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Gruppo:Headline

In un piovoso sabato pomeriggio autunnale il tour 2003 dei Symphony X tocca il suolo italico per un'unica data, al Transilvania Live di Milano. Ad accompagnare la formazione statunitense ci sono i francesi Headline, che promuovono il loro nuovo disco “Duality”. Ho avuto l'opportunità di fare una lunga e interessante chiacchierata con Didier Chesneau e Sylvie Grare, rispettivamente chitarrista e cantante della band transalpina. Ecco cosa ne è venuto fuori.

Ciao ragazzi! Innanzitutto benvenuti a Milano... siete mai stati in Italia prima d'ora?

D: No, è la prima volta.

Qui in Italia non sappiamo molto di voi. Volete presentare gli “Headline” ai nostri lettori?

D: Siamo nati nel 1994 e abbiamo fatto uscire il primo disco “Escape” nel 1997. Abbiamo fatto numerosi tour in Francia, showcase, concerti acustici... queste performance sono state anche registrate e riarrangiate per "Escape Thru The Lands", uscito verso la fine del 1998. In seguito abbiamo fatto da gruppo di supporto per gruppi del calibro di Dio, Angra, Vanden Plas. Abbiamo poi firmato con la NTS nel 1999, facendo uscire il nostro secondo disco "Voices Of Presence". Poi siamo stati in tour coi Vanden Plas, abbiamo suonato anche insieme a Stratovarius e Dream Theater. Duality è uscito lo scorso anno in Francia, ma esce a Novembre per voi.

Ho ricevuto Duality da pochi giorni, ma mi è piaciuto sin dai primi ascolti. Ci vuoi parlare un po' di questo disco?

D: Abbiamo iniziato a scrivere le canzoni al termine del tour coi Vanden Plas, ma in seguito a diversi problemi di carattere personale la lavorazione ha subito qualche ritardo, infatti il disco sarebbe dovuto uscire un po' di tempo prima. Abbiamo cercato una via di mezzo tra il primo disco, che era più melodico, e il secondo disco, che era più orientato sul progressive, dando anche maggiore importanza alle parti vocali. Non vogliamo suonare pezzi molto complicati, il nostro obiettivo è di “illustrare” le sensazioni evocate dai testi.

Sylvie, tu sei l'autrice dei testi del disco, quindi questa domanda è per te. I testi sono molto curati, e offrono numerosi spunti di riflessione. Ogni canzone parla del tema della rabbia e della “duplicità” che crea nell'animo umano. Verso cosa è diretta questa rabbia?

S: Oh, contro molte cose... come la morte, la gelosia, anche contro Dio, se Dio esiste davvero. Un giorno ti alzi, sei arrabbiato... e non sai perché. Ed è questo che ho cercato di trasmettere nei testi.

Come nel caso di “Bereft of Sky”?

S: Esattamente. Questa canzone è molto importante per noi, volevamo dare la giusta importanza al problema dell'handicap. Amiamo molto Beethoven, e sappiamo della sua sordità, e del suo dire “Preferirei essere morto che sordo”. Un giorno mi sono svegliata e ho pensato “Se dovessi perdere uno dei miei cinque sensi, quale sarebbe il peggiore da perdere per me?” E mi sono resa conto che si trattava dell'udito, non potrei vivere senza la possibilità di sentire, di ascoltare. Ed è per questo che ho scritto nella canzone che se anche fossi cieca, potrei scrivere, potrei cantare, potrei sentire la mia voce. Ma senza l'udito, questo non mi sarebbe possibile.

Oltretutto la musica è molto importante per i disabili, perché permette loro di provare sensazioni ed emozioni che forse senza non riuscirebbero a sentire. E credo che la canzone esprima bene questa idea.

D: Credo che l'idea generale della canzone sia proprio quella. Anche perché spesso abbiamo ogni capacità, e non sappiamo usarle. Passiamo il tempo a lamentarci per cose veramente futili, se paragonate ai problemi dei disabili. Invece loro conservano la loro voglia di vivere, a prescindere da questo. E spesso arrivano a risultati sorprendenti, anche migliori dei nostri, che abbiamo tutti i sensi a nostra disposizione.

S: La prima volta che abbiamo suonato questo pezzo dal vivo, sul palco era presente un uomo seduto su una sedia a dondolo, che interpretava appunto Beethoven. Per me è stato molto emozionante, perché cantavo “per lui”.

“Bereft of Sky” è stata riarrangiata a partire da una delle sonate più famose di Beethoven. L'influenza della musica classica è forte negli Headline, è una cosa che si nota in ogni vostra canzone. Come vi siete innamorati di questa musica?

D: Ogni componente del gruppo ha un background di musica classica. Sylvie la studia da sempre, il ragazzo che suona le parti di batteria sul disco (che non è lo stesso che ci accompagna in questo tour, a causa di precedenti impegni) suona anche il violino, il nostro tastierista suona addirittura l'oboe. Quindi è un'influenza davvero importante nel suono del gruppo.

Spesso l'influenza della musica classica nei dischi Power è un po' “forzata”, ogni tanto sembra quasi che alcune parti stiano state messe nel disco solo per “colpire” l'ascoltatore e accostare il proprio sound a quello di gruppi di maggior successo.

S: Gruppi come gli Angra. Ho avuto il piacere di conoscere di persona Andrè Matos. E' un grande pianista, oltre che un eccellente compositore, ed ovviamente un grande cantante.

D: Cerchiamo di limitare le parti classiche solo ai momenti in cui sono strettamente necessarie. Non vogliamo essere uno dei tanti gruppi neoclassici della scena. Prima ti ho detto che l'intento della musica degli Headline è di descrivere stati d'animo diversi, e cerchiamo di farlo anche attraverso le parti classiche, comportandoci però in maniera diversa rispetto agli altri gruppi. Per esempio in “Bereft of Sky” abbiamo mantenuto la parte originale di piano di Beethoven, anche se avrei potuto suonarla con la chitarra... però ci siamo resi conto che sarebbe stato meglio tenere il piano, e così è stato.

Avere una cantante femminile è un aspetto poco comune per un gruppo metal. Non raro, ma comunque poco comune. Mi sembra che la voce di Sylvie si adatti bene al sound degli Headline. Quali sono i vantaggi e quali gli svantaggi di avere a propria disposizione una voce così diversa da quella dei classici cantanti metal?

S: Ci sono cantanti come Russell (Allen, NdR) che pur essendo maschi riescono ad andare così in alto con la voce... e io, da donna, mi chiedo perché un uomo può fare le stesse cose che faccio io (ride) E' una vera sfida per le donne fare parte della scena Metal, per molti motivi, ma tutto sommato pian piano questa situazione sta cambiando, grazie anche ad un recente cambio di mentalità. La presenza di Doro ci ha aiutato molto sotto questo punto di vista, anche se non è una delle mie maggiori fonti di ispirazione. Ciò nonostante, le persone continuano a paragonarmi a lei... solo perché sono bionda e canto in un gruppo metal! Un altro gruppo che ascolto molto in questo periodo sono gli After Forever. Mi piace il modo di cantare della cantante, che è contemporaneamente metal e lirica. Anche Tarja dei Nightwish è molto brava, ma trovo che sia esageratamente lirica, per questo preferisco la cantante degli After Forever. Se un giorno dovessi incontrare una di loro, sarebbe carino poter duettare. In ogni caso i cantanti che mi hanno influenzato maggiormente sono maschi: Geoff Tate dei Queensryche, e ovviamente, Russell Allen... questa sera capirete il perchè! (ride)

Ho avuto l'opportunità di vedere due video degli Headline, “The Message” e “Exorcise Me”. Cosa si prova a girare un videoclip?

D: Il primo video, quello di “The Message”, risale ai primi anni del gruppo. Ci trovavamo in una sorta di Club Mediterranee, in cui erano presenti anche diversi stunt-man, specializzati nel girare scene con cavalli, fuoco, altamente spettacolari. E così un giorno ci hanno proposto di girare un video, di cui si sarebbero occupati loro, e io ho accettato immediatamente, occupandomi della stesura della storyboard. Anche il secondo video è stato girato con loro, ma questa volta eravamo un po' più coscienti di quello che volevamo effettivamente: un video ambientato nelle montagne, con lupi, animali selvatici, basato sulla figura dell'esorcista di cui parla appunto “Exorcise Me”. E' stata una bellissima esperienza, e ora vogliamo cercare di riprodurre live anche questa scenografia, con fuochi, luci, e cose di questo genere.

S: Magari non con un vero lupo, però... (risate)

D: Ci stiamo lavorando, e magari in futuro saremo in grado di riuscirci. Cercheremo di offrire uno show in cui le scene sul maxi-schermo possano unirsi allo spettacolo che diamo sul palco, con attori veri e cose di questo genere.

Molto suggestivo. Da cosa deriva il nome del vostro gruppo?

D: La “Headline” è la linea del destino, che può essere letta sulla mano dell'uomo.

I video metal solitamente non ottengono l'attenzione di emittenti del tipo di MTV. Qual è quindi l'obiettivo principale che si ha nel filmare un videoclip, per una band metal?

D: In Francia abbiamo un'emittente che da' un po' di spazio al metal, e oltretutto sapevamo già a priori che ci sarebbe stata la possibilità di includere sul cd i video in formato multimediale. E' una cosa fatta soprattutto per i nostri fan che non hanno la possibilità di vederci dal vivo. Il primo video è stato fatto quasi solo per piacere personale, mentre invece con “Exorcise Me” avevamo già deciso con la nostra etichetta di girare un videoclip che ci garantisse un minimo di notorietà. Inoltre in Francia è possibile anche votare sulle riviste del settore per il miglior video dell'anno.

S: E' una sorta di biglietto da visita. Guardando il video, un fan si può fare l'idea di come siamo, di che genere di persone sta ascoltando.

In passato avete fatto tour con nomi importanti della scena Prog Metal: Angra, Vanden Plas, Dream Theater. E ora siete di supporto ai Symphony X. Che emozioni si provano a suonare di fronte a centinaia e centinaia di fan?

D: Accompagnamo i Symphony X in tour per tutta l'Europa, e in questo momento è come se fossimo al primo disco. Scopriamo nuove platee, nuovi ascoltatori. In Francia siamo abbastanza conosciuti, ma all'estero è completamente differente... è come se il gruppo fosse nato solo da qualche giorno! (ride) E' una bella esperienza, perché ogni paese apprezza in maniera diversa la nostra proposta... è una cosa piacevole. E poi i ragazzi dei Symphony X sono incredibilmente gentili. Non solo amiamo la loro musica, ma anche il loro modo di fare. E' allo stesso tempo un grande piacere e un grande onore.

S: Inoltre i nostri fan aspettavano da tempo di poterci vedere in un solo concerto coi Symphony X, anche perché le nostre proposte musicali non sono così distanti. E così sono stati accontentati!

Quando è iniziata la vostra carriera di musicisti?

D: La mia è iniziata all'età di vent'anni. Volevo suonare la chitarra già da molti anni, ma i miei genitori preferivano che mi trovassi un lavoro vero (ride). In quel periodo ho anche fatto degli studi come ingegnere del suono. Ho iniziato a incidere qualche demo, e ho conosciuto Sylvie in questo modo. Avrei voluto creare subito un gruppo con lei...

S: Ma all'epoca cantavo già in un altro gruppo. Didier mi mandò un sacco di registrazioni, cassette, demo... così mi resi conto che Didier ci teneva davvero ad avermi con lui. E' stato molto tempo fa, ma non ti dirò quanto tempo fa (ride).

D: Sylvie faceva parte anche del mio gruppo precedente, gli “Escape”, che comunque non erano un vero gruppo, visto che alla fine la band era composto principalmente da lei e da me. Così sono nati gli Headline, un gruppo vero e proprio con lo scopo di suonare anche dal vivo, oltre che su disco. Infatti diverse canzoni del nostro primo album sono rielaborazioni di vecchi pezzi degli Escape... ed è anche per questo, che si chiama, appunto, “Escape”.

Negli ultimi anni, la Francia ci ha regalato dischi interessanti in ambito Power. Heavenly, Alkemyst, Adagio, solo per citarne alcuni. Com'è la scena metal in Francia?

D: La scena inizia a diventare buona perché ci sono gruppi validi in ogni genere. Questi gruppi hanno anche dei discreti dati di vendita, anche se l'audience francese non è facile da conquistare. Sono sempre più interessati a quello che viene dall'estero, anche da un paese vicino come l'Italia! (ride)

Ne sappiamo qualcosa anche in Italia...

D: E' così, anche se ultimamente le cose migliorano. Le persone dicono “Ah ma questo gruppo francese era in tour con questo gruppo famoso, con quest'altro gruppo importante... ma allora non sono così male!” (ride) Soprattutto non è facile iniziare. Bisogna trovare la label giusta, e vengono a sommarsi tanti fattori che possono decretare la fortuna (o la sfortuna) di un gruppo.

Prima hai menzionato i tuoi studi nel campo del suono. Come ti sei trovato nelle vesti di produttore del nuovo disco?

D: Al momento della registrazione del disco, avevamo accumulato un certo ritardo e per questo l'etichetta mi chiese se volevo occuparmi della produzione del disco. L'idea non mi entusiasmava, perché non volevo mixare tutto quanto... all'epoca ero il co-produttore, un ruolo decisamente comodo (ride) Quando non ero soddisfatto di qualcosa, posso potevo dire a qualcun altro di apportare delle modifiche. Ma per “Duality” questo non era possibile, perchè se avessimo aspettato un produttore, avremmo accumulato un ritardo eccessivo. E così i componenti del gruppo mi hanno spinto a forza dietro la console, come voleva l'etichetta. Tutto sommato i fan preferiscono la produzione di “Duality” a quella dei precedenti dischi, registrati in Germania. La trovano più naturale. E' anche più semplice avere quei suoni dal vivo.

Dal vostro sound, è evidente una certa passione per due gruppi di primo piano quali Queensryche e Dream Theater. Cosa ne pensante degli ultimi due, controversi album di questi gruppi? Siete ancora soddisfatti della loro proposta?

D: Trovo i Queensryche un po' “leggeri” al momento. Però rispetto enormemente le loro scelte e la loro coerenza. Sarebbe facile incidere un secondo “Operation: Mindcrime”, disco che adoro, però li rispetto molto come musicisti perché seguono la loro strada. Trovo che il loro ultimo disco sia molto vicino a quello solista di Tate, anche se i fan preferirebbero suoni più aggressivi, più pesanti e – perché no – anche più progressive. Però il fatto che suonino solo quello che vogliono, questa decisione fa loro onore. Anche se, a livello di gusti personali, preferirei sonorità più heavy! (ride)

S: Personalmente adoro Geoff Tate, anche se cantasse delle schifezze sarebbe pur sempre strepitoso (ride)... quindi come possono non piacermi gli ultimi dischi dei Queensryche?

E riguardo ai Dream Theater?

D: L'ultimo disco non mi è piaciuto molto. “Scenes From a Memory” era un grande disco, ma tutto sommato li preferivo prima dell'ingresso nella line-up di Jordan Rudess. Da quando c'è lui, ci sono troppi solo, troppe parti strumentali. Gli preferivo sia Moore, sia Sherinian. Ho anche ascoltato un bootleg della loro riproposizione di “The Number of the Beast”, e lo trovo fantastico... credo anche che James LaBrie canti meglio in quell'occasione che negli ultimi dischi dei Dream Theater. Da quando Rudess è entrato in formazione, trovo che le parti vocali siano spesso “fuori posto”. In ogni caso, troppi assoli! (ride)

S: Abbiamo anche suonato una versione acustica di “Pull Me Under” durante le nostre sessioni unplugged.

D: Questa sera non suoneremo cover, ma spesso nei set acustici proponiamo canzoni di Dream Theater e Queensryche, perchè ci piacciono e perchè vogliamo omaggiare i loro compositori.

S: Dopotutto credo che se ti piacciono gli Headline, difficilmente non ti piacciono quelle canzoni!

Ora siete in tour coi Symphony X. Quando tornerete a scrivere materiale per il nuovo disco?

D: Abbiamo qualche idea qua e là, anche se al momento non c'è proprio tempo per il songwriting. Ho già una certa idea di quello che voglio fare, ma niente di definito. Potrebbe essere un concept album, oppure no... è ancora da decidere. Ti abbiamo parlato dell'idea di proporre un grande show dal vivo, questo potrebbe anche influenzare il songwriting del nuovo disco. Potrebbe essere una grande “film”, una specie di colonna sonora. Più orchestrale, più sinfonico. In ogni caso vogliamo che le nostre composizioni siano sempre dirette, anche usando più strumenti ed avendo a disposizione maggiore possibilità.

Vi ringrazio per l'intervista, è stato un piacere poter parlare con due persone gentili e disponibili come voi. Avete la possibilità di concludere la nostra chiacchierata nella maniera che preferite. C'è qualcosa in particolare che volete dire ai nostri lettori...? A voi il microfono!

S: Divertitevi, e veniteci a vedere!

D: E' un piacere poter viaggiare in tanti paesi, e speriamo che la gente venga a vederci suonare dal vivo... non deludeteci!

Intervista a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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