Tre album in una carriera quasi ventennale possono significare tanto a livello di sfortuna in un gruppo, sfortuna che si amplifica a dismisura se poi la band ha a che fare con un'intervista di cui il sottoscritto si era completamente dimenticato... Avoglia ad aspettare! Sperando che Matteo Bellezza e gli Enemynside siano magnanimi, ecco il resoconto di una chiacchierata intercorsa tra Metal.it ed il chitarrista della band romana una 20ina di anni fa, quando "Whatever Comes" fu iniziato... ;)
Ciao a tutti e bentornati sulle pagine di Metal.it! Iniziamo dal constatare che stavolta, benchè siano passati circa 3 anni, non abbiamo dovuto aspettare tutto il tempo intercorso tra il primo ed il secondo album...
Matt: Già…..voi….ma noi abbiamo aspettato un periodo infinito! “In The Middle Of Nowhere” fu registrato nel 2006 (poi pubblicato nel 2008 per motivi indipendenti dalla nostra volontà), quindi per noi sono passati 6 anni! Dico sempre che se avessimo avuto il pieno controllo di tutti gli aspetti riguardanti le pubblicazioni dei dischi fin dalla nascita del gruppo, a quest’ora avremmo realizzato una manciata di album in più.
A livello di lineup le cose sono nuovamente cambiate: cosa è accaduto e da dove viene la difficoltà di mantenere stabile una formazione?
Matt: E’ difficile mantenere insieme 5 teste quando non fai il mestiere di musicista (cioè quando non vivi di musica), quando non c’è qualcuno che si occupa di tutti gli aspetti extra-musicali della band al posto tuo. Ci sono sempre delle situazioni che richiedono l’impegno di tutti, dei momenti di difficoltà che richiedono uno sforzo e un sacrificio da parte di tutti. Non sempre si riesce ad essere coesi attraverso le varie fasi della vita di un gruppo. Suonare non vuol dire automaticamente prendersi solo i lati positivi, suonare (se non sei un gruppo con un’esposizione mediatica forte) vuol dire investire tempo e soldi. Dai media escono solo i lati relativi all’attività del gruppo inerente a registrazioni, live, tour ecc. ma dietro c’è molto di più, la maggior parte di questi per registrare spendono soldi e per suonare anche (che sia per partecipare a dei festival, o semplicemente x pagarsi i biglietti aerei). Nessuno fa la rockstar, tranne chi lo è realmente, e in questo ambito è facile che non tutti resistano così a lungo (come band o all’interno di una line-up). Noi ci siamo sempre barcamenati senza dar via il culo o pagando per ottenere qualcosa, questo chiaramente rende tutto più difficile e abbiamo perso ex bandmates appunto per calo di interesse, perché le cose succedono più lentamente in questo modo, perché si arriva ad un certo punto che ci si logora e non si riesce più a dare un contributo alla causa.
Anche a livello di etichetta c'è stata una svolta, da Sleazy --> New Model Label alla danese Mighty, che tanti anni fa era una label con un roster validissimo. Come siete giunti a questo accordo e come vi trovate con loro?
Matt: La Sleaszy è stata un errore al quale abbiamo posto rimedio quasi subito facendo riuscire il disco tramite New Model Label. Il discorso relativo a Mighty è piuttosto buffo (como si): entrammo in contatto con loro nel 1999 quando eravamo in cerca di una label per la pubblicazione del primo cd. Ci fecero un’offerta interessante che fummo costretti a rifiutare x problemi di line-up (tanto per cambiare….). Negli anni sporadicamente siamo rimasti in contatto tenendoli sempre aggiornati sull’attività relativa al gruppo. Quando è stato il momento di proporre in giro il master del disco (prodotto da Christian Ice e Temple Of Noise) abbiamo pensato di contattarli. Ed ecco qui che è nata la collaborazione.
Parliamo finalmente di "Whatever Comes", abbiamo notato una decisa sterzata stilistica, che ha messo in secondo piano l'anima più old thrash in favore di un sound più "grasso", con maggiore groove e melodia: da dove nasce questa scelta o evoluzione che dir si voglia?
Matt: Nasce principalmente dall’esperienza live: volevamo del materiale che fosse più diretto e coinvolgente, che non fosse schiavo delle condizioni acustiche del posto o della bravura o incapacità del fonico di turno. In passato abbiamo sempre lavorato molto sul riffing scrivendo ritmiche articolate e piuttosto ricercate. Dal vivo spesso questo aspetto si perdeva per via dell’acustica e il risultato finale veniva appiattito. Abbiamo suonato in ogni genere di posto, dal locale infimo fino al palco con la crew che fa il check al posto tuo, ma è chiaro che per un gruppo underground come il nostro le situazioni più frequenti siano quelle del primo tipo! Per questo motivo volevamo dei pezzi che vincessero a prescindere, anche suonati dentro la cuccia di un cane! Alcune songs di questo album sono nate con la vecchia concezione (No One Of A Kind per esempio) e poi sono state riarrangiate per creare quel sound che volevamo caratterizzasse gli Enemy nel 2012, ma penso che il nostro stile sia rimasto riconoscibile. Abbiamo sempre proposto pezzi che oltre all’impatto avessero una chiara connotazione melodica, soprattutto nei ritornelli. La voce di Frallo è rimasta caratteristica nella sua timbrica a prescindere dal fatto che i pezzi ora siano meno tirati rispetto al passato. Un pezzo come P.O.M. presente nel nostro disco di debutto avrebbe potuto benissimo far parte di Whatever Comes, l’unica cosa che cambia è il bpm molto più spinto rispetto a quello dei pezzi di oggi, ma lo stile? Io ci sento la stessa identità.
Avete il timore, in seguito a ciò, di perder per strada qualche estimatore della prima ora? Oppure prevale la sensazione di poter allargare la propria fan-base?
Matt: La prima cosa che abbiamo sempre voluto è sentirci gratificati da quello che facciamo. Scendere dal palco 4 volte su 5 che ti rode il culo perché non capivi un cazzo e senti che i dettagli su cui tanto avevi lavorato non escono fuori, è una cosa che alla lunga risulta frustrante. E’ ovvio che c’è gente che non può apprezzare sempre e cmq tutto quello che fai. Per molte persone gli Enemy sono quelli di Suddenly Mad, Speed Killing o Hatestone e per i quali la nostra evoluzione suona come un’involuzione. So di persone che riescono ad apprezzarci solo ora e di chi è stato abbastanza aperto da capire e apprezzare vecchio e nuovo corso. Come si dice……la bellezza è nell’occhio di chi guarda….
Il brano "Too Many Times" vede la presenza del grande Kotzen alla chitarra: fra tanti virtuosi come vi è venuto in mente proprio lui ed in che modo avete ottenuto la sua partecipazione?
Matt: Kotzen ho avuto modo di conoscerlo di persona grazie al nostro ex-bassista Suez (che tra l’altro ha registrato tutte le parti di basso del disco). Siamo stati in tour insieme per un mese e mezzo perché Suez si occupava del booking di Kotzen in Europa. Siccome in quel periodo stavamo lavorando ai pezzi di ”Whatever Comes” ci è venuto spontaneo chiedergli una collaborazione per una song. Quello che potete sentire su Too Many Times ne è appunto il risultato. Posso dire tranquillamente che è uno dei miei artisti preferiti (sia come songwriter che come chitarrista) e averlo su un nostro cd è una soddisfazione enorme!
Avete dei rimpianti nel corso della vostra piuttosto lunga carriera, sebbene con soli 3 album completi alle spalle? Cosa bolle in pentola adesso per gli Enemynside?
Matt: Si di rimpianti se ne hanno sempre, nessuno nasce imparato e se potessimo tornare indietro sicuramente cambieremmo qualcosa, soprattutto relativamente ad alcune persone con cui scegliemmo di collaborare. Ma tant’è….nessun cammino è esente da errori, nessun percorso è perfetto, che sia di vita o “semplicemente” artistico. Si può solo fare tesoro di ogni esperienza evitando di ripetere gli stessi sbagli.
Al momento stiamo cercando di organizzare live per promuovere il disco, a gennaio siamo stati negli USA suonando a San Diego e ci è stato proposto dalla stessa organizzazione di tornare per un periodo più lungo, non sarà facile organizzarci con il lavoro ma ci proveremo. Ci piacerebbe tornare a suonare in Scandinavia, magari stavolta in Danimarca dove non siamo mai stati, vedremo anche li, probabilmente in primavera. Per il momento siamo confermati al Dead Man Fest di Lucca insieme a Secret Sphere, RunOver e altri il prossimo 5 Gennaio, se siete da quelle parti…..
Successivamente vorremmo realizzare un altro video oltre a quello già on-line di Withering (che potete vedere
qui) e poi chi vivrà vedrà! XD
Per noi è tutto, vi ringraziamo e lasciamo a voi le ultime parole famose dell'intervista!
Matt: Grazie a voi per l’intervista e per il supporto, chi volesse tenersi aggiornato può visitare la nostra homepage all’indirizzo
http://www.enemynside.com dove ci sono i redirect ai vari Fb, Youtube, ecc.
Rock on!
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?