Lo spirito dei Fvoco Fatvo non è certo andato perduto, anzi.
Infatti, nella loro nuova incarnazione gli Eversin si aprono a nuove strade, senza comunque perdere mai di vista il proprio passato, che li hanno portati alla realizzazione del loro album “Divina Distopia”. Di questo ed altro parliamo con il loro bassista, Ignazio Nicastro.
Ciao Ignazio, nel vostro ultimo lavoro, uscito da pochissimo tempo, avete dato una sterzata al vostro sound, fattosi ora più cattivo per quanto sempre articolato, è stata un'evoluzione naturale?
Innanzitutto vorrei ringraziare te Sergio e tutti a Metal.it per lo spazio che ci state concedendo… In “Divina Distopia” il nostro sound, così come notavi tu, si è molto incattivito ed ispessito. Pur non avendo rinunciato a scrivere brani articolati e piuttosto lunghi, abbiamo optato per una maggiora snellezza in alcune soluzioni, che a mio avviso rispecchiano davvero ciò che è adesso la band. In tutto l’album puoi sentire una forte nota Thrash, molto vicina al sound di band come Megadeth, Annihilator e Iced Earth, band che comunque sono da sempre nostre forti influenze. In passato alcune delle nostre composizioni hanno sofferto un po’ perche fa volte un po’ troppo cervellotiche, cosa che a me ha sempre dato parecchio fastidio. C’è anche da dire che da poco siamo tornati ad essere un trio, ricominciando a comporre la musica che più ci piace, con la conseguenza che certe composizioni cervellotiche e sterili non avranno più motivo di esistere.
E' ancor più evidente come abbiate cambiato il nome al gruppo, tuttavia non sembra proprio che abbiate rinnegato i Fvoco Fatvo e quanto fatto in precedenza...
Non rinnegheremmo mai ciò che abbiamo fatto in passato. Oggi siamo però in una posizione migliore, che ci consente di poter valutare davvero quanto fatto ai tempi dei Fvoco Fatvo… Non rinnego nulla, sia chiaro, ma come ti dicevo prima, riconosco che a volte abbiamo commesso degli errori. Errori che adesso non hanno più motivo di esistere.
Ora avete adottato un monicker semplice come Eversin, al quale però contrapponete una musica che è tutt'altro che semplice, è solo un caso?
Si, decisamente. La scelta di cambiare moniker deriva dal fatto che Fvoco Fatvo è legato ad un certo modo di concepire e scrivere musica che adesso non esiste più. In alcuni brani si possono sentire delle similitudini con quanto abbiamo prodotto in passato, è naturale, ma Divina Distopia è un disco degli EVERSIN e non dei Fvoco Fatvo. EVERSIN è un moniker semplice, che rimane subito impresso e che rende molto meglio. Inoltre è in inglese, cosa che, volenti o nolenti, per i mercati internazionali è più indicata.
In ogni caso, sono state scelte di gruppo, oppure c'è stato un leader tra voi che vi ha spinto in questa direzione?
Nessun leader, davvero. Io ho cominciato a sentire questa necessità subito dopo l’essere tornati un trio. Parlai della cosa ai ragazzi, i quali, seppur con un po’ di tristezza decisero con me che cambiare il moniker era la cosa migliore.
Entriamo un po' nei dettagli del disco, ho notato che è diviso in quattro atti, si tratta quindi di un concept?
Divina Distopia non è un album a concetto. E’ suddiviso in atti perché alcuni brani trattano il medesimo tema, ma non si tratta di un tema ricorrente per tutto il disco. Abbiamo affrontato varie tematiche, dal sociale all’intimistico, ricorrendo a metafore e parallelismi vari, senza però legare tutti i brani tra loro.
Come si inserisce l'immagine che avete scelto per la copertina in questo contesto?
La copertina è il parto della mente di un artista secondo molto bravo, Fabrizio Pavia, www.metaphobia.net. L’abbiamo scelta perché oltre ad essere molto d’impatto e moderna, presenta una figura con il petto lacerato all’altezza del cuore. Come se un qualcosa la stesse dilaniando dall’interno. Diciamo che rappresenta la distruzione della parte umana, il cuore. Distruzione che lascia spazio solo all’esteriorità, tema molto trattato nel disco.
Proseguendo nell'analisi di "Divina Distopia", puoi riassumerci quelli che sono invece i contenuti dell'album sul piano musicale?
E’ un disco che cresce ascolto dopo ascolto. All’interno di un medesimo brano si possono trovare ed apprezzare molti elementi. Parti speed che fanno da contorno a parti più lente e cariche di groove, o elementi progressivi che si accostano a parti più dirette e Thrash oriented. Il tutto condito da un’interpretazione vocale molto potente, espressiva e decisamente particolare, sia nel bene che nel male… “Divina Distopia” è un disco che presenta un Power-Thrash tecnico ed articolato, che incontrerà i gusti sia dei Metal Head più cattivi che di quelli più riflessivi ed attenti all’esecuzione tecnica…
Avete fatto uscire l'album per la My Kingdom Music, ma per un certo periodo sembrava doveste uscire per un'altra etichetta... cosa è successo?
Per il cambio di etichetta non è successo nulla di particolare in realtà. Ci siamo resi conto che volevamo essere seguiti in maniera diversa dalla label, e di comune accordo con Frank abbiamo deciso di rescindere il contratto. I rapporti sono rimasti ottimi, e del resto non ci sarebbe stato motivo di incrinarli. Può capitare di non essere completamente sulla stessa lunghezza d'onda, ma quando si parla di gente onesta e preparata certe incomprensioni si risolvono immediatamente. Ci siamo subito accasati presso la MKM e devo dire che ad oggi sono soddisfattissimo.
Come vedi invece la scena musicale italiana ed internazionale? Uno su migliaia ce la fa... quanto conta la vera bravura in questo?
La scena Italiana, da un po’ di tempo è in crescita, ma è ancora lontana dal raggiungere le scene Metal dell’Europa del nord. In Italia c’è troppa esterofilia, cosa che va davvero a danneggiare i gruppi che meritano. Aldilà del solito problema con alcuni discografici che si ostinano a preferire band estere alle miriadi di gruppi con le contropalle italiani, ho notato che c’è sempre una sorta di diffidenza anche tra chi non è un addetto ai lavori, come se si desse per scontato che i prodotti esteri siano superiori sempre e comunque. Sono cosciente che l’Italia in ambito Metal è sempre stata deficitaria se si fa eccezione per alcuni nomi, ma continuando ad essere esterofili il problema può solo aumentare, ed il dislivello con il resto dell’Europa diverrà incolmabile.
Che ne pensi di Internet e di tutti gli effetti "collaterali" con cui questo immenso calderone ribollente sta cambiando la cultura mondiale?
Mah…Internet ha rivoluzionato il mondo sia in positivo che in negativo… Non so se più positivamente che negativamente però. E’ ormai un mostro di proporzioni incontrollabili che continua a crescere, facendo così crescere anche tutti i lati negativi insiti in sé. E’ una creazione di assoluto valore, ma che ha reso schiava l’umanità. Un prezzo alquanto alto.
Ed a proposito di cultura, pensi che la musica - sopratutto il Metal - sia solo uno svago, divertimento... oppure che possa essere considerata alla stessa stregua della letteratura?
Il Metal è una filosofia, uno stile di vita, molto più di tutti gli altri generi musicali. Chi ama questo genere non è solo un semplice ascoltatore di musica, ma è un qualcosa di più. Il Metal, se lo senti dentro, se lo fai tuo, ti cambia la vita, ti fa crescere…Più che alla letteratura accosterei il Metal alla filosofia…
Tornando agli Eversin, quali sono i vostri prossimi appuntamenti ed impegni?
Speriamo di poter portare in giro il disco in estate, in qualche festival… Tutto però dipende da come riusciamo a giostrare la cosa con i nostri lavori. Se l’idea live dovesse risultare non fattibile vorrà dire che ci concentreremo sul nuovo capitolo in studio… Speriamo bene.
Ti ringrazio... concludi pure l'intervista come preferisci!
Grazie ancora per l’intervista e per il preziosissimo supporto che ci state dando…Lo apprezziamo davvero. Ed a voi, lettori di Metal.it…Comprate “Divina Distopia”, rubatelo, masterizzatelo, fatevelo regalare, ma dategli un ascolto. Non vi deluderemo, è una promessa.
Su www.myspace.com/eversinmetal trovate l’intera versione di “X.E.N.O.S.” e “ANGEL OF SILENCE”… Vi garantisco che faranno scapocciare la vostra testolina.
METAL RULES guys!!!