Il Tuo Nome è … Subhuman

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I Subhuman sono da poco tornati a deliziarci con il loro assalto devastante e furente, sotto forma del loro nuovo album "Tributo Di Sangue" e quindi non potevamo mancare all’appuntamento con il loro chitarrista Matteo Buti...

Ciao Matteo, partirei da una curiosità: perchè il "vecchio bastardo" ha deciso di farsi risentire proprio ora?
Ciao Sergio, è un piacere risentirti. Nessun motivo particolare: sul nostro primo album “Profondo Rozzo” non inserimmo nessuna canzone tratta dal demo “Delirio n° 1”, cosa che invece abbiamo voluto fare a questo giro. Sebbene meno mature di quelle recenti, reputo le canzoni del demo ancora validissime, e la scelta è ricaduta su “Il Vecchio Bastardo” giusto perchè era quella che meglio si adattava al nostro stile attuale.
Ora invece vorrei sapere se siete d'accordo sulle mie considerazioni in fase di recensione, soprattutto con quelle che additano ad un sound più thrash ed affilato, con le due chitarre ancor più incisive, rispetto il passato.
Grazie dei complimenti, mi fa piacere che tu abbia apprezzato il lavoro mio e di Elia alle chitarre. In fase compositiva ho sempre cercato di mettere insieme diverse “scuole di pensiero” della musica estrema: dal Thrash, al Death, ad atmosfere più oscure e pesanti, a roba più groovy. Per le canzoni di “Tributo di Sangue” non ho fatto differenza, quindi, anche se è vero che il Thrash ha ricoperto un ruolo ancor più importante che in passato, non si tratta di una scelta voluta.
Ad ogni modo con quale spirito e propositi vi siete avvicinati a "Tributo Di Sangue"?
Quello di fare un disco migliore del precedente “Profondo Rozzo”, prima di tutto. Siamo migliorati molto come musicisti e compositori, l'amalgama tra noi è più forte e abbiamo fatto un sacco di date tra le due uscite: il disco è venuto fuori vario, maturo, personale, tecnico e devastante. Proprio come volevamo che fosse.
L'album sembra non essere piaciuto solo a me... ed anche all'estero il fatto che cantiate in italiano non pare avervi dato problemi.
Sì, è verissimo. Quando qualcuno non apprezza la scelta di cantare nella nostra lingua, 9 volte su 10 viene dall'Italia. Sembra che ci sia una sorta di esterofilia innata in noi, un pregiudizio che ci fa etichettare come “non professionale” qualunque cosa ostenti la propria provenienza geografica. Io sono dell'idea che non importa in che lingua siano scritti i testi, basta che alla fine il cantato suoni foneticamente bene. Gente come i Rammstein, Burzum o mille altri ne sono la prova lampante. Addirittura ci sono gruppi Brutal in cui il cantante nemmeno ha i testi, ma grugnisce e basta e nessuno pare lamentarsene.
Cominciamo ad analizzarlo partendo dal titolo. Come mai avete optato per un titolo del genere? Che significato ha?
Il titolo descrive semplicemente quello che questo album significa per noi: abbiamo lavorato duramente per far sì di fare il meglio che potevamo, siamo andati oltre i nostri limiti e abbiamo posto una cura maniacale in ogni fase della sua realizzazione. Questo album è il nostro “Tributo di Sangue” al Metal e alla musica.
Pensate di essere riusciti ad esprimere emozioni come rabbia, spirito di rivalsa, che altro?
Rabbia, senza dubbio. Quella che tieni dentro per tanto e poi scoppia dopo la classica “goccia che fa traboccare il vaso”. Quello che ci piace fare con la nostra musica è raccontare storie e situazioni (vere o fittizie) che in qualche modo siano singolari, grottesche, mostruose. Materiale da raccontare senza peli sulla lingua e con una urgenza che solo la musica estrema ti permette di avere.
Ma da dove arrivano queste sensazioni? Forse da avvenimenti personali della vostra vita?
Non saprei proprio cosa risponderti. Siamo tutti persone tranquillissime che hanno una vita normale e che devono far fronte ai normali problemi quotidiani. Niente di particolare, insomma... Capisco che non sia facile capire perchè cinque sfigati perdano così tanto tempo dietro a una musica che si può benissimo definire come “rumore”. Ma, sebbene non sappiamo da dove venga questa strana passione, è quello che piace fare, e continueremo a farlo finchè ne avremo voglia.
Che dici svisceriamo - un verbo che trovo perfetto da usare con i Subhuman - il vostro nuovo lavoro, scorrendo assieme le singole canzoni?
Domanda lunga e complessa, ma ci proviamo... “Nutrimi Ancora” parla di un maniaco che tiene prigioniera una ragazza viva in cantina e di cui ogni giorno mangia un piccolo pezzo, “L'atroce Scommessa” è tratto da una storia vera: parla di una scommessa che il nostro cantante Zula fece con una sua collega, e quest'ultima era così sicura di vincere che mise in palio la sua verginità anale. “Fassaborto” parla di un tipo che sta intonacando i muri di casa, e che improvvisamente trova un feto morto nel ballino di intonaco (Fassa Bortolo, ovviamente). Lui non fa una piega e sparge sul muro pure quello. “In Memoria di Me” racconta le gesta di Leonarda Cianciulli, una delle serial killer più curiose di casa nostra, “Il tuo Nome è Jack” ha un testo che gioca con l'ambiguità tra omosessualità e alcolismo, mentre “Tutti i Vizi del Presidente” è una strumentale contenente dei samples che riguardano quel personaggio vergognoso che è Silvio Berlusconi. “Evoluzione Inversa” è incentrata sulla tecnologia che rende l'uomo sempre più schiavo, “La Profezia” parla della fine del mondo, mentre “Santo Impostore” è una riflessione sul controverso personaggio di Padre Pio.
Cosa avete voluto raffigurare con e nella vostra copertina?

Nient'altro che una rappresentazione grafica del titolo dell'album: l'uomo che offre il proprio cuore a colui che guarda l'illustrazione rappresenta la band che offre il proprio lavoro all'ascoltatore, mentre le croci in fiamme sullo sfondo rappresentano tutti i sacrifici che abbiamo fatto per la buona riuscita dell'album. Penso che l'immagine di copertina sia veramente un capolavoro, dovresti vedere quanto è bella nella versione in vinile dell'album.
Dopo l'uscita del primo album avete abbandonato la Maple Metal, come mai, siete rimasti insoddisfatti? Come siete entrati in contatto con la Subsound Records?
Tutt'altro, siamo rimasti contentissimi dell'onestà, della passione e della professionalità della Maple Metal. C'era solo un grande problema: che la Maple Metal ha base a Toronto. Per questo album invece preferivamo avere a che fare con una label fisicamente più vicina, quindi abbiamo mandato in giro un po' di promo alle labels di tutta Europa e la Subsound si è mostrata da subito interessata. Dopo un paio di chiacchiere col “boss” Davide abbiamo capito di trovarci sulla stessa lunghezza d'onda e abbiamo trovato un accordo.
Tra i due dischi un sacco di importanti date live, e tra queste la partecipazione al Gods of Metal nel 2010, quale vi ha dato maggiori soddisfazioni... ehm e qualche aneddoto da confidarci?
Inutile dire che suonare al Gods of Metal è il sogno bagnato di ogni metallaro che si rispetti. A noi è stata concessa questa possibilità ed è stato un onore. Se qualcuno mi avesse detto anche solo un anno prima che avremmo suonato al GOM l'avrei preso per pazzo, e invece... Per quanto riguarda l'aneddoto, ti racconto del pre-concerto della data coi Deicide a Roma: vedere Glen Benton con gli occhialetti da lettura mentre controllava il suo myspace sul tablet mi fece un certo effetto. Poi però, una volta salito sul palco, tornò ad essere il demonio che aveva da sempre infestato il mio immaginario.
Ed una che preferiresti dimenticare? Nuove date in arrivo?
Nessuna. Anche nelle date che non vanno bene troviamo sempre il modo di divertirci e di portarci a casa qualche aneddoto curioso, quindi preferirei non dimenticarne nessuna. Purtroppo io al momento vivo in Germania, quindi la nostra attività live non può avere la stessa frequenza di qualche anno fa. Ma comunque andiamo avanti e abbiamo sempre qualche bel concerto in programma: tenete d'occhio il nostro facebook per vedere se capitiamo vicino a dove abitate!
Non mi resta che concludere. Ma prima un'ultima domanda: quando pensate di inserire una ballad in vostro disco... oppure di fare un album acustico e/o orchestrale?
Niente di tutto questo, il prossimo album sarà una raccolta di cover di successi del Festivalbar suonati alla nostra maniera.
A voi....
Grazie a te Sergio per le domande e grazie e tutte le anime pie che hanno avuto la pazienza di arrivare in fondo a questa intervista... THRASH ON!
Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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