SURGERY (Daniele Coccia)

Info

Alcuni mesi addietro ho avuto il piacere di imbattermi nei Surgery, recensendo positivamente il loro quarto full lenght "L'Altra Educazione", pur riconoscendone l'estraneità dai miei lidi di competenza, oltre che dai miei gusti personali.
Ciò non toglie che sia possibile riconoscere, e trarre goduria e libidine, talento e bravura anche in un prodotto artistico così distante dal proprio essere. Un mix calibratissimo tra la wave anni' 80, l'electro pop d'annata, il punk ed il metal, ecco la proposta della band di Guidonia (Roma).
Quando si è presentata l'opportunità di intervistare la band, non mi sono certo tirato indietro, ed ecco a voi il resoconto...
 
Benvenuti sulle pagine virtuali di EUTK; una presentazione della band mi sembra doverosa, a voi la parola.
Ciao e grazie per l’intervista. La band è nata nel 2000, quando io (Daniele voce) e Matteo il nostro bassista (alle prese anche con i synth e le drum machine) abbiamo dato il via al progetto. Il nostro obiettivo era quello di realizzare subito un cd, quindi ci siamo messi a lavorare utilizzando i computer e le macchine a nostra disposizione. In meno di un anno abbiamo registrato il nostro primo cd “Made in Caos”. Le sonorità delle 13 Track erano molto sperimentali e rasentavano il rumorismo più estremo. Nel 2002 è entrato a far parte del progetto anche Dario il nostro chitarrista e Cristina, la cantante. In quello stesso anno abbiamo registrato “Coma Catalogue” un cd molto meno sperimentale, ma più industrial. Poi abbiamo cominciato ad esibirci dal vivo. Nel 2004 è stata la volta di “Verso Nega” un cd di 15 brani, tutti cantati in Italiano, orientato decisamente a favore della wave anni 80 e il dark. Nel 2005 sono entrati a far parte della band anche Matteo, il dj e Fulvio il nostro live- performer. Il resto è attualità, suoniamo dal vivo il più possibile e siamo impegnati con la promozione del nostro nuovo e miglior cd “L’altra educazione”.
 
Cosa vi ha spinto a scegliere un monicker così forte? Era già ben chiara in voi la direzione artistica da intraprendere, o si è trattato di un percorso che ha subito deviazioni nel suo dipanarsi?
La scelta di chiamarci Surgery è venuta spontaneamente, ci sembrava un nome sufficientemente memorizzabile e di forte impatto. La nostra direzione artistica non è mai stata certa, si è trattato sicuramente di un percorso mutevole. Ogni brano scritto è figlio di quel momento. Credo che le deviazioni importanti del nostro sound derivino soprattutto dal nostro stato d’animo. Questo ultimo anno è stato per noi Surgery un periodo molto significativo, di fortissimi stravolgimenti personali. Questo si è riflesso indubbiamente sul nostro suono. Nei nuovi brani si respira ancora più tensione e rabbia rispetto a quelli del passato. La rabbia è per noi un buon carburante.

Avete scelto di cantare in lingua italiana; questo per far comprendere al meglio il vostro concept lirico, oppure ci sono altre motivazioni?
Scrivere in italiano permette una comprensione diretta delle nostre idee, almeno in Italia. Interpretare un testo nella lingua in cui si parla e si ragiona, è secondo me molto più naturale e gratificante. Mentre canto, amo rivedere le immagini di quello che interpreto. Io amo la nostra lingua, la sua complessità e le infinite possibilità con le quali poter giocare.

"L'Altra Educazione" presenta liriche incentrate sul concetto del diverso, inteso nella sua accezione più ampia del termine. Volete spiegare meglio il vostro punto di vista, anche per chi non ha avuto la possibilità di ascoltarvi?
La tua è un idea comune a molti. Il titolo (l’altra educazione) penso possa portarti esattamente in quella direzione, ma posso assicurarti che non intendevamo creare un concept album sulla diversità. I testi sono opera mia e racchiudono il mio punto di vista sulla vita. Nei testi ho provato ad integrare le profonde contraddizioni della mia personalità, le mie paure più profonde, e spesso come nel caso di “Grandine” ho cercato di comunicare forza e ambizione a chi è disperato o non realizzato. In altri brani ho denunciato il modo grottesco in cui si fa informazione in Italia, ma questo credo sia sotto gli occhi di tutti. In molte occasioni però c’è una volontà altamente provocatoria e
politicamente scorretta per creare una forte reazione. Questi momenti sono spesso ironici e volutamente equivocabili.

Qual è il motivo che vi ha spinti ad adottare travestimenti in sede live?
In questo caso volevamo davvero proporci in maniera “diversa” rispetto alle altre band. Non siamo sicuramente la prima band che lo fa. E’ sempre stata una mia fissazione. Fin da ragazzino andavo matto nel vedere le foto dei Death ss o di King Diamond. Ultimamente c’è stato il boom delle mask-band, ma non credo smetteremo di travestirci perché è diventato un trend. Le nostre maschere sono fatte a mano ed oltre ad essere molto suggestive, sono un ulteriore attrattiva per il pubblico. Creano un alone di mistero intorno alla band e ci regalano un santo anonimato.

Credo che con la vostra proposta musicale, non vi sia possibile viver di sola musica. Questo è un problema comune a centinaia di altre bands; ora, senza entrare nella sfera privata, come coniugate il vostro vero lavoro con la creatura Surgery?
In un paese come il nostro, nel quale settori fondamentali come la sanità e l’istruzione sono al collasso, non penso sia ragionevole voler fare il musicista da grande. Noi non dormiamo mai,ci facciamo in quattro per far coniugare la musica ai nostri impegni professionali. Ma non tutto il male viene per nuocere. I musicisti migliori che conosco fanno lavori di merda è hanno pochissimo tempo per se stessi, ma quando una passione come la musica viene messa alle strette e diventa un urgenza, possono venire fuori dei veri miracoli. Questa precarietà di fondo, secondo me è il motore dell’underground.

Il vostro sound, solitamente, non raccoglie moltissimi consensi in Italia. Come e dove siete meglio accolti?
Paradossalmente in Italia, ma da Gennaio il nostro manager si è trasferito in Germania e pare che li tirino venti diversi.
 
L'innesto di un dj, avvenuto nel 2005, cosa ha portato a livello di evoluzione del vostro sound?
L’apporto del nostro dj è stato fondamentale, soprattutto dal vivo. Tecnicamente è un elemento validissimo e conosce i tempi di reazione del pubblico. il suo apporto è stato davvero prezioso per noi.
 
Descrivervi è un'impresa assai difficile: nel vostro sound fanno capolino punk e metal, elettronica e noise, decadentismo ed avantgarde, gothic e wave...a questo punto, mi piacerebbe sapere come nasce un vostro brano, come riuscite a far convivere in tre, quattro minuti di durata, queste molteplici versioni di voi.
I nostri arrangiamenti nascono dal basso e dalle macchine. Poi arrangiamo le partiture di chitarra e testiamo la resa della basi su degli impianti professionali. Una volta smaltiti questi procedimenti, registriamo sommariamente il materiale su cd, in maniera che io possa lavorare sulla lirica e sul testo ovunque. In seguito proviamo il pezzo in sala, tutti insieme. I generi che hai citato sono tra quelli che ascoltiamo, ed è inevitabile che influenzino le nostre composizioni. Riusciamo a far convivere le nostre derivazioni in modo naturale, senza spremerci troppo le meningi. Ognuno fa la sua parte e lascia sul brano la sua impronta.

La vostra musica potrebbe accompagnare benissimo dei lungometraggi. Avete mai pensato di percorrere questa direzione artistica?
Sarebbe bellissimo poter fare la colonna sonora ad un buon film. Tempo addietro ci avevano contattato a tal proposito, ma dopo tante belle parole non si è fatto niente. Una mia ambizione è invece quella di integrare sempre di più il teatro nei nostri show.

Quali sono le bands che più vi hanno influenzato? E quali giovani realtà ritenete valide nel panorama musicale mondiale?
Per quanto riguarda le band che ci hanno influenzato potrei farti molti nomi; Depeche Mode, Celtic Frost, Ministry, Atary Teenage Riot, Hocico, Killing Joke, Rammstein, Fear Factory, Bauhaus, Diaframma, C.c.c.p, Lacrimosa, Anathema e molti altri. Tra le recenti realtà che mi hanno attratto di più, posso farti il nome degli “Isis” per quanto riguarda il metal, e il nome dei “Combichrist” sul versante elettronico.

La macchina Surgery ha già pianificato i suoi prossimi mesi di vita? Parlo di esibizioni live, eventuali collaborazioni e pezzi nuovi...
Abbiamo ancora un paio di concerti a Roma, a febbraio e a marzo. Tra aprile e giugno suoneremo a Milano, Bologna, Torino e Foggia. (le date esatte saranno presto su myspace.com/surgerycaos o su www.surgerycaos.com).
Da gennaio stiamo collaborando con la Kick Agency che sta promuovendo ottimamente la nostra musica. Per quanto riguarda il nuovo materiale; abbiamo molti ottimi brani che registreremo in autunno.

Lascio chiudere a voi come meglio credete.
Un saluto a tutti i lettori. E un ringraziamento particolare a Eutk.

Intervista a cura di Andrea 'ELASTIKO' Pizzini

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?