Red Sky, l’artista mascherato.

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Gruppo:Red Sky

A poca distanza dall’uscita dell’ottimo album “Origami” ho posto qualche domanda al chitarrista/cantante Red Sky, anima e factotum del progetto omonimo. Come sempre molto disponibile, egli ci ha chiarito i significati dietro la sua opera nonché i nuovi impegni che lo attendono…

Tu hai accumulato parecchia esperienza grazie a diverse band del settore metal, ma il progetto Red Sky oltre ad essere interamente tuo percorre strade musicali del tutto differenti. Cosa ti ha spinto ad intraprendere questo nuovo discorso?
Red Sky è nato quasi per caso come progetto prettamente chitarristico, risultato di un quotidiano esercizio sullo strumento e di frequenti improvvisazioni che mi portarono ad avere un bel po’ di materiale, che decisi di non eliminare e di sviluppare in un nuovo ambito.
Gli altri progetti che avevo e che ho, erano decisamente più estremi e non lasciavano spazio a un tipo di musica più soft, poetico e solistico e questo mi portò a costruire questa one man band per potermi cosi esprimere pienamente e sinceramente, senza alcun limite di nessun tipo e coinvolgendo ogni aspetto dell’arte in grado di colpirmi e affascinarmi.
A differenza di quando ho iniziato, l’aspetto chitarristico si sta ora riducendo sempre più per lasciare spazio all’aspetto compositivo e al vero scopo di tutto il mio lavoro:emozionare.
“Origami” è sicuramente un lavoro elegante, ricercato e di intrigante atmosfera, si può definire come una congiunzione tra rock e poesia. Oltre alla tua originale personalità, c’è qualche particolare influenza che ti ha ispirato?
Grazie, apprezzo molto questa definizione, perché unire musica e poesia era proprio il mio intento e lo è tutt’ora. L’ispirazione principale di ogni mio lavoro musicale è la mia vita, le mie esperienze e soprattutto i miei sentimenti.
Musicalmente io ascolto di tutto, ma l’artista che riesce meglio a svolgere il lavoro che tento di fare io,ovvero emozionare con brani più semplici possibili e poche note/parole ma di qualità, è Ludovico Einaudi,o chitarristicamente parlando Joe Satriani.
I testi delle canzoni sono una parte fondamentale dell’album ed in generale della tua proposta. Puoi spiegare quali temi vuoi esprimere attraverso le parole…
Il mio progetto è iniziato come proposta strumentale e si è evoluto in un genere che non so come definire, ma che sicuramente ora contiene delle brevi parti di testo. Queste parole hanno un’importanza fondamentale perché devono esprimere il senso di quello che voglio dire in pochissime frasi, quindi devono essere scelte con cura e contenere grande significato.
Attraverso le parole voglio esprimere ciò che tento di comunicare anche con la musica, ovvero uno stato d’animo, una sensazione, un ricordo, ciò che mi emoziona.
Nel disco troviamo la presenza di numerosi ospiti, che hanno arricchito i brani di sfumature sonore. Puoi dirmi chi sono e perché li hai scelti per collaborare all’opera?
Si, in questo album ho collaborato con vari musicisti. Gli strumentisti sono stati scelti per suonare strumenti che io non so suonare e che non volevo fossero inclusi digitalmente, per innalzare la qualità sonora dell’album. I cantanti invece costituiscono delle collaborazioni che volevo realizzare per innalzare la qualità intrinseca dei brani. Quasi tutti i partecipanti sono miei amici, che conosco da tempo, mentre qualcuno l’ho conosciuto per questa occasione.
Sei soddisfatto del risultato finale ottenuto? A quale tipo di appassionati del rock consiglieresti il tuo lavoro?
Io da perfezionista non sono mai soddisfatto pienamente, e credo sia un bene non fermarsi mai e cercare sempre di migliorarsi, ma sono abbastanza contento di questo lavoro, perché rappresenta sicuramente un passo avanti rispetto ai lavori passati.
Allo stesso modo posso dire che il mio songwriting è migliorato tantissimo in questi ultimi mesi e che i prossimi brani saranno 10 volte meglio.
Io consiglio “Origami” a chiunque ami la musica: io suono e compongo senza limitazioni e quindi credo che chiunque possa apprezzare (o non apprezzare) questo lavoro, che sia metallaro, rocker o qualsiasi altra cosa.
Credo che la definizione di “Metal” sia ormai troppo stretta per il progetto Red Sky.
Red Sky si presenta sempre mascherato, qual è il significato di tale immagine?
Red Sky è mascherato perché è l’anima che suona, non il corpo, quindi l’aspetto fisico dell’artista non deve interessare ne distrarre chi ascolta. Inoltre la maschera ha anche una funzione per il mio show, che vivo come uno spettacolo quasi teatrale e credo aiuti il pubblico a emozionarsi.
Questo progetto è unicamente legato alla realizzazione in studio, oppure prevede anche le esibizioni dal vivo?
Il progetto viene portato regolarmente in sede live, e prevede un’esibizione molto particolare, un po’ perché sono l’unico musicista sul palco, dato che suono su delle basi, un po’ perché sono accompagnato da particolari danzatrici e a volte da un pittore che ispirandosi a ciò che suono dipinge sul momento un quadro, davanti al pubblico.
Quali i prossimi impegni riguardo a Red Sky o anche di eventuali altre formazioni in cui sei coinvolto?
Per quanto riguarda Red Sky, il 24 Ottobre uscirà il mio nuovo videoclip, e senza anticipare nulla, vi dico che non sarà certo l’ultimo in questo periodo. Tra l’altro, questo video è frutto della collaborazione con un altro artista che stimo molto, Caelestis, e del contributo dei fan che hanno inviato la propria immagine. Oltre a questo sto preparando i nuovi brani, sto suonando live e sto lavorando a nuove cose che preferisco non anticipare.
Invece, parlando di altre formazioni, sto lavorando al misterioso progetto Ideogram, che sarà una cosa senza precedenti (www.ideogram.it).
Come giudichi l’attuale periodo della musica heavy rock/metal, sia su scala nazionale che su quella internazionale? E, nel caso, esiste qualche gruppo che ti ha interessato negli ultimi tempi?
A livello internazionale il metal mi sembra in buono stato, in Italia ci sono parecchie ottime band ma che sembrano non interessare a nessuno, dato che la gente snobba sempre più i concerti, l’organizzazione è in mano a chi non sa organizzare e i locali si comportano come sempre e come tutti purtroppo sappiamo. Inoltre in Italia non c’è collaborazione, ogni band cerca di far guerra alle altre e cosi peggiora ulteriormente la situazione.
A tal proposito segnalo l’Underground Metal Alliance, di cui faccio parte e con cui stiamo cercando di migliorare un po’ le cose in Italia ( www.undergroundmetalalliance.com) .
Per chiudere, vuoi mandare un saluto agli amici di Metal.it e magari ricordare come possono contattarti in rete?
Certo, ringrazio voi per lo spazio e tutti i lettori, vi rimando al mio sito e alla mia pagina facebook per rimanere aggiornati e scoprire un po’ di più di questo progetto:
www.redsky.itwww.facebook.com/redskyofficialpage

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