Dopo diversi - troppi direi – anni, riecco che anche i Dark Horizon tornano a farsi sentire con il loro terzo album… e come già successo ai tempi di "Dark Light's Shades" è ancora il sottoscritto ad intrattenersi con il gruppo, per l'occasione accorso in forze: Alex, Luca e Roberto, rispettivamente tastierista, batterista e frontman della band.
Partirei proprio dal titolo del nuovo disco, come mai avete optato proprio per "Angel Secret Masquerade"?
Roberto: in realtà il primo titolo scelto per l’album era “Where Have The Angles Gone”, una song che ben rappresenta il Dark Horizon-pensiero allo stato attuale delle cose. Quanti oggi si saranno come noi trovati a chiedersi dove sono andati gli angeli. La nostra è una società che corre troppo in fretta e troppo spesso sembriamo in balia degli eventi, si finisce pertanto con l’aggrapparsi a falsi miti ed ideali. Il rischio è quello dei perdere di vista la dimensione che più ci appartiene, ovvero quella umana. Non rimane che rivolgersi agli angeli, ma questi saranno ancora disposti a venirci in aiuto dopo tutto quello che abbiamo fatto?
Il titolo “Where Have The Angles Gone” è nato dall’incontro tra il sottoscritto ed un artista pavese, Stefano Moroni, con il quale si è elaborato un progetto artistico a 360 gradi, che fondesse musica, pittura e parole scritte. Sono nati così i testi dell’album ed un quadro dal titolo “The End Of The War”, che fotografa al meglio le tematiche del disco, rappresentate in un abbraccio tra un angelo ed un demone sullo sfondo di una città post-atomica. E con estrema soddisfazione il quadro è stato esposto in occasione di alcune mostre e premiato in più circostanze. Quando la Underground Symphony ci ha proposto la cover per l’album abbiamo deciso di individuare un altro titolo, quale “Angel Secret Masquerade”, che si sposasse maggiormente con il soggetto. Il significato è presto detto: è davvero così angelico il mondo che stiamo vivendo o vi è un misterioso architetto che riesce a tessere trame tali da rendere l’essenziale invisibile agli occhi?
Su "Dark Light's Shades" era presente una trilogia incentrata sulla figura storica di Annibale, c'è qualcosa di simile sul nuovo album? Ed in ogni caso quali sono gli spunti lirici che avete affrontato?
R: in effetti il cambiamento più radicale forse è quello che ha interessato i testi, passati dai temi epicheggianti della "Trilogia di Annibale", a tematiche più introspettive. Ho sentito la necessità di orientarmi in questo senso, per raccontare qualcosa che parlasse dell’uomo e della società odierna in cui andare avanti senza snaturarsi sembra essere sempre più difficile. “Angel Secret Masquerade” non si presenta come un vero e proprio concept, certo è reperibile un filo conduttore tra i brani che lo compongono agli ascoltatori non resta che individuarlo.
Ascoltando le nuove canzoni è percepibile fin dal primo ascolto sia la cura che avete posto negli arrangiamenti sia una generale sensazione di eleganza e ricercatezza, beh, sempre che non me le sia immaginate, a cosa sono dovute?
Alex: la nuova concezione di song è profondamente cambiata in casa Dark Horizon rispetto al passato. Abbiamo imparato a concentrare le nostre idee in pochi minuti, senza per forza privilegiare i solismi personali e quelle sbrodolate strumentali che, se non sono funzionali alla canzone, sono un mero sfoggio di tecnica individuale. Inoltre, abbiamo lavorato a fondo sugli arrangiamenti, per rendere il sound più accattivante, i passaggi più ricchi e completi, per conferire un’anima alla nostra musica ed evidenziare i vari cambi d’atmosfera ed emozioni all’interno dei brani. I Dark Horizon in “ASM” sono riusciti quindi ad esprimere tutte le proprie sfaccettature, se poi queste suonano più ricercate, eleganti e di classe, ciò non può che riempirci d’orgoglio.
Se sono evidenti i cambiamenti rispetto al precedente lavoro, andando indietro sino all'esordio "Son Of Gods" avete creato un vero e proprio solco... quali sono state le linee guida nell'evoluzione del vostro sound?
A: le canzoni presenti nel nostro primo album “Son Of Gods” sono state scritte a cavallo tra il ’98 ed il ’99, ed è normale che suonassero come tanti album usciti in quegli anni, decisamente power oriented, tra Stratovarius e Rhapsody. Il vero salto di qualità è avvenuto nel 2002, quando la line-up è cambiata profondamente ed al sottoscritto e a Daniele (Mandelli, guitar nda), i fondatori della band, si sono uniti Roberto alla voce e Luca alla batteria. Insieme a loro sono nate le canzoni di “Dark Light’s Shades” ed un modo nuovo di intendere il power metal, aggiungendo sane dosi di hard rock, eleganza negli arrangiamenti ed una concezione della ritmica molto più variegata e lontana dalle sfuriate in doppia cassa degli esordi. Se vogliamo il Dark Horizon – style si è evoluto ancora nell’ultimo “ASM”, ma crediamo ormai di avere un marchio di fabbrica che ci caratterizza rispetto a tante band.
E' innegabile che sia passato davvero troppo tempo prima dell'uscita del vostro terzo album, cosa è successo in questi lunghi anni?
A: dopo l’uscita di “Dark Light’s Shades” alla fine del 2004, abbiamo suonato in giro per quasi due anni, per promuovere al meglio l’album. Tanti concerti, due tournée in Germania a fianco di band del calibro di Tankard, Rebellion, Royal Hunt, Chinchilla, poi ci siamo concentrati per circa un anno sulla stesura dei brani che sono finiti su “Angel Secret Masquerade”.
Quando abbiamo deciso di registrare l’album ai Finnvox, ad Helsinki, sapevamo quello a cui saremmo andati incontro, soprattutto a livello economico. Le sessioni sono iniziate in Finlandia nell’autunno del 2007 e, siccome volevamo che “ASM” suonasse a livello delle uscite internazionali migliori, ce la siamo presa con calma, diluendo le spese nel corso di 3 anni. Era inutile essere andati a registrare così lontano per ottenere un suono a dir poco unico e poi chiudere il lavoro in fretta e furia qui in Italia. Così nel 2008 abbiamo completato le registrazioni con l’ausilio di un quartetto d’archi ed un violino solista, passando poi al mixaggio. L’anno scorso siamo poi tornati ai Finnvox per il mastering e qui spiegati i sei anni intercorsi tra “DLS” e “ASM”. Ma ne è valsa davvero la pena.
Non vi siete fatti però mancare una tappa ai Finnvox Studio, come sono andate le cose? Siete tornati a casa soddisfatti e magari con qualche aneddoto interessante?
Luca: ultimate le preproduzioni eravamo convinti che ASM dovesse suonare come i dischi delle band più blasonate per poter esprime al meglio il suo potenziale, così la trasferta negli studios finlandesi rappresentava la soluzione ottimale per ottenere un certo tipo di sound.
E’ stata un' esperienza fantastica!
Certo sono stati giorni intensissimi, abbiamo lavorato duramente giorno e notte per rispettare i tempi prefissati. Ci siamo rapportati con una realtà professionale di alto livello ed alla fine eravamo pienamente soddisfatti del risultato. Inoltre esser stata la prima band italiana ad aver registrato ai Finnvox ci rende ancor più orgogliosi. Penso che i giorni trascorsi in studio al fianco di professionisti del calibro di Mika Jussila, Mika Karmila e Minerva Pappi rappresentino un bagaglio importante ed uno stimolo per continuare a migliorarci ogni giorno. Da buoni italiani abbiamo poi cercato di farci subito voler bene mettendola sulla cucina, preparando delle spaghettate per tutti!
L'Underground Symphony è un'etichetta che ha fatto e continua a fare molto per la scena metal - sopratutto per quella italiana - tuttavia, anche dopo le vostre puntate live in Germania ed il valore di "Dark Light's Shades", non mi sarei stupito nel vedervi sotto contratto con qualche label straniera...
A: in realtà le offerte dall’estero non sono mancate, ma le proposte che abbiamo ricevuto non ci hanno convinto appieno. Figurati che alcune label che ci avevano contattato ci volevano imporre l’acquisto da contratto di qualche centinaio di copie dell’album. Sinceramente dopo la cifra non indifferente sborsata per registrare “ASM” ai Finnvox, ci sembrava un dannato sopruso. Capisco che la crisi del mercato discografico porti le etichette a non pagare più i master degli album, ma addirittura pretendere un contributo per le spese di stampa proprio no. Con Maurizio dell’Underground Symphony, invece, siamo legati da una profonda amicizia, perché è stata proprio la label di Novi Ligure a lanciarci nel 1998 dopo il nostro demo d’esordio “Legend In Opera”. Non è stato difficile trovare un accordo per la pubblicazione del disco ed in pochi mesi “ASM” ha visto la luce.
Certo che lo stupendo digipack di "Angel Secret Masquerade", è un classico trademark della Underground, e dovervi rinunciare non sarebbe stato facile...
L: assolutamente! La possibilità di realizzare un digipack di “ASM” era un’occasione da prendere al volo, l'aspetto grafico è fondamentale per poter presentare un prodotto di qualità e da questo punto di vista Underground Symphony è assolutamente al top. Abbiamo valutato varie possibili copertine ma quando Maurizio ci ha proposto il lavoro di Ricky Andreoni abbiamo subito capito che era quello giusto perché si sposava alla perfezione con le tematiche del disco senza scadere nei cliché abusati del genere. Siamo entusiasti del risultato ottenuto e fino ad ora abbiamo riscontrato feedback molto positivi anche dai fans.
Come avete visto cambiare la scena metal intorno a voi? Credi che gli anni d'oro - e mi riferisco più al fermento e all'entusiasmo che regnava che ai risultati ottenuti - siano ormai alle spalle… oppure è il sottoscritto che invecchiando si è fatto più cinico?
A: rispetto a dieci anni fa sembra un altro mondo. Purtroppo. Dal punto di vista delle possibilità, prima erano tante le porte che si aprivano per le band, ora è davvero dura sopravvivere, perché non ci sono spazi per suonare, non ci sono locali ed anche negli eventi di maggior rilievo sono sempre le solite 3 o 4 band italiane a suonare. E agli altri restano solo le briciole. Alla fine degli anni ’90 si respirava un’aria elettrizzante attorno al power metal ed affini, si organizzavano parecchi festival ed il movimento cresceva in maniera esponenziale. Sicuramente è stata un’esperienza straordinaria vivere quegli anni sulla nostra pelle, soprattutto a vent’anni. E’ l’amara constatazione che il tempo, ahimè, trascorre, ma soprattutto che qualcosa all’interno della scena musicale è cambiato.
Non credo ci siano invece dubbi sul fatto che il music business stia vivendo un momento difficile, non solo a livello commerciale ma con pesanti impatti anche sulla qualità delle uscite…
A: la crisi del disco e delle vendite è sotto gli occhi di tutti. Il dissennato abuso del file sharing illegale ha costretto le etichette a chiudere i battenti e molte band, scoraggiate dal momento negativo e dalle vendite colate a picco, hanno appeso gli strumenti al chiodo. All’interno del movimento riescono ad andare avanti i grandi nomi, che hanno già un seguito e possono guadagnare soprattutto dalle tournée e dal merchandising. Dall’altro lato, invece, le band all’esordio, pur di veder pubblicato un proprio lavoro sono disposte a sborsare cifre folli, che permettono alle label di sopravvivere, ma non smuovono certo il mercato, perché si tratta per lo più di prodotti scadenti, registrati in maniera poco professionale e che vendono con il contagocce. Una situazione difficile, a tratti disperata, un tunnel alla fine del quale è difficile vedere la luce.
Dato che la fase compositiva di "Angel Secret Masquerade" risale a qualche tempo fa, avete già iniziato a lavorare sul suo successore? Dobbiamo aspettarci delle novità?
R: in realtà ci sono già delle nuove canzoni a cui stiamo lavorando. Difficile dire se saranno il linea con i precedenti album e con “Angel Secret Masquerade”, comunque si tratta di brani convincenti, con buone melodie e riff di chitarra a dir poco graffianti.
Avremo invece la possibilità di assistere a qualche vostra data live?
R: per quanto riguarda l’attività live diciamo che bisognerà attenderà ancora un po’ di tempo. In realtà aveva iniziato molto presto partecipando al Metal Brigade Fest in estate per presentare l’uscita dell’album, ma attualmente siamo in fase di valutazione di alcune proposte, decisi comunque a muoverci solo se ne varrà davvero la pena. Stiamo parlando ovviamente dell’Italia, perché in Germania il nostro management si sta già muovendo per il 2011.
A proposito, quali sono stati i concerti più esaltanti che avete vissuto nella vostra carriera?
L: dopo l’uscita di DLS abbiamo suonato tantissimo, oltre alle date italiane al fianco di band come Royal Hunt, Labyrinth e Bud Tribe il nostro management ha organizzato due tournée in Germania assieme a nomi importanti della scena vedi Tankard, Chincilla, Rebellion, tra gli altri. Sono stati tutti concerti fantastici e sceglierne soltanto qualcuno sarebbe difficile ma certamente l’ aspetto più bello che accomuna tutti è il rapporto che si instaura con i musicisti delle altre band e con il pubblico, il confrontarsi con persone di diversi paesi ed il condividere tutti i momenti della vita “on the road” prima , dopo e durante le esibizioni.
... e quelli che invece vorreste dimenticare?
L: ricordo un’episodio capitato in un club della provincia di Piacenza in occasione del tour promozionale di DLS. All’ attacco dell’ opener mi si spezzò di netto una bacchetta che finì casualmente sulla paletta del basso di Davide, scordando totalmente lo strumento. Ne uscì un suono davvero pessimo, inascoltabile. Fu davvero imbarazzante! Fortunatamente il resto del concerto filò liscio, ma potendo cancellare un momento on stage questo è senza dubbio il prescelto.
Infine, quello per il quale paghereste una barcata di soldi pur di potervi prendere parte?
R: personalmente pagherei per partecipare ad un concerto in cui fossero presenti: Stryper, Whitesnake, Gotthard (un abbraccio a Steve, resterai per sempre un punto di riferimento per noi tutti), Firehouse, Tyketto, Jorn Lande, Crimson Glory, Alter Bridge, Queensryche. Forse sto esagerando, comunque per questi live credo proprio che potrei svenarmi…ah ah ah
Ok, chiusura banale e ben poco metallica, ma dato che presto sarà Natale... farete le vostre richieste di rito ad un più affidabile Babbo Natale oppure al vostro Angel Secret Masquerade, ma cosa vi aspettate per i Dark Horizon? E a livello individuale?
R: ai DH posso solo augurare loro lunga vita e tutto il successo che meritano. Per quanto mi riguarda mi auguro altrettanto, inoltre dal momento che ho una serie di progetti paralleli spero sinceramente possano concretizzarsi. La cosa più buffa è che per realizzare questi progetti collaborerò ancora con i compagni di “Angel Secret Masquerade”, verrebbe da chiedersi: che cosa cambierà allora?.
Che dire... grazie mille, ed a voi la conclusione.
A: grazie a te Sergio e a Metal.it per il supporto e l’attenzione dimostrata nei confronti dei Dark Horizon in tutti questi anni. Invitiamo tutti coloro che ci conoscono da tempo, ma anche chi si avvicina per la prima volta alla band, di seguirci sul nostro myspace (www.myspace.com/darkhorizonitaly) per sapere le ultime novità che ci riguardano ed ascoltare anticipazioni dei brani. Inoltre, nel 2011, per festeggiare i 15 anni dalla nascita dei DH, pubblicheremo un live album, “Dark Live Shades”, registrato in Germania nel 2007 in occasione di un importante festival, con l’aggiunta di diverse chicche per i fans.