Guidati dal loro batterista, gli
Shrine of Denial, band turca di blackened death metal, stanno tessendo una musica impeccabile che affonda le sue radici nel suono classico, ma che mostra anche alcune influenze contemporanee nella loro musica, non diversamente dai Carnophage, loro compagni di etichetta, sebbene suonino in uno stile diverso.
No Clean Singing ha recentemente presentato in anteprima la loro splendida title track a
questo link.
Come i loro compagni di etichetta e di paese Serpent of Old, gli
Shrine of Denial fondono gli stili e forgiano il proprio suono, incanalandolo attraverso strutture narrative e superbamente pensate che, nonostante i colpi di scena, rimangono memorabili. Forse è una caratteristica turca quella di avere canzoni scritte in modo così meticoloso, e per ottenere questo risultato gli
Shrine of Denial hanno usato elementi sia del death che del black metal in vari gradi, spesso confondendo i confini tra i due nel processo. Il risultato è esaltante, in quanto la band passa senza sforzo da parti veloci e deflagranti a ganci melodici lenti e poi accelera rapidamente per tornare alla modalità ad alta velocità, utilizzando qualsiasi libertà stilistica disponibile. È un album coinvolgente, intenso e stimolante che non si lascia trasportare e non va oltre il necessario o l'appropriato; nonostante i capricci, rimane solido, coeso e d'impatto per tutto il tempo. Per quello che fa,
“I, Moloch” è uno degli album più forti non solo di questa regione negli ultimi tempi, ma anche dello stile blackened death metal nel suo complesso.
Tracklist e artwork:
01. Climbing Through Nothingness
02. A Sanctuary In The Depths Of The Realms
03. I, Moloch
04. Pillars Of Ice
05. The Mesmer
06. Oneiros
07. Headless Idol
08. Temple of the Corpse Misuser[Copyright @Juanjo Castellano]
Lineup:
Eray Nabi - Vocals
Onur Uslu - Guitar
Denizkaan Aracı - Guitars
Ahmet Ünveren - Bass
Berk Köktürk - Drums
Non è ancora stato scritto nessun commento per questa notizia! Vuoi essere il primo?