“Ti ricordi quando andammo in giro per Roma di notte, dopo che avevo bevuto tequila e succo d’arancia?”. Certo che me lo ricordo; era il ’97 ed era appena uscito Wrap Your Troubles in Dreams, il terzo album della band finlandese; Jyrki era a Roma per una serie di interviste, fra le quali anche con il magazine per cui scrivevo all’epoca. Insieme ad un collega gli feci fare un giro turistico by night nel centro di Roma. Immaginatevi questo tipo alto, vestito in pelle, con lunghissimi capelli neri davanti al viso, occhiali da sole (sì, anche alle undici di sera), perfettamente conscio del suo ruolo di bello e tenebroso. Occhi puntati su di noi ovunque andassimo e donne pronte a svenire fra le sue braccia. Da allora i The 69 Eyes si sono sempre più immedesimati nelle figure di creature della notte, abbandonando le sonorità glam rock prima, hard metal dopo, per quel connubio fra gothic rock, gothic metal e rock ‘n’ roll che gli ha regalato il successo su larga scala, a partire dal successivo Wasting the Dawn, fino all’ultimo uscito X, disco che celebra i loro primi dieci anni di carriera.
Parliamo della genesi di X...
E’ il nostro decimo album, quindi abbiamo voluto realizzare qualcosa di speciale, il miglior album ad oggi, il più maturo, melodico e musicale, con brani composti con particolare cura. Credo ci siamo riusciti!
In che modo nascono i vostri brani?
Bazie, il chitarrista, compone la maggior parte delle canzoni a casa e mi manda via mail Ie basi musicali; aggiungo le parti vocali ed è fatta. Di solito, quando il brano arriva ad adattarsi al mio gusto, il testo sbuca fuori da sé. Questa volta la maggior parte dei testi riguarda la rottura con la mia ex ragazza; i pezzi sui demo erano molto malinconici e rispecchiavano bene il mio stato d’animo, così è stato stranamente semplice esprimere i miei pensieri.
Come mai per il nuovo video Red avete scelto la regia di Patric Ullaeus invece di continuare con Bam Margera?
Abbiamo iniziato a fare video con Bam perchè ci divertivamo davvero. Passavamo un weekend negli Stati Uniti in party selvaggi e ci ritrovavamo con il video registrato. Patric è in contatto con noi da quasi dieci anni e ci ha offerto la sua collaborazione. Dato che abbiamo prodotto l’album in Svezia, è stato normale girare lì anche il video, con un regista svedese.
Tue impressioni sugli Stati Uniti, rispetto alla Finlandia?
Gli USA sono la casa di Elvis Presley e del rock'n'roll, quindi è sempre stato il più grande sogno di una rock band suonare lì e registrarci anche un album. D’altro canto, venendo dalla Finlandia penso che la nostra arma segreta sia l’innato sentimento di malinconia ed il senso della melodia, mixati con il rock'n'roll americano.
Come è nata la collaborazione con Playboy.com, continuata anche per il video di Red?
Playboy rappresenta il classico immaginario femminile, che coincide con la classica etica rock'n'roll!
Dopo aver cambiato il primo batterista, Lotto, la vostra line up è rimasta inalterata. Cosa vi rende così uniti?
Oh yeah, Jussi è l’uomo nuovo, con noi solo da ventuno anni ormai! Semplicemente siamo amici e rock fans, The 69 Eyes non è mai stato un lavoro o un business per noi. Amiamo ancora suonare, i party e viaggiare!
Siamo sicuri che l’immagine di creatura della notte corrisponda davvero alla tua vita di ogni giorno?
Ahah! Beh, ormai mi conosci da parecchio tempo…
Come è nato l’interesse per la cultura e l’immaginario gotico?
Archzie, il nostro bassista, ha suonato in una post-punk/goth band chiamata Syyskuu nei primi anni ‘80, fa parte della prima generazione goth. Naturalmente anche noi altri abbiamo cominciato ad ascoltarlo nello stesso periodo, insieme al glam, dato che gli Hanoi Rocks andavano forte in Finlandia.
Anche i testi sono cambiati, passando da argomenti come sesso e vita pericolosa ad altri come l’amore, i sentimenti in generale e, naturalmente, tematiche gotiche…
Quello dipende dall’età. Ho quarant’anni ed è più facile scrivere brani sui miei fallimenti in amore che sullo stare in piedi tutta la notte e girare per le strade inseguendo sogni da adolescente, ahah…
Chi di voi ha retto la gestione della band, finché non avete firmato contratti importanti?
In realtà non so se abbiamo mai avuto contratti importanti! Dopo alcuni anni in cui abbiamo avuto un manager, adesso siamo tornati ad auto gestirci. Il business funziona così in questo periodo.
So che sei un buon amico di Ville Valo. Pensi ci potrà mai essere una collaborazione dei The 69 Eyes con gli HIM?
Ville ha cantato su quattro o cinque dei nostri albums e curato la pre produzione di Wasting The Dawn. Quelli erano bei tempi ed è stato eccitante vedere questo simpatico ubriacone dei bar metal di Helsinki diventare una stella! Spero riusciremo ad organizzare un tour insieme uno di questi giorni.
Una curiosità: perché all’epoca sceglieste proprio il nome The 69 Eyes?
Perché ha tutto: sesso, horror, mistero e rock'n'roll!
E’ vero che sei un estimatore del fumetto Corto Maltese?
Sono un grandissimo fan! Corto è un eroe per me, adoro viaggiare per il mondo come lui! Nelle sue storie ci sono avventure, tramonti e donne meravigliose…