Nella giornata più fredda della storia del marzo milanese, almeno a mia memoria, arriva l’incontro con una delle menti più illuminate della “nuova generazione”: mr. Tobias Sammet, mastermind degli Edguy e del progetto Avantasia.
L’intervista è preceduta da una listening session del nuovo lavoro degli Avantasia, che uscirà in contemporanea in due distinti capitoli, “The Wicked Symphony” e “Angel Of Babylon”. Sostanzialmente, i due album sono molto simili e ripartono da dove si era fermato il precedente Scarecrow, pur senza raggiungerne il livello di ispirazione e freschezza. Un ascolto è poco per giudicare un’opera così complessa e articolata, ma le impressioni che ho avuto sono chiare: suoni molto aggressivi, diverse canzoni molto somiglianti nella struttura e nelle linee melodiche, grandissimo lavoro chitarristico e ottime prestazioni vocali da parte di tutti gli ospiti e dello stesso Tobias. Il genere…beh…direi che è indefinito: ci sono alcune sgroppate power/speed, parecchi richiami all’hard rock, un po’ di classic metal, qualche ballad e addirittura episodi gothic. L’impressione è che mai come questa volta Tobias abbia deciso di plasmare ogni canzone a immagine e somiglianza dell’interprete vocale di turno.
Ci sarà tempo comunque nelle prossime settimane per assimilare il lavoro e giudicarlo a dovere. Ora è il momento di riportarvi la chiacchierata con il celebre singer/compositore/bassista, una persona davvero gentile e rilassata, che dedica a tutti i presenti sorrisi, battute e strette di mano. Dopo aver ordinato un “caffè americano” in ottimo italiano, Tobias è tutto per noi per circa un quarto d'ora. Non abbastanza per parlare di tutto ciò che avevo in mente, ma sufficiente per un interessante scambio di battute.
Ciao Tobias, benvenuto sulle pagine di metal.it e complimenti per questo ennesimo capitolo marchiato Avantasia: possiamo definirlo, anche a livello di testi, un proseguo del concept iniziato con Scarecrow? Se non sbaglio, a grandi linee, parlava di un artista con un difetto fisico grazie al quale riesce a raggiungere fama e notorietà: cosa succede in questi nuovi album?
"Grazie Alex. Sì, in effetti questo nuovo lavoro parte da dove era finito Scarecrow, ma non si tratta di un proseguo cronologico della storia. Le singole canzoni sono ritratti di differenti stati d’animo di questo artista, riguardano le tentazioni e le emozioni che prova quando sperimenta fama e successo. Sai, come un pendolo che va da destra a sinistra, si passa da momenti in cui prevalgono le tentazioni e il male a momenti in cui prevale la lucidità e in cui egli si chiede che direzione stia prendendo la sua vita. Più che una vera e propria storia, si tratta di un’esplorazione della natura umana, degli estremi opposti della natura umana. Un po’ come nel Faust di Goethe. In questo caso ogni canzone è una storia a sé e, a livello di testo, sta in piedi da sola, non ha bisogno della precedente o della successiva per essere compresa."
Dopo la Metal Opera, si chiude quindi definitivamente la seconda grande storia degli Avantasia?
"Credo di sì, potremmo dire che la storia iniziata con Scarecrow viene completata con questi album."
Perché hai voluto pubblicare due distinti album invece che un doppio?
"Beh, sai, il materiale scritto era davvero tanto. In effetti, gran parte del materiale di quello che potremmo chiamare Scarecrow parte II era già stato scritto quando registrammo Scarecrow. A quei tempi, comunque, abbiamo voluto concentrarci sulle 11 tracce che sarebbero finite nell’album e abbiamo accantonato il resto. Quando ci siamo ritrovati per registrare qualche mese fa, ci siamo accorti che c’erano ancora diverse idee da aggiungere al materiale messo da parte ai tempi di Scarecrow, così sono nate diverse nuove canzoni. Quando ci siamo accorti che le tracce a disposizione erano davvero tante, troppe per fare semplicemente un lungo Scarecrow parte II, abbiamo deciso di realizzare insieme alla parte seconda anche la parte terza. E’ per questo che usciranno due distinti album, che poi sono molto più lunghi di un normale doppio album."
Di recente hai dichiarato che con la situazione attuale dell’industria discografica pensare di realizzare nuovamente in futuro un lavoro come questo sarebbe impossibile. Troppe persone coinvolte, troppi investimenti necessari in un momento in cui la parola d’ordine è “contenere i costi”. La pensi ancora così?
"Onestamente, non lo so con certezza. Quello che è sicuro è che nulla sarà più come qualche anno fa, perché la gente non compra più musica. So che, anche tra i nostri fan, molti capiscono che il modo migliore per supportare la band che si ama è comprare il disco originale. Questo nell’ambito metal succede meno, ma molte persone, soprattutto tra i più giovani, non comprano più musica perché gli manca completamente l’amore per il rituale magico dell’acquisto di un nuovo album. Io, ad esempio, mi ricordo quando comprai il doppio vinile del Live After Death: lo aprivi e in mezzo trovavi questo booklet gigante di otto pagine, che io mi fermai ad adorare ancora prima di sentire il disco. Ecco, si è proprio perso completamente l’amore per questo rituale. In più, si è persa completamente l’attenzione per la qualità del prodotto. Non interessa più, basta sentire qualcosa, in qualsiasi modo. Io spero che riusciremo a sopravvivere in questa situazione e a continuare a fare dischi. Ma tanti amici che in passato vendevano abbastanza per poter vivere di musica, ultimamente non ce la fanno più. E non certo perché la qualità dei loro dischi sia peggiorata. Le band non fanno più dischi perché materialmente non possono farlo, non perché non lo vogliano. È una cosa triste e non è possibile chiudere gli occhi di fronte a quello che sta accadendo."
Sono davvero curioso di sapere come nasce un album degli Avantasia. Pensi prima alla storia, prima alla musica, oppure semplicemente scrivi a ruota libera?
"Beh, storia e musica si influenzano a vicenda. Quando parto con la scrittura, ovviamente ho già in mente dove voglio andare a parare. Sostanzialmente, però, viene prima la musica. Una volta messe giù le idee riguardo la musica, ovviamente, penso a quale parte della storia sia più adatta per quel tipo di canzone. Dipende ovviamente, almeno nel caso di questi album e di Scarecrow, a quale stato d’animo del protagonista è necessario associare determinati passaggi musicali. Comunque devo dire che mi sento abbastanza libero nella fase creativa, non c’è un vero e proprio modus operandi, anche se nella maggior parte dei casi mi ritrovo a scrivere i testi quando la musica è già composta."
Qualche parola sulle guest star che appaiono per la prima volta al tuo fianco è d’obbligo. Cosa ci puoi dire dell’esperienza con Jon Oliva? Come vi siete conosciuti? Come l’hai convinto a partecipare?
"Ci siamo conosciuti quattro anni fa in aeroporto, in Spagna. Edguy, Helloween e Jon Oliva’s Pain erano impegnati in due festival in Spagna e dovevamo trasferirci da una location all’altra. Il problema è che il volo fu ritardato di circa 10 ore, prima dell’annuncio della definitiva cancellazione. Quindi passammo molto tempo insieme chiacchierando del più e del meno, anche perché era un aeroporto molto piccolo e non c’era assolutamente nulla da fare se non parlare. Ricordo che lo trovai una persona davvero molto, molto divertente. Quella volta, comunque, non parlammo degli Avantasia. La nostra collaborazione è nata solo nell’ultimo periodo di lavorazione di questi album. Avevo scritto “Death Is Just A Feeling” e cercavo chi potesse interpretarla al meglio. Era necessario avere qualcuno che facesse trasparire la tragicità del pezzo, volevo un cantante che avesse…come dire…straordinarie capacità di attore. Ho pensato ad Alice Cooper o King Diamond, sarebbero andati benissimo, ma poi ho pensato a Jon e ho provato a contattarlo. Appena ha sentito il pezzo, la sua risposta è stata “penso che tu abbia scritto questa canzone per me”. In realtà non era così, ma lui era davvero la persona adatta per farla rendere al meglio. Non ci siamo incontrati per la registrazione. Ho mandato il master in Florida ed è tornato completo di parti vocali. Appena l’ho sentito ho pensato “Sì, questo è esattamente ciò che avevo in mente”."
A proposito invece di Klaus Meine…immagino che per un giovane ragazzo tedesco cresciuto con gli Scorpions sia stata un’emozione particolare lavorare con lui.
"Assolutamente sì. Sinceramente lo conoscevo davvero poco personalmente. Mi sono avvicinato a lui grazie a Rudolf Schenker, che ha partecipato alla realizzazione di Scarecrow. E’ stato lui a convincerlo a collaborare con me. Per me sentirlo cantare una mia canzone è stata veramente un’emozione, lo guardavo come un fan quattordicenne pieno di gioia. Lui è uno dei miei punti di riferimento. Inoltre considero gli Scorpions in assoluto la miglior band tedesca. Non la miglior band tedesca nata finora, ma proprio la migliore in assoluto: nessuno potrà mai nemmeno avvicinarsi a loro e a quello che hanno fatto, né ora né in futuro. Dopo le session in studio, devo dire di essere stato particolarmente sorpreso riguardo la registrazione del video. Il pezzo con Klaus è il primo singolo estratto dagli album, quindi abbiamo registrato anche un video promozionale. Al momento di registrare, ho chiamato Klaus perché avevo bisogno del suo permesso per realizzare il video, che pensavo di fare senza di lui, anche se mi dispiaceva parecchio non avere immagini del cantante principale. Al telefono ho esordito dicendogli “So che sei molto impegnato, non voglio disturbarti oltre, mi servirebbe la tua autorizzazione…” Lui invece, senza battere ciglio, mi ha detto “Ci sarò anche io, non ti preoccupare”. Questa cosa mi ha sorpreso piacevolmente! Quindi vedrete anche lui nel video!"
Ci saranno dei concerti a supporto di questi nuovi album? Ho notato che nei prossimi mesi sarai impegnato dal vivo con gli Edguy, quanto dovremo attendere prima di vedere nuovamente gli Avantasia sul palco?
"Sinceramente non penso che ci saranno altri tour degli Avantasia. Quello che c’è stato è avvenuto soprattutto grazie a diversi festival estivi che ci hanno voluto fortemente come headliner: era un’opportunità che non poteva essere sprecata. È stato incredibile e divertente. Per il resto, abbiamo tutti impegni inconciliabili. Forse realizzeremo un DVD live per il prossimo anno, ma i fan purtroppo di dovranno accontentare di quello. Anche a me dispiace veramente tanto, ma rimettere insieme tutti per un nuovo tour è attualmente impensabile."
Dopo le esperienze con gli Avantasia, ti senti solo dietro il microfono quando torni con gli Edguy oppure non vedi l’ora di essere di nuovo l’unico cantante?
"Certo che non vedo l’ora! Così nessuno può rubarmi la scena (risate). A parte gli scherzi, sono situazioni diverse e mi trovo a mio agio in entrambe. Certo, con gli Avantasia dal vivo ero molto più tranquillo nei giorni in cui la voce non era al massimo, perché c’erano fior di cantanti pronti a sostenere i miei eventuali passi falsi."
Cosa ascolti in questo periodo della tua vita?
"Ascolto molto i Magnum. Poi mi piace particolarmente una band svedese chiamata H.E.A.T. con cui siamo stati anche in tour. Inoltre, attendo davvero con ansia il nuovo Masterplan."
Hai sentito l’ultima release degli Helloween? Cosa pensi di una scelta particolare come quella di realizzare un best of completamente riarrangiato come Unarmed?
"Beh, sai, io penso che ognuno sia libero di fare ciò che vuole con il proprio materiale. Certo, da fan preferisco sentire le versioni originali di quei brani, ma direi che non sono proprio nella posizione adatta per poter giudicare la scelta di una band così importante e soprattutto di una band di amici. Innanzitutto credo che il loro passato giustifichi anche una scelta così particolare e coraggiosa. Inoltre, sinceramente, sono davvero contento per qualunque musicista che riesce a proporre esattamente quello che vuole proporre. Senza pressioni, senza obblighi: quando un musicista è libero di fare quello che desidera, allora vuol dire che il mondo della musica funziona."
Tra Edguy e Avantasia sicuramente sei parecchio impegnato, ma cosa fai nel tuo tempo libero?
"Beh, un po’ di sport: mi piace fare lunghe camminate e correre. Mi piace giocare alla play station, mi piace guardare il calcio. Poi, invece, quando proprio sono molto molto annoiato mi piace scrivere belle canzoni (risate). Ma ascolto anche parecchia musica: sinceramente, il mio hobby principale rimane la musica e credo che sarà per sempre così."
Hai visitato parecchi paesi durante i tour. Non mentire ora, mi raccomando…come cambiano le persone da paese a paese e quali sono le nazioni che preferisci? Esiste o no questo tanto decantato “best audience in the world”?
"Oh, no, no, sul serio, non esiste. O meglio, ci sono posti come l’America Latina o il sud dell’Europa dove il pubblico ti da davvero molto, ma non potrei dirti che sono meglio o peggio di altri posti. Semplicemente, sono diversi. Anche suonare negli States è stato fantastico, così come nei paesi scandinavi. Sarò onesto con te: quello che fa veramente la differenza è il cibo. Non vorrei dilungarmi troppo su questo, ma quando sono in Italia trovo sapori che non esistono in tutto il resto del mondo. La cucina italiana è davvero incredibile. La conosco fin da bambino, perché ho trascorso tutte le mie vacanze estive in Italia, me ne sono innamorato e non riesco a farne a meno. Anche se non è la stessa cosa, anche all’estero cerco sempre i ristoranti italiani. Per quanto riguarda i concerti, nonostante un ottimo seguito in Italia non abbiamo suonato spesso. Sinceramente, non so proprio perché. Solitamente facciamo una sola data a tour. Io sono stato qui recentemente per una data di beneficenza a favore delle vittime del terremoto in Abruzzo ed è stato fantastico, così come tutte le altre volte che sono stato a suonare in Italia. Il paese che finora ha maggiori relazioni con noi è la Svezia. Credo sia per il fatto che lì i promoter hanno scelto di puntare su di noi, chiamandoci spesso per tour da headliner, cosa che in altri paesi non succede. Essendo il paese che più ha creduto in noi, ovviamente ci sono particolarmente legato. In generale, comunque, ho apprezzato tutti i paesi dove sono stato: ho sempre trovato parecchi lati positivi in tutti i posti che ho visitato, sia grazie alla musica che viaggiando privatamente."
Ok Tobias, il nostro tempo è finito, a te lo spazio per salutare i lettori di metal.it
"Bene. Un saluto a tutti i lettori! Ringrazio in particolare tutti quelli che leggeranno questa intervista! E vorrei dire a tutti una cosa: andate a sentirvi qualcosa degli album. Se vi piacciono, però, comprateli o scaricateli legalmente. Supportate
“the honest, great handmade music”!"