Loro lo definiscono rock pe(n)sante.
A noi la musica dei padovani Maieutica è piaciuta parecchio grazie al suo saper essere profonda senza risultare spocchiosa.
“Logos” è il secondo lavoro per il gruppo ed uno dei migliori album di progressive rock/metal usciti in Italia quest’anno e ci ha dato la possibilità di scambiare due chiacchiere con questo interessantissimo progetto.
Ciao ragazzi, volete presentare i Maieutica al nostro pubblico?
Ciao Beppe! I
Maieutica nascono dai sobborghi grigi ed industrializzati di Padova con l'obiettivo di mantenere viva in chi ascolta quella scintilla di curiosità e di spirito critico che le mode ed il cosiddetto "mainstream" stanno cercando di spegnere. Non c'è un preciso gruppo o un filone al quale ci ispiriamo ma diverse realtà al quale i singoli attingono e che viene mescolato ad altre influenze fino alla creazione di qualcosa che ci suoni nuovo ed originale. Ovviamente il comune denominatore è il rock, spesso indurito ai limiti dell'hard, ma le contaminazioni spaziano liberamente senza confini.
Dalla lettura dei testi, al nome che vi siete scelti fino ai titoli degli album pubblicati vedo una grande ricerca concettuale/testuale dietro il vostro lavoro. Potete dunque parlarci del vostro approccio alla musica sia dal punto di vista concettuale che da quello compositivo?
Quello che per noi è fondamentale è comunicare attraverso la musica. Anche in questo caso non abbiamo un riferimento, non diamo un messaggio univoco e definito. Non vogliamo ergerci a paladini o indicare la strada giusta da intraprendere. Noi cerchiamo solo di porre delle domande ma è l'ascoltatore che ci e si risponde. Un po' come nel caso della maieutica socratica dalla quale prendiamo il nome. Vogliamo che la gente possa cominciare a porsi delle domande grazie ad una canzone. A livello compositivo invece tutto parte da un'idea musicale che viene sviluppata ed attorno alla quale viene creata una storia. La nostra visione in questo caso è piuttosto progressive, non sempre utilizziamo forma-canzone. La musica procede in funzione di quello che viene descritto dalle liriche.
Sono curioso di sapere quale pensate possa essere il vostro pubblico ideale: a chi si rivolge la vostra musica? Chi deve "oliare gli ingranaggi della sua mente"?
Non vogliamo circoscrivere la nostra proposta ad un pubblico definito. Il bello della maturazione della mente e dello spirito è che non ci sono limiti e non c'è una fine. Diciamo che chi crede che la musica sia un mezzo per elevarsi dal proprio stato può essere interessato a quello che facciamo. Allo stesso tempo vogliamo scuotere chi non crede a tutto questo cercando di coinvolgerlo nel nostro universo.
Parliamo del nuovo album "Logos". Come lo descrivereste? A chi o cosa vi siete ispirati per comporlo? Come mai la scelta della lingua italiana?
"Logos" è quello che sono i
Maieutica oggi. E' un disco molto variegato nel quale si passa da pezzi rock semplici e diretti a suite progressive mantenendo sempre vivo un sound secondo noi originale e coerente. Merito anche di un'estrema attenzione ai dettagli e del lavoro in sede di registrazione, mix e master di un grande professionista come Alex de Rosso. Il disco non è propriamente un concept nel senso che i brani non seguono un unico percorso ma ogni singola traccia racconta una piccola storia. Le tematiche comprendono un po' tutto quello che ruota attorno al nostro modo e trattano tanto di argomenti intimistici e riflessivi quanto di quello che effettivamente succede là fuori. Tuttavia non ci piace crogiolarci nella malinconia, cerchiamo di reagire e di spingere l'ascoltatore a trovare la propria via di pensiero e la propria strada. Proprio per esprimerci al meglio abbiamo optato per l'utilizzo della lingua italiana. Essendo la nostra lingua madre possiamo trovare sfumature e dettagli che in inglese non saremmo in grado di adoperare. C'è da dire comunque che abbiamo registrato una versione in inglese del singolo di lancio del disco,
"Sinestetica apparenza", e può essere ascoltata gratuitamente nel nostro sito
http://www.maieutica.infoSe doveste scegliere un pezzo "rappresentativo" dell'album, su quale composizione ricadrebbe la vostra attenzione?
E' molto difficile scegliere un brano in particolare visto che ognuno ha una storia diversa da raccontare e differenti stati d'animo da vivere. A livello musicale inoltre spaziamo attraverso differenti sonorità e tendiamo a muoverci liberamente tra diversi generi. Se
"Natale di S'odio" e
"Tre" possono essere considerati come brani legati al prog dall'altro lato ci sono
"Sinestetica apparenza" e
"L'oracolo" appartenenti ad un hard rock-metal più diretto.
Ho trovato particolarmente riusciti due brani: "A.D.I.D.M." e "Tre". Ce ne volete parlare nel dettaglio?
A.D.I.D.M. è l'acronimo che sta per "Armi di indifferenza di massa". E' il nostro pezzo più esplicito. Di solito noi tendiamo a non prendere posizione e lasciare che l'ascoltatore tragga da solo le proprie conclusioni ma in questo caso le cose hanno preso una piega diversa. Il pezzo tratta dell'indifferenza della società nei confronti delle guerre che sconvolgono il nostro pianeta ed in particolar modo della guerra in Iraq. Musicalmente è molto semplice proprio per lasciare più spazio al testo. L'atmosfera è soffusa e sofferta ma talvolta esplode in rabbiose sfuriate elettriche fino ad arrivare ad un break centrale più tipicamente metal.
"Tre" è un brano completamente diverso, più in linea con il progressive. E' preceduto da "La scelta", un'introduzione nella quale una voce recitante delinea la vicenda. "Tre" narra la storia di tre persone differenti: una che si vuole ammazzare, la seconda che vuole ammazzare e la terza che si vuole innamorare. Queste idee sono messe in crisi dal passaggio di un'entità non definita e un destino che sembrava essere ormai scritto riesce così a cambiare direzione. Musicalmente è più complessa della precedente. Le sonorità orientaleggianti sono evidenziate da strumenti esotici come il saz, strumento a corde di origine turca. Si parte da atmosfere eteree e sognanti e, gradualmente, vi è un crescendo di intensità che segue la crisi dei protagonisti fino alla "rivelazione" finale.
Che cosa apprezzate e cosa non apprezzate nella scena rock italiana? E' difficile essere italiani per voi?
In Italia, come sappiamo, non c'è e non c'è mai stata una vera e propria cultura del rock e del metal. Per la maggior parte degli italiani il rock si traduce nei classici Vasco e Ligabue quando in realtà il rock può essere anche altro, basti pensare a quello che è successo sempre in Italia negli anni '70 con gruppi quali Area, Pfm, Banco, tanto per fare un esempio. Finché non cambia il modo di pensare della gente la situazione rimarrà pressoché la medesima. La musica non è più considerata come "cultura" ma come un sottofondo piacevole per le nostre azioni quotidiane. Non vogliamo generalizzare e sappiamo che ci sono molte persone che credono ancora nella musica ma rappresentano una nicchia che non può competere con la massa in termini di numeri. Noi, come molti gruppi nella nostra stessa situazione, ci mettiamo l'anima per sovvertire questa situazione e scuotere più coscienze possibile.
Supporterete "Logos" con esibizioni dal vivo? Come è un concerto dei Maieutica? Con chi vi piacerebbe condividere il palco?
L'attività live è estremamente importante per noi. Stiamo sperimentando per rendere il live un vero e proprio spettacolo, con oggetti di scena e contaminazioni teatrali. Nella maggior parte dei live molto spesso il messaggio si perde a causa di volumi, problemi tecnici, distrazioni varie. Stiamo quindi lavorando per catturare lo spettatore, a volte anche con la forza, e di coinvolgerlo, metterlo in primo piano e dargli una chiave di lettura per la nostra musica. Vogliamo ribellarci alla classica forma del concerto rock. Gli spettatori che vengono a vederci non devono più essere considerati come "il pubblico", vogliamo che diventino i protagonisti della serata. Poi siamo un gruppo piuttosto trasversale che tocca diversi generi differenti. Possiamo suonare in contesti metal, acustici, rock o prog ma non rientrando totalmente in nessuna di queste sonorità finiremo per sembrare un po' estranei alla situazione. Visto che la domanda lascia spazio di volare con la fantasia un teatro con una compagnia di attori a nostra disposizione sarebbe forse il palco che ci piacerebbe di più.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Ora vogliamo concentrarci sulla promozione di
"Logos" e far si che questo disco, in cui crediamo molto, possa essere ascoltato il più possibile e approfondito grazie ad un'intensa attività live. Allo stesso tempo stiamo componendo i pezzi che andranno a comporre il suo successore. Non ci piace stare con le mani in mano insomma.
Le ultime parole famose.
Vogliamo ringraziare lo staff di
metal.it per lo spazio che ci ha dedicato. Citando Buddha tutto ciò che siamo è il risultato di ciò che abbiamo pensato. E' giunto il momento di dare una bella svolta alla nostra vita e percorrere strade prima inesplorate. Siate sempre pensanti!
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