IsRain è la nuova creatura di Nicola Favaretto e Alberto Pasini, il primo per più di dieci anni mente degli Ensoph, il secondo proveniente dagli Ashcorn. Trees Never Sleep è l’appena nato frutto di questo connubio e farà la felicità di quelli che, come me, dopo la fine degli Ensoph, si erano sentiti orfani di uno dei più grandi frontman europei. Saperne tutto da Nicola stesso era d’obbligo…
Parliamo della nascita della band…
Alberto ed io siamo amici da diversi anni; la cosa era già nell’aria da parecchio tempo ed è stato naturale che il progetto si concretizzasse dopo l’uscita dalle nostre rispettive band Ensoph ed Ashcorn. Così ci siamo messi subito al lavoro e abbiamo reclutato Alessandro, Millo (già compagno di avventura di Alberto negli Ashcorn) e alla fine Andrea. Non è stato semplice trovare un nome che ci convincesse pienamente, su una cosa però eravamo tutti d’accordo: volevamo un nome breve e che non avesse significato. Spesso dai nomi delle band si capisce già se fanno black, glam, doom, power, industrial… volevamo essere fuorvianti. IsRain c'è piaciuto subito.
IsRain sembra una sintesi delle esperienze musicali di ciascuno dei membri...
Concordo. Oltre a questo bisogna anche dire che con gli anni si cresce, si scoprono nuove cose e si impara ad amare altri stili. In
Open your door ci siamo avvalsi di un sassofonista jazz, così come su
No forgiveness ci sono delle parti di batteria eseguite da un batterista dello stesso genere. Infine canzoni come
Parasite e
I don’t wanna be here sono pesantemente influenzate dal rock più moderno.
Qual è la genesi di Trees Never Sleep?
Inizialmente eravamo in due: Alberto scriveva la musica e io mi occupavo dei testi. Millo ed Alessandro poi con il loro arrivo hanno dato un forte contributo all’arrangiamento dei pezzi.
Trees Never Sleep era già stato registrato quando Andrea è entrato nella band; tutte le linee di basso son state eseguite da Massimo Cocchetto (ex Ensoph). che ci ha fatto questo grosso favore. Millo poi, avendo studiato da ingegnere del suono, ha curato le riprese in sede di registrazione e il missaggio, co-producendo il lavoro assieme ad Alberto.
Colpiscono la destrutturazione dei brani e le atmosfere disturbanti...
In realtà non abbiamo deciso alcunché a tavolino. L’amore di Alberto per le colonne sonore dei film e la mia passione per le sonorità “dark” ci hanno portato a creare certe atmosfere. In futuro si vedrà… magari incideremo un disco di rock 'n' roll! Chi può dirlo?
Perché avete scelto la strada dell'autoproduzione e perché avete scelto di masterizzare proprio ai Metropolis Studios?
Non ci interessa avere a tutti i costi una casa discografica; i tempi stanno cambiano e molti artisti scelgono la via dell’autoproduzione ( si pensi ai nostrani Dopestars Inc.) ma non escludiamo nulla: se dovessimo ricevere una buona proposta da parte di una grossa label, beh allora se ne potrebbe discutere! Per quanto riguarda i Metropolis Studios, Alberto ne aveva sentito parlare molto bene tramite addetti ai lavori. A livello di mastering sono tra i migliori al mondo e pensavamo che il loro operato potesse dare una marcia in più alla qualità sonora del disco. È stato un piacere poter collaborare con Andy Baldwin e siamo pienamente soddisfatti del lavoro svolto. .
Parliamo dei testi…
I testi sono distanti anni luce da quelli degli Ensoph: niente misticismo, niente esoterismo (escludendo
No forgiveness). Sono nati di getto, perché erano cose che avevo dentro e che aspettavano solo il momento giusto per uscire. Sono assolutamente “terreni” ma non per questo meno profondi: parlano di esperienze di vita, difficoltà, malattia, rapporti interpersonali, rabbia. Il titolo Trees never sleep nasce da un’esperienza che ho vissuto molti anni fa: stavo trascorrendo una notte nei boschi del Trentino e, chiuso nella mia tenda, fui impressionato dal brusio appena percettibile che potevo udire. Sembrava quasi che gli alberi stessero bisbigliando…”Gli alberi non dormono mai”, mi dissi, e quella frase mi rimase impressa.
Come procede con la tua attività di scrittore?
A settembre uscirà il mio primo romanzo “Condannato a vivere” per la Loquendo Editrice di Pavia, non ti nascondo che sono veramente emozionato! Dopo la mia uscita dagli Ensoph nel 2010, ho avuto il tempo per dedicarmi ad un’altra delle mie passioni. In realtà ho sempre scritto: racconti, poesie, ma non avevo mai pensato di pubblicare qualcosa. Nel 2010 decisi che forse valeva la pena di provare questa nuova avventura, così diedi alla luce “Schegge di vetro – Pensieri inquieti” una raccolta di poesie, edita dalla EQUIPèCO di Roma.
Dopo tanti anni nel mondo della musica, cosa pensi della situazione nel nostro paese?
L’Italia non è un paese facile ( penso per qualsiasi genere musicale), la gente accorre numerosa ai concerti delle cover band e snobba chi cerca invece di proporre qualcosa di proprio. Vi è una preoccupante disaffezione nei confronti della musica. All'estero, per esperienza diretta, le cose sembrano essere nettamente migliori e lì concentreremo i nostri sforzi.
Per chiudere?
Vorremmo ricordare ai lettori che il nostro album è scaricabile gratuitamente dal nostro sito (http://israin.com)… Approfittatene! Abbiamo poi in cantiere qualcosa di molto interessante… ma lo annunceremo a tempo debito.
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