… scagli la prima pietra.
E gli Eversin - che probabilmente qualche peccato sulle spalle se lo saranno pure caricato - rimediano con il loro secondo album, "Tears On The Face Of God"?. Per farlo ecco tra noi il loro bassista, Ignazio Nicastro ed il cantante Angelo Ferrante.
Parliamo immediatamente dell'ultima uscita in casa Eversin, siete d'accordo con quanto ho scritto in fase di recensione... qualcosa da aggiungere su "Tears On The Face Of God"?
Angelo: si, assolutamente d’accordo. Come bene detto da te nella recensione, gli Eversin hanno di fatto trovato una propria identità musicale già da qualche anno. Con la pubblicazione “Tears….” abbiamo solo confermato il tutto. Quest’album è il risultato di tanti mesi passati in studio e poi in sala di registrazione. Vi giuro che è stata una faticaccia ma il tutto viene ripagato dai molteplici consensi che stiamo avendo sia a livello nazionale che estero.
Ci sono voluti un paio d'anni per dare un seguito a "Divina Distopia", cosa è successo nel frattempo?
A: Nel contempo… vediamo un pò… ah ecco Giangabriele si è sposato!!! A parte gli scherzi sono successe tante cose in casa Eversin: la decisione di omettere totalmente le tastiere nei nostri pezzi, il bellissimo concerto che nel 2010 abbiamo tenuto a Roma facendo da apripista ai Suicidal Angel e ai mitici Death Angel…
Ignazio: …abbiamo preso più coscienza di noi come musicisti e siamo riusciti a dare un’identità precisa e delineata alla band, cosa che con il precedente “Divina Distopia” non era ancora stata pienamente raggiunta. Penso che “Tears…” sia la perfetta fotografia di cosa oggi siano gli EVERSIN…
L'aver via via incattivito il vostro sound è stata una cosa graduale oppure vi siete accorti di dover mollare ulteriormente le briglie alla vostra energia?
A: Bella domanda alla quale vorrei risponderti con estrema schiettezza: secondo il mio parere la vera forza degli Eversin sta nel non programmare mai “a tavolino” il come deve essere il prossimo passo; per essere assolutamente onesto ti confesso che la quasi totalità dei nostri pezzi viene creata in presa diretta, nel senso che se qualcuno porta un briciolo di riff o solo un’idea tutto si sviluppa sul momento. Nessuno di noi lavora separatamente se non per qualche input. Pensa che la title track “Tears on the face of God” è nata in un solo pomeriggio, fantastico, vero? Chiaramente il dopo è la parte più difficile e più delicata. Noi poniamo estrema attenzione alle registrazioni e non lasciamo mai niente al caso. Ogni nostra traccia viene spulciata e riascoltata almeno 100 volte (ma anche molto di più) per fugare qualsiasi dubbio. Per dare una risposta alla tua domanda posso dirti che forse nei giorni in cui sono nate le canzoni che compongono “Tears…” probabilmente eravamo più incazzati del solito, ahahahaha…
I: Sai, noi nasciamo come band Thrash, quindi in fondo è stato naturale riscoprire ciò che un tempo ci aveva spinto ad imbracciare gli strumenti… l’indurimento di cui parli, come diceva Angelo, non è stato deciso a priori, bensì notato a posteriori e visto come una cosa assolutamente naturale.
Che puoi dirci delle canzoni che compongono il nuovo disco... ci sono dei passaggi che reputi importanti e maggiormente significativi per l'album? Liricamente sembra un album decisamente crudo...
I: Penso che l’album sia un monolite fatto da pezzi inscindibili tra loro… è come un puzzle, ognuno degli 8 brani è indispensabile per creare il risultato finale… se proprio dovessi scegliere un brano rispetto ad un altro la scelta ricadrebbe sicuramente su “Nightblaster” o sulla title track, ma questo è solo un fatto emotivo dettato dai sentimenti del momento… se mi facessi la stessa domanda tra una settimana probabilmente ti citerei altri due brani… a livello testuale, “Tears on the Face of God” non è un concept, ma tutti i testi trattano il tema della guerra. È un tema che mi ha sempre affascinato, ed aldilà delle mie inclinazioni politiche, del tutto personali, penso che sia un tema molto interessante da trattare in un’opera metal. Il titolo nasce da una frase che mia nonna mi disse quando ero bambino. Disse: “’a guerra fa chiangiri ‘u Signuruzzu” (la guerra fa piangere il Signore). Quella frase si scolpì nella mia mente. Fatto qualche cambiamento penso sia divenuta un titolo grandioso per un disco metal. Se leggete bene i testi troverete riferimenti a personaggi storici del passato, riferimenti camuffati ovviamente...
Ma la stupenda copertina dell'album ha un significato collegato ai testi dei vari pezzi?
I: La copertina, opera di un artista davvero in gamba, Roberto Marconi di DirtDesign, altro non è che l’esatta rappresentazione visiva di ciò che viene descritto attraverso i testi… inoltre sentivamo la necessità di rappresentare visivamente anche la nostra musica… considero il nuovo album come il suono della guerra, e quando guardo la copertina, magari con in sottofondo “For the Glory of Men”, non posso che vedere ciò che abbiamo messo in musica.
Bene, restando concentrati su "Tears On The Face Of God", come sono andate le cose in studio di registrazione, il risultato finale ha rispecchiato ciò che avevate in mente oppure avete dovuto rinunciare a qualcosa?
A: Certamente si! E’ precisamente quello che volevamo… Come ti dicevo prima abbiamo scritto di getto quasi tutto l’album e ci siamo fermati quando ci è parso il caso. Ti assicuro che non abbiamo neanche contato i pezzi. Il risultato oggi si chiama: “Tears on the face of God”. Ti ho detto questo per significarti che quando gli Eversin in fase di composizione pensano un qualcosa di importante quel qualcosa quasi certamente sarà un pezzo del prossimo CD.
I: Abbiamo avuto qualche problema in fase di mixaggio in quanto il suono non mi soddisfaceva pienamente. Ho sempre detestato i suoni laccati e troppo plasticosi, ed all’inizio stavamo rischiando di uscire con un disco dalla produzione troppo “finta” e pulita. Abbiamo dovuto fare il mixaggio da capo per ben 2 volte per riuscire ad ottenere il suono potente, grezzo e cattivo che senti sul disco… siamo una band Metal, cazzo… i suoni cristallini li lascio con piacere agli artisti pop…
Ho comunque notato un deciso miglioramento per quanto riguarda la resa sonora. Quanto è importante per un disco avere una buona produzione? Può essere più importante della musica stessa?
I: Come ti dicevo poco fa la produzione è molto importante, specialmente se suoni un genere ben preciso… sinceramente non riuscirei ad immaginare un brano come “Nightblaster” con un suono pulito e cristallino… perderebbe la sua cattiveria. Non penso che la qualità sonora possa essere più importante della musica stessa però… pensa a gruppi come Darkthrone, Mayhem o Immortal… agli inizi avevano produzioni e rese sonore davvero pessime, ma la loro musica viveva proprio attraverso quel marciume sonoro… prendi ad esempio “In the Nightside Eclipse…” secondo me è quanto di più “evil” la Norvegia abbia mai messo in musica e questo a mio avviso è anche merito di una produzione sporca e assolutamente vera…
Sul disco avete ospitato anche Tony "Demolition Man" Dolan, come siete riusciti a coinvolgerlo?
I: In un modo davvero semplicissimo: Facebook. Gli inviai “Nightblaster” e dopo una settimana ricevetti la sua risposta. Fui onorato di leggere che era rimasto colpito dal brano e che si rendeva disponibile per la collaborazione… Tony è una leggenda ma al contempo è una delle persone più umili e tranquille che conosca… tanti coglioncelli avrebbero troppo da imparare persone come lui…
A: ricordo che quando Ignazio mi comunicò la presenza di Tony come special guest sul nostro disco, gli staccai la chiamata perché pensavo ad uno scherzo. Ma poi, mi richiamò appellandomi con parole dolci del tipo “testa di ca…” ”pezzo di me…” ed allora capii che non scherzava, ahahahahahaha!!! Per me è stato realmente un onore duettare in “Nightblaster” con un mito vivente del Metal mondiale. Ricordiamoci che i Venom di Tony "Demolition Man" Dolan non sono stati per nulla inferiori ai Venom di Cronos, quei Venom considerati a ragione uno dei gruppi di punta della First Wave of Black Metal". Da lì hanno preso spunto gruppi oggi più blasonati quali Metallica, Slayer, e sinceramente i Venom di Dolan hanno continuato il lavoro dei primi Venom in maniera egregia…
State già lavorando ai brani che comporranno il successore di "Tears On The Face Of God"? ... ehm ci sarà un successore vero?
A: Per fugare qualsiasi dubbio: gli Eversin continueranno a comporre musica ed a suonare dal vivo. Gli Eversin non sono solo un gruppo; gli Eversin (e ancor prima i Fuoco Fatuo) sono una creatura di tre ragazzi che vive perché sono in vita gli stessi elementi che la compongono. Per farti capire meglio: se Giangabriele (ma così anche Ignazio o il sottoscritto) per qualsiasi motivo dovesse lasciare la band questa di colpo cesserebbe di esistere. Gli Eversin per me rappresentano una parte importantissima di me stesso; intanto oggi ho quasi 40 anni e quando abbiamo pensato i Fuoco Fatuo, oggi Eversin, ne avevo circa 25…. quindi quasi metà della mia vita l’ho passata in questo gruppo, ma ti dirò di più: Giangabriele è stato sin da piccolissimo sempre dentro le salette dove suonavo insieme ad altri gruppi e lo reputo quasi una mia creatura oltre che un fraterno amico. Dovete saper che la prima volta che ho incontrato Ignazio era così piccolo che girava in scooter. Comunque si, ci sarà un successore… assolutamente si. Finchè ci saranno queste tre menti unite, con il medesimo scopo, e con la stessa voglia di spazzare via qualsiasi cosa con la propria musica… bè, gli Eversin esisteranno.
I: Posso anticiparti che abbiamo registrato un nuovo brano in presa diretta durante le ultime prove… la direzione intrapresa al momento non si discosta molto da quanto fatto con il nuovo album… forse c’è un po’ più di violenza…
Pensate che sia ancora possibile essere originali nel genere che proponete o che ne vale la pena provare ad esserlo? E voi ci provate?
A: Sin dal nostro primo CD “Tenebras Dream” tutte le recensioni ci hanno sempre indicato come un gruppo che tende sempre a sperimentare. Io dico che tutto nasce naturalmente ed è frutto delle varie influenze e del background che caratterizza ogni singolo componente degli Eversin.
I: Noi non ci proviamo, ci viene proprio spontaneo, ed in tutta sincerità non so se questo può essere sempre visto come un qualcosa di assolutamente positivo. Il fatto di essere una band eclettica fa si che molta gente, nel tentativo di incollarci addosso un’etichetta, ci descrive in modi assurdi… la cosa non mi spiace in fondo, ma a volte leggo cose davvero strane, fuorvianti, che potrebbero dare a chi non conosce la band un’impressione assolutamente non veritiera.
Allora, eccovi l'ultima domanda: che cosa avevate chiesto a Babbo Natale e cosa vi siete invece ritrovati sotto l'alberello?
A: beh, io ho chiesto una brasiliana con le rotondità al posto giusto e molto succosa… si ma non intendevo l’arancia. Bando alle ciance, ho chiesto che mi/ci serbi intatta la voglia di cantare/suonare… il resto lo mettiamo noi!!!!!!!!!!!!
I: Sergio… ma ti rendi conto che io con questo tizio che risponde alle domande con me ci devo quasi vivere??? Secondo te cosa avrei dovuto chiedere a babbo Natale???
Prima dei saluti, fatemi ancora una confidenza, cosa vi aspettate per il futuro degli Eversin?
I: Spero che le cose si mantengano sui livelli attuali… abbiamo un disco che spacca i muri, una label cazzuta al nostro fianco, un buon numero di supporters e tanta voglia di dimostrare che gli Eversin hanno ancora molte cose da dire… abbiamo anche un nuovo batterista, tanto bravo quanto esaurito… se tutto, in seno alla band, rimane così, posso dirmi fortunato no? E ribadisco che ci sarà un nuovo capitolo targato Eversin. Ho già in mente il titolo… ehehehe.
E per chiudere non posso che ringraziarvi ancora e chiedervi quali saranno i vostri impegni in questo 2013...
A: Cominciamo a comporre il successore di “Tears…” e da quello che stiamo già suonicchiando devo dire che sarà devastante. Spero anche che ci siano tanti live. Ehi ragazzi venite a vederci dal vivo vi assicuriamo un spettacolo intriso di vero e puro Metal.
I: Sottoscrivo dai… ahahahaha. Un grazie di cuore a te Sergio ed a tutto Metal.it per il preziosissimo supporto che ci avete sempre dato. Lo apprezziamo davvero. Grazie di cuore.