Dark Lunacy: L'indimenticabile...

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I Dark Lunacy non hanno bisogno di presentazioni, da anni incarnano il perfetto mix tra irruenza Death Metal e melodia, quella che si rifà a soluzioni stilistiche vicine alla musica classica e alla musica tradizionale Russa. Negli ultimi tempi hanno vissuto una vera e propria rivoluzione a livello di line-up... e finalmente sono pronti per tornare sul mercato con un album come Weaver To Forgotten, un disco per certi aspetti diverso ma sempre e comunque Dark Lunacy!

Ben tornati sul mercato! Ormai sono passati quasi cinque anni dal precedente The Diarist, e non sono stati pochi i cambiamenti… ti va di raccontarci i vari avvenimenti che si sono succeduti nei Dark Lunacy?
Mike: Dopo la pubblicazione di The Diarist, vi era all’interno della band la consapevolezza che ci saremmo giocati tutto. Era finalmente giunto il momento di fare il fatidico salto di qualità, non potevamo permetterci di fallire. Ma quando ti giochi tutto, devi essere pronto a tutto. La band era mentalmente stanca perché The Diarist ci aveva chiamato ad uno sforzo sovraumano sia dal punto di vista operativo che umano e questo è stato determinante. Le soddisfazioni che arrivarono nei periodi seguenti, non furono ne apprezzate, ne condivise, ma al contrario esse erano puntualmente offuscate da una sorta di malumore. Così, alla fine del 2009, dopo una serie infinita di compromessi per cercare di ricucire lo strappo, realizzai oltre ogni ragionevole dubbio che il nostro avvenire era irrimediabilmente compromesso. Scelsi di non arrendermi e oggi eccomi qua a parlare di una nuova ripartenza e del nostro futuro. Credo che questo sia la prova che scegliere di andare avanti sia stata la scelta giusta.

Che sensazioni si provano quando si è costretti, volenti e nolenti, a cambiare completamente i propri compagni di viaggio?
Mike: Si prova una grande tristezza. Con i vecchi compagni di viaggio, ho condiviso la vita stessa e se ti dicessi di non aver mai vacillato, di non aver mai avuto paura o di non essermi mai sentito smarrito, sarei davvero un ipocrita. Ma non potevo rinunciare. Ho deciso di prendere in pugno la situazione, guidato in primo luogo dal rispetto che ho verso la storia di questa band. Non potevo permettere che la fine dei sogni altrui, uccidesse anche i miei. I Dark Lunacy sono stati creati da un sogno che porto nel cuore da quando ero bambino. La musica è la mia vita e non posso smettere di credere in lei imputandola di non essere stata capace di lenire le mie pene. La musica mi ha salvato tante volte; offenderla con una resa senza lotta mi avrebbe dato un rimorso troppo pesante da sopportare. Dark Lunacy è la passione che nasce dentro, il mio grido di dolore e di libertà racchiusi in una melodia.

E ora veniamo al nuovo Weaver To Forgotten! Secondo il tuo parere quali sono le sostanziali differenze rispetto a The Diarist? Personalmente l’ho trovato più “sobrio” e diretto.
Mike: La tua considerazione è assolutamente azzeccata. Quest’album a livello tecnico è meno marziale, più cadenzato, con atmosfere più cupe e più intime. La scelta è stata presa in base agli argomenti trattati nei testi. Tuttavia, nella stesura dei brani ho sempre cercato di tenere in primo piano il sentimento Dark Lunacy. Diciamo che il vestito è diverso ma l’anima rimane la stessa. Entrando nel dettaglio: la prima grande diversità che si incontra in Weaver Of Forgotten rispetto al passato è dovuta sostanzialmente al fatto che liriche e musiche sono state scritte totalmente da chi ti sta parlando. Era la prima volta che mi trovavo impegnato nella realizzazione di un progetto senza il confronto con i miei vecchi compagni e soprattutto senza Enomys, da sempre colonna portante della storia compositiva della band. Ero ben consapevole che l’impresa era ardua, ma mentre scrivevo, nota dopo nota, parola dopo parola, cominciavo ad innamorarmi di ciò che vedevo nascere. A parte questa non piccola diversità, sono comunque convinto che l’atteggiamento di un disco dei Dark Lunacy non può essere misurato sulla base dei lavori precedenti perché ogni album viene creato in circostanze differenti. Ogni opera (rapportata ai periodi in cui le abbiamo create), ci ha sempre chiamato a dare tutto e così sarà nel futuro. Il mio intento attraverso i Dark Lunacy è quello di lascare al mondo un epitaffio indelebile. Questo può avvenire solo se i protagonisti hanno il coraggio di rimettersi costantemente in gioco.

Da sempre la vostra musica si caratterizza anche per delle tematiche mai banali o superficiali. Cosa si nasconde dietro i testi del nuovo album? Sbaglio oppure vi siete staccati un po’ da tutta la cultura Russa? Lo si intuisce anche dalle trame sonore.
Mike: Ho scritto questo concept guidato da sentimenti che porto da sempre nel cuore. La memoria dei defunti. L’argomento in se è abbastanza semplice perché è normale che ognuno di noi porti con se il ricordo di un proprio caro con grande intimità. Quello che ho voluto esprimere e sottolineare è che troppo spesso le difficoltà della vita ed il naturale istinto di sopravvivenza che ne consegue, ci impediscono di ricordarli come meritano. Ecco perché ho voluto dedicare loro una preghiera lunga un album intero. Un modo personale per dire loro quello che non ho fatto in tempo a dire in vita. Ovviamente il mio pensiero è criticabile… ma non importa. Per me era fondamentale farmi sentire in questo modo. Il mio intento e quello di far passare un messaggio preciso: la cupezza che inizialmente pervade l’ascoltatore, lentamente – canzone dopo canzone – si trasforma e senza che tu te ne accorga ti ritrovi in un mondo tuo, intimo e carico di commozione. Una dolce malinconia, che ti porta a riflettere su quanto la nostra vita sia preziosa nella sua semplicità, negli attimi che ci regala ma proprio perché attimi, non sappiamo valorizzare. Un'esperienza importante, diviene sempre un ricordo indelebile. Spetta a noi trovare in queste memorie la parte più dolce. L’amarezza e i rimpianti non sono difficili da ricordare… fortunato è colui che dalle macerie della propria vita riesce comunque a trovare una fonte di rinascita. Riguardo alla seconda parte della domanda, credo sia evidente che in un contesto di questo tipo, le atmosfere Russe non erano determinanti. Naturalmente si tratta di una scelta emotiva del momento. Esse torneranno nel prossimo futuro.

Solitamente da cosa nasce un brano dei Dark Lunacy? Quali sono gli elementi di riferimento? Un libro un film… oppure la più banale realtà che ci circonda? Te lo chiedo perché fino a qualche anno fa avevate una line-up diversa, oggi magari sono cambiate determinate prospettive con i nuovi arrivati.
Mike: Ti ringrazio per questa domanda. Le mie canzoni nascono da qualsiasi cosa sia ancora in grado di farmi provare un'emozione forte. Un libro, un viaggio, uno scambio di opinioni con una persona incontrata per caso, i racconti di un anziano, una serata strana passata in compagnia di vecchi amici, la malinconia delle cose belle che non potranno più ritornare. All’interno della band, la parte compositiva a livello di testi e di concept è sempre stata mia. Sono sempre stato io a decidere di cosa parlare in un disco e come raccontarlo. La difficoltà sarebbe invece potuta nascere durante la stesura delle musiche. Ma i nuovi arrivati hanno saputo interpretare le canzoni con grande personalità. Io ho scritto i temi e le linee musicali, loro le hanno letteralmente prese per mano dando a ciascuna di esse la propria identità, il giusto colore. Tutto segue un disegno preciso, tutto e studiato nei dettagli… ogni sfumatura, ogni sospiro. Una caratteristica che non è mai venuta meno nei Dark Lunacy ma che in questo album la puoi percepire con miglior nitidezza perché le partiture più riflessive e meno violente a livello ritmico ti lasciano il tempo di poterle interpretare al primo ascolto. In studio ognuno sapeva cosa fare, come farlo ma soprattutto sapeva fin dove poteva spingersi; cercando cioè di valorizzare al massimo il proprio strumento, ma rispettando costantemente l’arrangiamento del compagno.

E’ incredibile come a livello stilistico abbiate mantenuto un filone tutto sommato coerente, non avevi paura che con i nuovi arrivati ci sarebbe stato il rischio di una deviazione troppo forte? Del resto provengono da gruppi abbastanza sperimentali, gli Infernal Poetry su tutti!
Mike: Devo dire che sono stato molto fortunato. I nuovi arrivati hanno saputo interpretare al meglio questa rinascita. Daniele Galassi (chitarra) Alessandro Vagnoni (batteria), Andy Marchini (basso), non hanno bisogno di grandi presentazioni. Chiunque mastichi il Death Metal nazionale, ha di cero in casa un disco di Sadist e Infernal Poetry. Poi c’è il grande Caludio Cinquegrana… un talento assoluto non solo al proprio strumento (chitarra) ma anche nelle vesti di arrangiatore. A mio avviso, il valore aggiunto del nuovo progetto Dark Lunacy, è l’unione di musicisti di grande qualità ma con differenti personalità, dettate appunto dalle loro origini. Gli Infernal Poetry hanno uno stile molto personale, così come i Sadist. Il tutto unito all’animo più Rock di Clode e alla parte più riflessiva di Mike, creano un tutt’uno davvero interessante. È’ incredibile quello che può nascere da identità così distinte ma altresì accomunate da una sorta di istinto primordiale.

Anche a livello vocale si può riscontrare un tuo approccio più aperto, meno legato alla tradizione Death Metal, arriverete mai all’utilizzo della voce pulita? Un po’ come i Dark Tranquillity di Projector (con le dovute differenze ovvio)?
Mike: Vedi Andrea… io non mi reputo un cantante, ma solo l’interprete delle mie emozioni. Il mio compito è raccontare una storia attraverso la musica. Se mi limitassi a rispettare i canoni di un genere solo per vincoli di appartenenza non riuscirei a dare quella sensazione che ricerco così meticolosamente, canzone dopo canzone. Questo sott’intende che nel prossimo album, la voce sarà direttamente proprorzionale al concept trattato. Se ci sarà bisogno di un cantato pulito, sarà pulito, se invece sarà necessario un ritorno alle origini, torneremo alle origini. Ad ogni canzone, la sua voce insomma.

Come procede la promozione di Weaver To Forgotten? Il pubblico e la critica lo stanno recependo in maniera positiva?
Mike: Sono assolutamente soddisfatto. Inizialmente ero abbastanza preoccupato per come i fans avrebbero potuto prendere un cambiamento così importante. Oggi però sono davvero felice nel constatare con mano l’ottima accoglienza con la quale è stato preso il disco. Le vendite vanno fortissimo. Dimostrazione concreta del buon lavoro svolto.

Sotto il versante dei concerti come si stanno muovendo le cose? Credo sia tornato il momento di portare i Dark Lunacy al suo pubblico! Dal vivo avete sempre dimostrato delle ottime capacità, sono previsti anche delle date all’estero?
Mike: Per quanto riguarda le date di presentazione del nuovo album stiamo allestendo insieme al nostro produttore un calendario. Il tour ufficiale inizierà non prima di febbraio 2011. Avendo molti fans all’estero, credo che inizieremo da li. Per l’Italia faremo una cosa studiata al meglio per dar modo ai nostri fans nazionali di ascoltare il nuovo album.

Sbaglio oppure negli anni vi siete creati un bel seguito in alcuni paesi dell’est? La Russia in particolare, per loro che significato assumono canzoni come Heart Of Leningrad, Stalingrad, Aurora o Pulkova Meridian? Giusto per citare le prime che mi tornano in mente…
Mike: Guardando in particolare alla Russia, dove abbiamo effettivamente un bel seguito, l’aneddoto più significativo che posso raccontare è legato alla sera in cui ci esibimmo a San Piertoburgo. Palazzetto gremito per venire a sentire chi era quella band che aveva dedicato un disco alla loro Città. Aurora, Forlorn, Motherland, Hart Of Leningrad… i fans impazziti che cantano i brani con gli occhi gonfi di lacrime in memoria di Leningrado e dei 900 giorni dell’assedio. Quel concerto è per me la prova concreta che un sogno si può realizzare.

Ci sono all’orizzonte dei nuovi brani? Con tutto questo tempo fermi magari avrete accumulato un mare di idee.
Mike: Sto ragionando su alcune idee che – come hai giustamente notato – in questi anni di silenzio si sono accumulate nella mia testa. Ma ora è il tempo di spingere Weaver Of Forgotten. Quando i tempi si saranno fatti maturi, comincerò a lavorare al prossimo album.

Bene, siamo in conclusione, chiudi come vuoi e grazie per la disponibilità!
Mike: Grazie Andrea… grazie per avermi permesso di presentare il nuovo disco e la band ai vostri lettori e per aver ricordato qualche passaggio della nostra storia . Spero che presto avremo modo di farci un'altra bella chiacchierata. Mike!
Intervista a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 01 gen 2011 alle 03:11

Personaggio interessante, non c'è che dire... si vede che non è dietro ad una band convenzionale.