Intervistato da Mark Frankhouse di 107.7 RKR Radio, il bassista e co-fondatore dei
Judas Priest,
Ian Hill, è tornato a parlare degli anni in cui
Tim 'Ripper' Owens fu presente nella formazione della band, e di come visse il cambiamento alla voce da
Rob Halford a
Owens:
“È stato piuttosto semplice, in realtà. Non volevamo un altro grosso nome, se capisci cosa intendo. Perché portano sempre con sé il loro bagaglio, e avrebbe cambiato davvero la band in modo drammatico. E noi, come detto, non volevamo questo; volevamo continuare sulla strada che avevamo intrapreso. Volevamo quindi qualcuno che fosse in grado di coprire praticamente quello che stavamo già facendo. E Ripper fu una scelta ovvia. Aveva una voce straordinaria e all'epoca suonava in una tribute band dei Priest, quindi conosceva la maggior parte delle canzoni, il che era un vantaggio. Così abbiamo scelto lui. Ed è stato un processo piuttosto semplice. Tim è una persona fantastica, un tipo alla mano, quindi il processo è stato davvero semplice. Ma il problema era che non era Rob, e questo è ciò che la gente voleva: volevano il trademark originale. Alla fine Rob ha iniziato a far intendere che non gli sarebbe dispiaciuto tornare e così via, e credo che Tim abbia semplicemente accettato. Anche lui era un fan della band, e ne capiva il senso. Quindi anche quello è stato un processo relativamente tranquillo, quando Rob è tornato. C'era del buon materiale nei due album dell'era Owens dei Priest, “specialmente ‘Demolition’ - sì, penso che ‘Demolition’ fosse un buon album. Ma il tempo era quello che era e, come ho detto, non stavamo facendo molti progressi, e nemmeno Rob con la sua carriera solista. È stata una buona idea tornare insieme a Rob. Aveva molto senso. I nostri fan lo volevano, e alla fine lo volevamo noi, e lo voleva anche Ripper. Quindi, aveva molto senso. Rob è tornato e siamo ripartiti da dove avevamo lasciato con 'Painkiller', e da lì è iniziato tutto”.
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