Nato in un ambiente incline all’arte e alla musica, a 8-9 anni arrivano alle mie orecchie le note di Santana, Queen, Kiss, Led Zeppelin. A 10 anni la svolta: acquisto due 33giri ovvero "Flick OF The Switch" degli AC/DC (fresco di stampa) e dopo un mese Killers degli Iron Maiden. Il dado è tratto: Malmsteeniano della prima ora – prendo lezioni di chitarra - 4 chitarre elettriche distrutte durante altrettanti concertini in sale prova di campagna davanti a ragazzini allibiti (si, spaccavamo tutto come se fossimo stati milionarie Rockstars)!
Erano in arrivo i grandi capolavori come l'impareggiabile The Final Countdown degli immensi Europe, Somewhere In Time degli Iron Maiden, So Far So Good dei Megadeth, 1987 dei Whitesnake, Hysteria dei Def Leppard, The Headless Children dei W.A.S.P., Permanent Vacation e Pump degli Aerosmith, Trash di A.Cooper, Ram It Down (sissignore, embèh?) dei Judas Priest,
queste erano le uscite discografiche che eletrizzavano la mia vita e quella dei miei pochi amici metal.. (non metallari ma metal, perchè il metal era la nostra passione ma avevamo capelli corti e vestivamo "denim&leather" soltanto per suonare).
Il mio primo concerto metal? 1986, Iron Maiden + W.A.S.P. al Palasport di Firenze, tour di
“Somewere In Time” e di “Inside The Electric Circus”.
Il secondo? 1987, Reggio Emilia, nientemeno che un fantomatico Monsters Of Rock in versione ridotta con R.J.Dio + Helloween ( al primo Keeper!!) + Skanners + Gow + Black Swam.
Il terzo? 1987, Palasport di FI, Def Leppard + M.S.G.
Il quarto? 1988, Palasport di FI, Aerosmith + The Cult.
Il quinto? 1989, Milano Palatrussardi(now Palasharp), Bon Jovi + Lita Ford. Grande Lei, mentre i Bon Jovi manifestavano già preoccupanti segnali di “Ligabuismo”.
Nel 1991 qualche cosa si ruppe, qualche meccanismo si inceppò e il metallo prima sparì in ragione della comparsa di un sound elementare, deprimente e quasi fastidioso chiamato grunge (il quale ebbe inspiegabilmente successo) poi si adattò diventando ciò che oggi chiamiamo nu metal. Non ho mai digerito le sonorità di Pantera e Metallica e li considero due gruppi enormemente sopravvalutati. Una volta compresa la portata della tragedia mi dileguai
preferendo di gran lunga andare a cuccare in discoteca che non dover ascoltare simili obrobri, ma la mia voglia di comporre musica e di suonare non si è fermata. Nel 1996 a Firenze assisto al concerto di Yngwie: favoloso,da impallidire. Arriva il 2000 e vado a vedere Steve Vai al Vox di Nonantola (MO)
Mentre al Tenax di Firenze nel 2001 e nel 2003 mi becco ancora il mio supereroe Yngwie (personaggio che la critica farebbe bene a rivalutare visto che rappresenta la principale influenza di mezza scena metal a partire da Dream Theatre, Stratovarius e Simphony X) . Ma i conti con la rinata realtà del Grande Metal li farò nel 2005. Su una rivista di chitarre vedo la locandina del Gods Of Metal con un bill di artisti da tuffo al cuore. Per un reduce dei ruggenti Eighties vedere scritto Motley Crue, Megadeth, Accept (siiii!) Yngwie e Zakk Wilde è come vivere un glorioso viaggio a ritroso nel tempo che fù. Di lì la mia storia è breve e quel tempo che fù è diventato il tempo che è e il tempo che sarà. In una parola: il tempo del metallo. Let’ Heavy Metal Do The Talkin’!
Nessun commento inserito da questo utente