L’uscita della compilation “Better Undead Than Alive 2” da parte della Code666, per il decennale dell’etichetta, è l’occasione per fare due chiacchiere col suo boss, Emiliano Lanzoni. Il nostro, oltre a mettersi a nudo, anticipa in esclusiva anche il ritorno degli Ephel Duath sulla sua etichetta.
10 di storia della Code666. Ti piacerebbe raccontarci come è nata l’etichetta e come sono andate le cose, soprattutto all’inizio?
EMILIANO: volentieri. in quel periodo me la passavo male, ero stato cacciato dalla Boundless records che avevo fondato nel 1993 con alcuni soci, la mia band dove cantavo era ormai sciolta o quasi, i miei genitori si stavano separando dopo 30 anni di matrimonio, non avevo un soldo in tasca, e soffrivo di attacchi di panico e di depressione pesante. Fortunatamente non ho mai voluto far uso di droghe o bere Alcolici, altrimenti sono certo ne avrei abusato in ogni modo e maniera, mi sentivo proprio una merda. Poi un giorno mi alzai dal mio letto dove passavo gran parte del tempo a commiserarmi per andare a pisciare, e mentre mi svuotavo mi venne in mente di scrivere una fanzine per sfogarmi, sai di quelle come si facevano ai miei tempi, stampate su carta e fotocopiate in alcune centinaia di copie… è così che nacque code666, il numero zero lo realizzai in pochi giorni, poi feci un pò di flyers che spedii in giro ed iniziai a distribuire la ‘zine gratuitamente a concerti, negozi di musica, contatti vari… con mio grande stupore piacque molto e mi affrettai a preparare un secondo numero, che andò ancora meglio. Quando mi misi all’opera sul terzo, mi resi conto che non mi bastava, volevo di più, avevo proprio bisogno di ampliare la valvola di sfogo che code666 era diventata per me, e decisi di trasformare la ‘zine in una etichetta. Era marzo del 1999, ed eccomi qua dopo 11 anni ormai, chi l’avrebbe mai detto?
Come mai hai scelto il nome Code666 con il riferimento luciferino? Qualche significato particolare?
EMILIANO: è il titolo di uno snuff movie messicano (finto o vero, non lo so) che vidi su una VHS malridotta nel mio periodo nero. Il film era una porcata, ma mi colpì tanto che il giorno dopo stetti talmente male (attacchi di panico, paralisi, ansie ed angosce varie) che fui portato in ospedale e lì mi resi conto che avevo proprio toccato il fondo e potevo solo risalire, dopo poche settimane ero lì a scrivere la fanzine, e code666 fu una scelta quasi obbligata.
Qual è stata a prima band che hai messo sotto contratto? Soprattutto, all’inizio, con che criterio sceglievi le band da mettere sotto contratto?
EMILIANO: furono i padovani Ephel Duath, il cui demo su cassetta mi fu recapitato dal postino insieme ad un tot di altri pacchetti che avevo ordinato (eh si, sembra incredibile oggi , ma nel 1999 non esisteva myspace ed i demo su cassetta con i flyer fotocopiati dentro al pacchetto erano ancora all’ordine del giorno) Rimasi folgorato da “Opera”, tanto che telefonai subito ad un allora poco più che adolescente Davide Tiso per dirgli che gli Ephel Duath erano pazzeschi e volevo produrre il loro debut album. Poi invece feci uscire prima i russi Rakoth che erano stati più veloci a registrare il disco.
Dopo 10 anni si fa in genere un bilancio. Qual è il tuo bilancio di questa esperienza fino a questo momento?
EMILIANO: un bilancio assolutamente positivo! Ora questa mia passione mi dà da vivere, mi sono lasciato alle spalle il brutto periodo e nonostante Crisi, Pirateria, Berlusconi e cazzi vari, riesco ancora a camparci, il che è incredibile.
So che non è corretto chiederlo, ma, tra tutte le band che hai avuto sotto contratto, ce n’è qualcuna cui sei particolarmente legato?
EMILIANO: sono gli Ephel Duath, non mi vergogno ad ammetterlo :) in un modo o nell’altro amo tutti i dischi che ho fatto e le bands con cui ho lavorato, ma la band di Davide Tiso, forse perché fu la prima che scelsi, forse perché siamo diventati amici fraterni, forse perché poi quando sono passati su Earache hanno avuto un successo anche inaspettato, insomma per tanti motivi sono e sarò sempre legato a loro. Fra l’altro credo di poterti rivelare in anteprima mondiale assoluta, che hanno deciso di tornare con code666 , che si occuperà di pubblicare il loro nuovo album dal titolo “Unakite” a metà del 2011!!! Ne sono entusiasta!
Ce n’è qualcuna che ti ha deluso? C’è qualche disco di cui ti sei pentito della pubblicazione?
EMILIANO: si, non è opportuno fare nomi, ma è inevitabile commettere errori, per fortuna credo siano una minoranza, sono riuscito a sbagliare poco nelle scelte, ma certo di alcune poi mi sono pentito… certe volte non è per niente facile, dato che si scelgono bands magari dopo aver sentito un paio di brani incompleti , e poi il disco viene fuori assai diverso da come te lo immaginavi, oppure si segue una band e la si sceglie per i dischi passati, per poi scoprire che proprio ora hanno deciso di cambiare genere, stile ed attitudine!
Dal punto di vista delle vendite puoi dirci in media quanto vende un disco Code666? In questi 10 anni quale disco è stato il top seller?
EMILIANO: la media è molto poco indicativa, dato che ci sono enormi differenze, determinate dal disco e dalla band, ma anche dal periodo dell’anno o dall’anno stesso. Per esempio nel 2003 abbiamo battuto ogni record di vendite, perché il boom della banda larga , di napster ed emule non era ancora al suo apice, mentre l’anno dopo abbiamo rischiato la bancarotta perche TUTTI scarivano i dischi senza pagarli a prescindere dalla loro qualità… diciamo solo che il disco che ha venduto meno ha fatto ben 129 copie, mentre il best seller ha superato di molto le 10.000 copie…
Se potessi mettere una band sotto contratto, chi metteresti? (Metallica non vale, si parla sempre di underground)
EMILIANO: nell’underground ho messo sotto contratto quasi tutte le bands che mi piacciono e di cui sono a conoscenza, mentre se parliamo di realtà ben più grosse avrei dato un braccio per poter pubblicare i Refused o i Breach…
Spiegheresti ai nostri lettori, in maniera più o meno esaustiva, in cosa consiste il tuo lavoro? Voglio dire, dal momento in cui una band si mette in contatto con te fino al momento in cui il disco viene pubblicato e deve essere promozionato, quanti e quali sforzi bisogna fare?
EMILIANO: cazzo, mi ci vorrebbe un mese per entrare nei dettagli di tutto il processo, che è lungo, articolato e spesso incasinato da problemi e contrattempi. Diciamo che nel 90% dei casi non sono le bands a contattarmi, ma sono io a farlo. Ricevo uno sproposito di promo e segnalazioni, ma raramente si tratta di cose interessanti, per cui la mia attività di scouting è incessante e continua.
Quando trovo una band che mi piace, valuto la fattibilità della cosa: 1) sono liberi? 2) sono teste di cazzo? 3) sono attivi? 4) sono in progressione o in regressione? 5) hanno la giusta attitudine al lavoro? Ecc…se soddisfano tutti i requisiti allora li contatto ed iniziamo a negoziare un contratto, che può essere di 1,2,3,4,5 album a seconda dei casi, a condizioni anche molto diverse da band a band. Una volta firmato i contratti iniziamo a pianificare con loro le registrazioni, lo studio, il mixaggio, la grafica, le foto, la biografia, la presentazione, la data di uscita… Poi iniziamo a promuovere la band presso riviste, webzines, radio e distributori in tutto il mondo. Quando abbiamo i master mandiamo in stampa il disco in Germania, Austria, Repubblica Ceca o Slovacchia, nella stamperia più adatta al tipo di cd, alla tiratura, alla logistica ed al budget. Nel frattempo otteniamo le liberatorie del copyright internazionale per i sample, creiamo i codici ISRC, compiliamo i moduli DRM della SIAE e paghiamo la licenza per i bollini, trattiamo con gli eventuali editori le royalties meccaniche, e ci sinceriamo che non ci siano problemi di copyright con nessuna delle parti coinvolte. Nel frattempo parte la promozione digitale tramite HAULIX, dove inviamo a migliaia di nostri contatti il promo del disco in forma digitale, per recensioni, air play, interviste e quant’altro. A questo punto se il budget lo consente prenotiamo pagine di pubblicità sulle riviste e/o banner su internet e quando abbiamo le copie finite ne inviamo diverse centinaia agli uffici stampa dei nostri distributori, ad alcune agenzie promozionali nei mercati strategici, a promoter ed iniziamo la ricerca di possibili licenze territoriali o di formato. A questo punto iniziamo a rompere i maroni ai distributori per ottenere i loro ordini, prepariamo i pacchi e spediamo in tutto il mondo i cd. Inviamo tot copie alle bands per le vendite durante i tours, e cominciamo a seguire ogni singolo distributore nelle sue esigenze di marketing per cercare di ottenere il miglior risultato possibile in termini di visibilità e vendite. Poi ci sono le royalites da pagare alle bands, le fatture da incassare dai venditori, il webstore da seguire, le pratiche burocratiche/amministrative, l’IVA, l’intrastat, i bilanci, il business plan, i siti e mille altre cose che ora non posso elencare nel dettaglio, diciamo che si tratta di una mole ENORME di lavoro.
Dal punto di vista burocratico/organizzativo, quant’è difficile produrre musica in Italia?
EMILIANO: parecchio, la SIAE è gestita come se fossimo ancora nell’ottocento, e l’ammontare di scartoffie, burocrazia, tasse, gabelle ed adempimenti è esagerata ed immotivata…
Qual è la tua opinione rispetto al file-sharing? Ne è affetta anche al Code666?
EMILIANO: la mia opinione è negativa. La favola che serva a far conoscere le bands è una cazzata, oggi con myspace, facebook, twitter, reverbnation, e compagnia bella chiunque in un attimo può ascoltare una band gratuitamente e legalmente e farsi un’idea precisa di che musica suoni, e se gli piace in un attimo può acquistarla digitalmente su itunes, emusic, ecc… a 9,99 euro o fisicamente su uno dei mille webstore esistenti a poco più di 12 euro. Poi se mi si viene a dire che 10 o 12 euro sono troppi per un disco su cui una band ha investito magari 5 anni di vita e migliaia di euro, e che l’etichetta ha fatto altrettanto, allora mi incazzo ancora di più: con la stessa cifra ci comprate una birra in discoteca, che piscerete in un cesso puzzolente una mezz’ora dopo… un bel disco è un patrimonio di emozioni, brividi e sogni che ti rimane tutta la vita, come cazzo si può dire che non vale 10 euro???
Ti va di raccontare ai nostri lettori anche i tempi dei Miskatonic University?
EMILIANO: si tratta di una band hardcore nata all’inizio del anni ’90 dove io cantavo, con la quale ho mosso i primi passi nella discografia: dato che nessuno ci cagava di striscio, decidemmo di creare una nostra etichetta (la Boundless records) per produrci i dischi da soli in pieno rispetto del “Do It Yourself”, ispirati dalla Dischord dei Fugazi… fu un periodo molto divertente, giravamo l’Europa in un vecchio Ducato scassato a suonare negli squat e nei locali più impensabili, davanti a 2 persone o a 2000 con lo stesso entusiasmo e convinzione, poi ogni tanto andavamo in studio a registrare un disco, ma era sul palco che la band aveva un senso e dava il meglio… poi per varie ragioni è finita, anche perché ora non potrei più reggere fisicamente quello stile di vita :)
Per celebrare i 10 anni hai pubblicato la compilation “Better Undead Than Alive pt. 2”, con praticamente solo inediti. Anche questo è un metodo per rimarcare l’unicità della tua etichetta. Come vivi lo status di etichetta cult?
EMILIANO: lo vivo bene :) mi piace essere riuscito nel tempo a creare una label di culto, perché era proprio questo il mio obiettivo fin dall’inizio: non ho mai avuto i soldi ed i mezzi per sfondare nel mercato metal mainstream, per cui ho scelto di preservare la code666 da esigenze di profitto creando nel 2005 la “casa madre” Aural Music, che fungendo da ombrello per diverse altre sottoetichette ed occupandosi anche di Edizioni Musicali e distribuzione, svincola in pratica code666 da obblighi di profitto a tutti i costi, consentendomi ancora scelte poco redditizie e poco “alla moda”, che però oltre ad appagare le mie orecchie ed il mio Ego, sono apprezzate da un buon numero di persone in tutto il mondo, che considerano code666 come una garanzia, e la cosa mi riempie di orgoglio.
Ti lascio lo spazio per dire tutto quello che ti pare!
EMILIANO: direi che ho già detto abbastanza, saluto tutti i lettori e li invito a supportare la musica che amano e a non rubarla.