo che doveva essere il più piratesco possibile, anche grazie al testo (il ritorno del Capitan Testadilegno non è una cosa da poco...). Ricordo che in fase d’incisione sentendo gli “Hoy!” uscire dalle casse dello studio ci sentivamo davvero su una nave pronti a saccheggiare il primo parruccone milionario che trovavamo...in "My Friend, the Slave" abbiamo cercato di esprimere la nostra vena folk popolare, ottimamente interpretata fra l’altro dalla nostra amica Anastasia (la cantante). "Pirate’s Island" è la vena hard rock goliardica della band, dove bisogna suonare forte e veloce senza fronzoli: è il pezzo dove ci aspettiamo parta il pogo impietoso della ciurma!
"We Declare" è una sferzata NWOBHM, con un testo di rivendicazione e di orgoglio piratesco, un pezzo in cui esprimiamo il senso dell’Heavy Metal che ci piace, potente, diretto, ma comunque melodico, in grado di strizzare l’occhio a qualsiasi altro genere. “Another Empty Bottle" è la vena malinconica, è la bottiglia frantumata a terra dopo una sbronza costellata di imprecazioni, è la ragazza che ti lascia perchè ascolti metal e non vai in discoteca a spendere 30 euro per sentire “musica” messa su di un disco, è la vena progressive che abbiamo lasciato scorrere libera alla fine del lavoro.
Quanto i testi influenzano le scelte prettamente musicali, e quanto viceversa avviene con le musica verso il contesto lirico di un brano?
In realtà i testi sono stati scritti tutti dopo la stesura dei pezzi. La musica è decisamente l’origine e l’ispirazione di tutto il lavoro successivo. I testi sono ad opera del batterista e del cantante, e il loro lavoro significa interpretare liricamente il pezzo nella maniera più sincera e adatta possibile al senso della band.
L'album è già uscito da qualche tempo, volevo chiedervi sapere come il pubblico lo sta accogliendo.
Bene! Ad ogni concerto vendiamo un buon numero di album, e sia il pubblico che le webzines stanno dando un parere positivo al lavoro. Noi siamo molto contenti e speriamo che le cose vadano avanti in questo modo. Nel frattempo cogliamo l’occasione per ringraziarvi tutti quanti, fan e webzines.
Avete avuto qualche feedback anche da delle etichette interessate al vostro lavoro... magari al prossimo?
Abbiamo ricevuto diverse proposte che stiamo attualmente valutando. Finché non avremo preso una decisione non possiamo essere più precisi in merito.
Altri dei propositi e progetti in vista per il futuro?
Il proposito è di continuare la promozione di "Heavy Piracy", lavorando nel frattempo alla stesura dei pezzi per il prossimo album. Tutto ciò che noi vogliamo fare è suonare, divertirci, divertire e far sentire il nostro Metal a piu’ gente possibile!
Ehm... ma tutto questo look alla Capitano Sparrow funziona con il gentil sesso?
Mah. Alcuni componenti sono più fortunati di altri, che evidentemente non riescono ad affascinare neanche con una benda sull’occhio e qualche dente marcio. E poi, quante delle ragazze innamoratissime del Capitano Sparrow possono solo immaginare la puzza corporea di un VERO pirata?
Beh... ce la fate a lasciare un ultimo messaggio ai lettori senza cercare di impiccarli sul pennone più alto?
Ho proprio paura di no. L’unica salvezza potrebbe essere pulire il ponte, ma è talmente sporco che non lo troviamo più. Ci vediamo ai concerti e ricordatevi che ogni Pirata è un protagonista e partecipa alla fama del proprio galeone! A presto.
Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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