Il debutto eponimo degli Unruly Child e ”Tormented”, la sua “naturale” prosecuzione accreditata alla sola Marcie Free, fanno parte di quella categoria di dischi capaci di creare un “pericoloso” precedente nella parabola artistica di una band. Due lavori strepitosi, dove la grintosa tradizione dell’hard britannico si stempera nell’eleganza del rock adulto americano, con una classe ed una personalità davvero entusiasmanti. Rari casi in cui tutto funziona al meglio: ispirazione, tecnica, passione e sentimento traboccano dalle note eseguite e interpretate da musicisti in preda ad un autentico “stato di grazia”.
Purtroppo, però, la storia del gruppo, invero parecchio “singolare”, è probabilmente maggiormente nota per questioni “extra-artistiche”: al di là di ogni retorica, un cantante rock che cambia sesso e poi (dopo il summenzionato ”Tormented”) abbandona le scene “ufficiali” non è un fatto che possa passare del tutto inosservato, mentre forse ancora meno appariscenti sono state le altre pubblicazioni della band, ottime prove, ma obiettivamente non in grado di replicare in maniera assoluta la magnificenza degli esordi. Una circostanza che “rischia” invece seriamente di essere sostenuta da “Worlds Collide”, il nuovo lavoro in cui la formazione statunitense dimentica antiche controversie e, con il sorprendente rientro nei ranghi della sua voce primigenia, torna nella sua configurazione originale, pronta e attrezzata per duellare con un mercato discografico incredibilmente“congestionato” e con e l’immagine di un glorioso “passato” difficile da sconfiggere. Per quanto mi riguarda la sfida si può considerare, se non proprio” vinta”, almeno sostanzialmente“pareggiata” da un album favoloso che riconsegna gli Unruly Child all’Olimpo “attivo” del rock melodico internazionale.
Ne parliamo con Bruce Gowdy e Guy Allison, rispettivamente chitarrista e tastierista del “ridestato” Bambino Indisciplinato ...
Ciao ragazzi, bentornati nel music business e sulle gloriose pagine di Metal.it.
Complimenti davvero per il vostro favoloso “Worlds Collide”, ma se devo essere sincero è stata una grande sorpresa, dopo le polemiche e le incomprensioni che hanno seguito la pubblicazione di “Tormented”, rivedervi tornare nella vostra formazione originale … Cosa ci potete dire in merito a questa ritrovata armonia in seno al gruppo?
Bruce: grazie! E’ stata una grande “sorpresa” pure per noi. La Frontiers era da tempo che caldeggiava la pubblicazione di un album nuovo degli Unruly Child in formazione originale, con Marcie Free alla voce.
Non parlavo con Guy dai tempi di “UCIII”, da circa 5 anni, ma quando nel 2009 ricevetti l’ennesima e-mail dalla Frontiers, capii che era arrivato il momento giusto per una reunion, anche perché non ero per niente soddisfatto dei musicisti con cui stavo collaborando all’epoca, gente completamente priva d’ispirazione. Così mi sono detto e che cazzo e ho chiamato per primo Guy, ben sapendo che se qualcosa doveva succedere non si poteva assolutamente prescindere da lui. Subito dopo è arrivata la chiamata a Marcie e durante queste telefonate sorprendentemente ci siamo trovati a ridere e scherzare senza alcun problema, con grande intesa. Quando ho tirato fuori la questione della reunion, entrambi si sono dichiarati disponibili, ma per completare l’opera auspicata dalla Frontiers mancavano ancora Jay e Larry; ci ho pensato un po’ e poi li ho chiamati e anche loro hanno detto sì immediatamente … ecco, quindi, gli Unruly Child edizione 2010.
Non “troppo” dissimili da quelli dell’esordio, direi ... la vostra band è una delle maggiormente rispettate nell’ambito della scena del rock melodico, grazie innanzi tutto proprio a quel favoloso debutto, ma dopo una pausa ventennale, come descriveresti il sound degli Unruly Child del 2010 ad un potenziale nuovo fan del gruppo?
Bruce: siamo ovviamente un po’ più vecchi e saggi, ma abbiamo sempre questa grande energia dentro di noi, e credo che questa cosa si percepisca nella musica. Penso che la produzione del disco sia molto attuale, le registrazioni nei tardi anni ottanta e nei primi anni novanta erano caratterizzate da un eccesso di riverbero, un aspetto che secondo me rende il suono veramente datato. Negli anni ho imparato molto sulle tecniche di registrazione, Jay, Marcie e Guy hanno dei loro studi e hanno maturato una notevole esperienza nel campo.
Abbiamo svolto la maggior parte del lavoro a casa mia, ecco un altro aspetto che rende la realizzazione di un disco nel 2010 una cosa assai diversa dai tempi dei nostri esordi.
Guy avrebbe potuto utilizzare suoni anche più moderni, abbiamo dovuto “frenarlo” un po’, in modo da ottenere il suono “giusto” ed equilibrato, sempre incisivo ma anche molto immediato.
A beneficio, invece, (soprattutto) dei vostri die-hard fans, considerate il nuovo album una sorta di continuazione del debutto o lo valutate come un capitolo completamente nuovo della vostra carriera?
Bruce: in qualche modo lo consideriamo alla stregua di un nuovo capitolo, ma amiamo ancora oggi il modo in cui abbiamo composto ogni canzone contenuta nei dischi degli Unruly Child, soprattutto quelle del nostro debutto. Ci siamo divertiti molto durante la realizzazione di “Worlds Collide”, forse anche in misura maggiore di quanto avvenuto in passato e probabilmente oggi abbiamo anche le idee più chiare di quello che vogliamo.
Nella scelta di questo ritorno, quanto è stato importante il supporto della Rete e della comunità del rock melodico?
Guy: non sono sicuro avessimo la piena consapevolezza dell’importanza di questo tipo di supporto, ma è certo che l’abbiamo ora, e non possiamo che essere enormemente riconoscenti di tale sostegno.
Bruce: personalmente ritengo sia stato estremamente importante, attraverso questi mezzi puoi raggiungere un sacco di persone e il “passaparola” è ancora un mezzo molto efficace per conquistare il pubblico.
Come ci avete brevemente raccontato, la Frontiers ha avuto un ruolo in tutta la vicenda, ma non vi sembra strano che molti artisti dediti a sonorità AOR / melodic hard rock, generi musicali tradizionalmente americani, trovino poi un adeguato patrocinio proprio in un’etichetta discografica italiana?
Bruce: abbiamo la massima stima per la Frontiers, la label che ha patrocinato l’uscita di “Unruly Child III” e con la quale siamo in contatto ormai da parecchi anni, ed, in effetti, è buffo constatare che così tanti gruppi americani hanno un contratto discografico con un’etichetta italiana.
Ringraziando dio c’è ancora qualcuno che crede nella musica AOR, dobbiamo essere grati di questa cosa. Sono convinto che assieme abbiamo fatto davvero un buon lavoro.
Cosa ci potete dire a proposito del songwriting di “Worlds Collide”? E’ stato un lavoro di “gruppo”? Le composizioni sono riconducibili tutte ad un’unica sessione o appartengono a momenti differenti nel corso degli anni?
Bruce: io e Guy abbiamo sempre avuto una certa facilità nello scrivere assieme e anche con Marcie c’è una grande alchimia, per cui la collaborazione tra noi tre è stata assolutamente proficua e spontanea. Viviamo in tre luoghi diversi e per questa ragione abbiamo “skype-ato” (bel neologismo eh? N.d.a.) parecchio. Avevo qualche idea già da un po’ di tempo, ma possiamo dire che l’album è stato completato, dalla sua stesura alla registrazione e produzione, in sei mesi complessivi. Non c’è stata nessuna forzatura, abbiamo realizzato il disco solo seguendo il nostro istinto e i dettami del nostro suono.
Come ho già detto considero “Worlds Collide” un album strepitoso, pieno di canzoni splendide (“Show Me The Money”, “When We Were Young”, “When Worlds Collide”, “Life / Death” …) e con un brano davvero speciale come “Talk To Me”, praticamente perfetto. Quali sono i vostri pezzi preferiti e perché?
Bruce: “Talk To Me”, “Neverland”, “When Worlds Collide”, “Tell Another Lie”, sono tutti pezzi di cui sono orgoglioso. “Talk To Me” perchè ha un ottimo arrangiamento e un enorme climax emotivo; Marcie dà davvero il suo meglio in questo brano. Adoro "Neverland” per il suo groove e le sue vibrazioni; ho usato l'archetto da violino
alla Jimmy Page nell’intro e penso che sia stata una scelta azzeccata. "When Worlds Collide”, poi, ha il classico suono degli Unruly Child, un po’ alla "When Love Is Gone”, soprattutto se prestate attenzione alla parte finale e anche "Tell Another Lie” è una canzone degna di nota che amo molto e che ritengo suoni alla grande.
Anche sotto il profilo dei testi, le canzoni sembrano essere veramente interessanti, profonde e personali (per esempio “Show Me The Money” o, in maniera diversa, “Life / Death”). Anche se presumo sarebbe più indicata Marcie a rispondere a questa domanda, cosa ci potete raccontare in merito ai contenuti lirici dell’albo?
Guy: a livello generale confermo che tutti i testi di questo disco sono fortemente “personali”, ma che sono anche scritti con l’intento di poter essere interpretati e fatti propri dagli ascoltatori. Nel dettaglio, “Show me the Money” è un pezzo di cui effettivamente dovrebbe parlarti Marcie, mentre posso dirti che le parole di “Life / Death” rappresentano sia una forma di catarsi e sia una sorta di esercizio di stile nell’ambito dell’immaginario letterario più oscuro, seguendo intenzionalmente lo spirito del lavoro di un grande del genere come Edgar Allan Poe.
“Neverland” sembra ispirata alla favola di Peter Pan. Ritieni che il “rifiuto di crescere” possa essere un’efficace arma di difesa da opporre all'aridità della società moderna?
Guy: l’idea che sta dietro a “Neverland” è qualcosa di molto familiare per musicisti e artisti in generale. I bambini, incredibilmente creativi per loro natura, sono di solito diffidenti nei confronti del concetto di “crescita”. Gli artisti cercano di prolungare la loro “infanzia”, per rimanere creativi e “giocosi” per il resto delle loro vite (con un po’ di fortuna) e incarnano letteralmente il mito di Peter Pan. E poi Peter Pan, “bambini indisciplinati”, non sembra un connubio perfetto?
Hugh Syme, che si era già occupato dell’artwork del vostro debutto, è stato nuovamente coinvolto nel progetto grafico del disco. Come mai? Cosa rappresenta il lavoro da lui realizzato per “Worlds Collide”?
Guy: penso che l’opera di Hugh sia un’incredibile estensione dell’atmosfera del primo album. La canzone “When Worlds Collide” è davvero una metafora della teoria che “il tutto è qualcosa di più della soma delle parti”. Quando due persone si mettono insieme e la loro unione è “spirituale”, siamo quasi di fronte ad un fenomeno simile ad una collisione planetaria. Credo che l’artwork, metaforicamente parlando, rifletta totalmente questo concetto.
Tornando ad un tema già accennato in precedenza, dopo aver lavorato con il famoso Beau Hill, avete deciso di occuparvi anche della produzione. I risultati, a mio parere, sono stati molto buoni, ma perchè avete optato per questa scelta “casalinga”?
Bruce: artisti come Jimmy Page, uno dei miei eroi personali, avevano un’idea ben chiara di come la loro band avrebbe dovuto suonare; ricorderai che abbiamo prodotto i nostri primi demos (alcuni dei pezzi relativi sono poi finiti in “Basement Demos” del 2002 N.d.a.) e, in sostanza, anche il primo disco, rivolgendoci a Beau solo per migliorare il nostro suono. Il mio unico rimpianto riguarda proprio i suoni di batteria di quell’album, che non mi sono mai piaciuti. In “Worlds Collide” ritengo abbiamo ottenuto un risultato migliore sotto questo profilo, e anche se siamo grandi amici di Beau e abbiamo un grande rispetto per le sue capacità professionali, sappiamo come far suonare un disco.
Ho letto che una delle vostre prossime mosse sarà una versione aggiornata e rimixata di "Tormented", arricchita di bonus tracks e materiale inedito … E’ così? Avete già pianificato (e lo spero vivamente!) altri nuovi dischi dei ritrovati Unruly Child?
Bruce: sarebbe bello rifare qualcuna di quelle canzoni, ma staremo a vedere; per il momento lasciamo che il nuovo lavoro “faccia la sua cosa”. Per quanto riguarda la seconda parte della domanda … io voglio fare un nuovo disco al più presto.
C’è la possibilità di vedere gli Unruly Child esibirsi su di un palco?
Bruce: stiamo vagliando le opportunità e i possibili promoter, forse l’estate prossima riusciremo a concretizzare qualcosa, anche perché desideriamo fortemente esibirci dal vivo, sarebbe davvero fantastico.
Quali sono I vostri sogni, come persone e come musicisti? Qual è la vostra idea della parola “successo”?
Guy: i miei sogni, il mio modo di misurare il “successo” sono cambiati leggermente nel corso degli anni. Se gli ascoltatori là fuori riusciranno a comprendere quello che cerchiamo di dire con le nostre canzoni, se queste potranno diventare una parte di loro proprio come sono una parte di noi e se ascoltandole saranno attraversati da una “scossa”, beh, sarà un grande successo per me.
Grazie davvero per tutto, siamo alla fine… C’è qualcosa che volete aggiungere, magari un messaggio indirizzato a tutti i vostri fans “all’ascolto”?
Guy: grazie ragazzi!!!
Bruce: per tutti i fans … per favore, aiutateci a diffondere il “verbo” e visitate spesso il nostro sito
http://unrulychild.net … più è alto il numero dei sostenitori e maggiori saranno le nostre chance di suonare dal vivo … continuate a tenere alto il nome degli Unruly Child!!