Negli ultimi anni la presenza femminile nella scena Hard & Metal si è ritagliata spazi sempre più importanti, aprendo così la strada anche a delle evoluzioni musicali inaspettate, un appuntamento al quale non sono mancate anche diverse formazioni nostrane, tra queste i SinHeresy. Ne parliamo, non con la cantante Cecilia Petrini... ma con il loro bassista, Davide Sportiello.
Quando avete deciso di lasciarvi alle spalle l'esperienza di cover band dei Nightwish per intraprendere un percorso musicale all'insegna del Black & Grind più oscuro ed estremo?
In effetti c’è stato un momento in cui pensavamo di passare da cover band dei Nightwish a tribute band degli Immortal ma poi ci siamo accorti di non avere abbastanza accessori borchiati degni nei nostri guardaroba e quindi abbiamo preferito dedicarci alla composizione di pezzi nostri…
Forse allora è meglio che togliate i dubbi a me ed ai lettori su chi sono e su cosa fanno i SinHeresY, non credi?
Scherzi a parte, sin dalla fondazione della band l’intento era quello di proporci con la nostra musica. Provenivamo tutti da altre realtà locali nelle quali ci stavamo letteralmente rompendo il c… a causa dell’assenza di ambizioni e prospettive . Così abbiamo dato vita al progetto “SinHeresy” ma eravamo consci che prima di poterci affacciare sul panorama metallico con un prodotto di qualità avevamo bisogno di fare esperienza, di crescere come gruppo e di conoscerci meglio come persone e come musicisti. In tal senso suonare le cover dei Nightwish, dapprima in sala prove e poi live in giro per i locali del nord-est e della Slovenia nel 2010, ci ha aiutato molto. Il pubblico e la critica per questo motivo spesso tendono a assimilarci al gruppo di Holopainen e soci per partito preso, a volte ancora prima di aver ascoltato l’EP! In realtà noi suoniamo quello che ci piace, le influenze sono le più disparate per ogni membro della band, potrei citare gruppi insospettabili al di fuori di quelli che uno potrebbe aspettarsi: Kamelot, Symphony X, Children of Bodom, System of a down, Metallica e Iron Maiden fanno anch’essi parte del nostro background musicale ma spesso ci si ferma al clichè metal+voce femminile= Nightwish, Within Temptation, Epica ecc… A noi piace definire il nostro genere “symphonic-heavy metal “, almeno per quanto riguarda questo EP, mentre tu ad esempio ci hai catalogato come power, altri gothic, alcuni addirittura “progressive”…; a dimostrazione del fatto che ciascuno con la propria sensibilità musicale individua come portante uno o l’altro aspetto della nostra musica e che quindi, forse, non è così semplice da inquadrare in maniera univoca.
Credo che trovare il nome da dare ad una band sia sempre più difficile... come siete arrivati a SinHeresY?
Anche per noi ovviamente trovare un nome non è stato semplice e non sto qui a elencarti tutte le varie ipotesi che abbiamo preso in considerazione prima di giungere al nostro nome attuale. “SinHeresy”, letteralmente “peccato” e “eresia” , è stato quello che ci ha convinto di più perché i due termini rispecchiano concetti ricorrenti nei nostri testi, quasi una dichiarazione di intenti su ciò che vogliamo esprimere con le nostre canzoni. Noi non vogliamo intenderli nel loro significato “teologico”, ma bensì come espressione del fascino del proibito, dell’andare oltre cio’ che è considerato lecito o giusto; che sia per colpa, per scelta o per forza maggiore non ha importanza, ciò che conta è esplorare ciò che c’è oltre i limiti, siano essi fisici, morali, psicologici, spirituali…
Ho visto alcune vostre foto... ma chi vi cura il look!?!?
Vorrei saperlo anch’io…
Vediamo se indovino: la farfalla è Cecilia mentre Stefano, Davide, Lorenzo ed Alex sono i ragni?
Esattamente! Come in tutti i gruppi female-fronted a volte non è facile per Cecilia essere l’unica donna in un ambiente maschile e a volte maschilista, ciò nonostante sono già tre anni che ci sopporta! Per tutti gli altri significati dei ragni e della farfalla invito naturalmente a leggere i testi dell’EP, dopo averlo acquistato naturalmente…:).
"The Spiders and the Butterfly" è il vostro primo lavoro, quindi prime esperienze in studio, il risultato finale ha rispecchiato ciò che avevate in mente oppure avete dovuto rinunciare a qualcosa?
La realizzazione di questo EP non è stata semplice, abbiamo speso molto in termini di energie fisiche e mentali, di tempo e soldi, in certi casi anche più del necessario a causa della nostra inesperienza nell’imbarcarci in una produzione musicale professionale, ma devo dire che né è valsa la pena. Avevamo le idee chiare sui risultati che volevamo ottenere in termini di sound, arrangiamenti, artwork e anche grazie ai preziosi consigli di un professionista come Paolo Crimi (batterista di Extrema e Beerbong) ci siamo rivolti a due nomi garanzia di qualità nei rispettivi settori: Riccardo Pasini dello studio 73 di Ravenna per la registrazione e Davide Nadalin della Nerve Design per l’artwork. Il risultato finale ci soddisfa pienamente e siamo contenti che i nostri sforzi stiano venendo apprezzati in maniera davvero oltre le nostre aspettative da pubblico e addetti ai lavori, ma allo stesso tempo crediamo che ci siano notevoli margini di miglioramento e stiamo lavorando duramente in questa direzione per i progetti futuri.
Concentriamoci su "The Spiders and the Butterfly" ed analizziamolo più a fondo... musica e testi!
L’EP dal punto di vista musicale è frutto del lavoro di tutto il gruppo. Diversi sostengono che i gruppi che funzionano meglio siano quelli in cui una sola è la mente creativa e gli altri sono relegati al ruolo di comprimari e a volte di meri esecutori. Per noi invece il lavoro di squadra è importantissimo, anche se il processo di “composizione democratica” che adottiamo porta non di rado a scontri anche pesanti. Per quanto riguarda “The spiders and the butterfly” benché non si tratti di un vero e proprio concept è incentrato su una tematica ben precisa: le diverse situazioni che si possono creare, e che si sono create essendo i testi (interamente scritti da Cecilia) fortemente autobiografici, in un rapporto tra 2 persone che ha perso totalmente ogni possibilità di definizione e che passa attraverso una serie di situazioni e sensazioni, a volte diametralmente opposte tra loro, al limite o anche oltre ciò che viene considerato lecito. C’è una forte contrapposizione tra positività e negatività, tra luce e ombra nei testi e questo si rispecchia anche nella musica. Come hai scritto anche tu nella recensione passiamo dalla dolcezza di Forever us, ricordo dell’amore perduto, alla spietata ossessione di “Merciless game”, dalla speranza di “When darkness falls” al “sesso maledetto” di “Temptation Flame” e infine “The spiders and the butterfly” che è l’espressione del desiderio di libertà e di redenzione di chi, per colpa o per errore, ha smarrito la strada e si è fatto avvolgere dall’oscurità. Per noi era fondamentale che ogni parte strumentale dai riff più tirati ai momenti solo piano e voce rispecchiassero al meglio le immagini evocate contribuendo in maniera decisiva a raccontare le emozioni provate da chi le ha vissute. Se ci siamo riusciti o no non spetta a noi dirlo…:).
Musica Metal e immaginario Fantasy vanno spesso a braccetto, anche voi fate parte di questa categoria? Che rapporti avete con la Fantasy?
No, in realtà benché personalmente apprezziamo la letteratura fantasy e non escludiamo in un futuro di scrivere qualcosa su qualche saga che ci ha particolarmente colpito (piccolo spoiler…) almeno per questo EP come già spiegato ampiamente ci siamo basati su esperienze e fatti vissuti in prima persona e riteniamo che la realtà sia già qualcosa di estremamente fantastico – nel bene e nel male – su cui indagare e su cui basarsi per avere l’ispirazione per comporre. A volte può essere utile utilizzare metafore derivate dall’immaginario fantasy per esprimere concetti concreti ma personalmente ritengo che siano sin troppi i gruppi che ne abusano.
E con la musica... METAL... ovviamente?
Il Metal, la musica che amiamo e che suoniamo sin da adolescenti, è una parte integrante delle nostre vite, ora più che mai con la pubblicazione del nostro primo lavoro! Per noi, e immagino per tutti i metalheads del mondo, non è solo un genere musicale, è uno stile di vita, un modo di essere, un modo di rapportarsi alla musica non in modo passivo come chi ascolta la radio in macchina o carica sull’i-pod le hit del momento fabbricate ad hoc dall’industria discografica. All’interno di esso si possono benissimo inserire influenze derivate da tutti gli altri generi musicali pur mantenendo quella carica e quell’energia primordiale che solo un ampli sparato al massimo e una batteria pestata senza freni possono dare. I critici musicali benpensanti la ritengono una musica facile, infantile: i power-chords, ritmi banali, urlatori al posto di cantanti, mentre per noi è il miglior mezzo che abbiamo per esprimere noi stessi, quello che abbiamo dentro, quello che vogliamo comunicare agli altri e per cui spesso le parole non bastano.
Se non sbaglio avete fatto uscire "The Spiders and the Butterfly" inizialmente come autoproduzione, poi in un secondo tempo avete trovato il supporto della Revalve Records. E' stata l'unica possibilità che vi si è presentata?
La Revalve non è stata l’unica etichetta a contattarci ma è stata quella che ci ha offerto maggiori garanzie per quanto riguarda la promozione dell’EP. Per un gruppo esordiente come noi che deve appena crearsi un nome nel circuito è importante essere seguiti al meglio e tenersi costantemente in contatto con chi si occupa di diffondere la nostra musica e in questo senso la scelta di affidarsi a una Label piccola ma in espansione come la Revalve Records di Rob Cufaro si sta rivelando molto positiva e al momento possiamo dirci soddisfatti della scelta.
E' stato difficile uscire dall'underground? O meglio credete di esserne usciti e sopratutto è uno degli obiettivi che vi siete prefissati?
Non credo che la pubblicazione di un EP, per quanto ben fatto, permetta a un gruppo di ritenersi una realtà affermata, ma allo stesso tempo posso dire che “The spiders and the butterfly” si sta rivelando un ottimo punto di partenza. Noi abbiamo sin dall’inizio cercato di impostare il nostro lavoro, con la speranza un giorno di emergere e di ritagliarci un nostro spazio nel panorama del “metal che conta”, ma allo stesso tempo siamo ben consci che la strada è piena di ostacoli e di fattori esterni per nulla connessi alle nostre capacità e al nostro impegno.
All'interno del gruppo c'è qualcuno che ha anche qualche altro progetto o vi dedicate tutti interamente ai SinHeresY?
Per tutti noi i SinHeresy sono l’occupazione principale, ma io (Davide Sportiello, il bassista) e il tastierista Daniele suoniamo anche in altri 2 gruppi, rispettivamente i SilentLie e i Sinister Shadow. Con i primi, gruppo hard rock dalle tinte gothic, avevamo fatto uscire un EP nel 2007, avevamo pubblicato una nostra canzone su un paio di compilation underground e un’altra era stata scelta come colonna sonora di un cortometraggio fantasy-horror austriaco, “Blood Sisters”. Daniele con la sua altra band melodic metal ha anche rilasciato un EP nel 2010 intitolato “Skydriver”.
Non resta che parlare del presente e magari del futuro: cosa state facendo in questo momento e cosa ci dobbiamo aspettare dai SinHeresY?
Al momento attuale siamo alle prese con la produzione del videoclip della opener dell’EP “Temptation Flame”( di cui a questo punto diamo l’annuncio in anteprima su Metal.it!) che speriamo di rilasciare a marzo di quest’anno. Nel frattempo siamo già al lavoro sulle canzoni che andranno a comporre il nostro primo full-lenght, questo previsto per la fine del 2012, inizio 2013, con il quale intendiamo in seguito proporci anche in sede live con continuità, aspetto al momento limitato a qualche concerto di presentazione dell’EP in fase di definizione.
Vi ringrazio... concludete pure l'intervista come preferite!
Ringraziamo Metal.it per averci dato questo spazio e tutti i lettori che avranno la pazienza di leggere l’intervista! Stay Metal!!!!