Ragazzi, ho letto molte recensioni in rete e vorrei farvi notare un piccolo particolare che nessuno sembra tener presente: la CASA DISCOGRAFICA e di conseguenza il merchandising. Oggi i DT non sono più la band sperimentale dei primi anni 90, quando erano un gruppo di fervidi compositori, scatenati ed innovativi. Oggi sono una band internazionale, quasi da "mainstream" con alle spalle un colosso come la ROADRUNNER, che cura nel dettaglio ogni loro piccola apparizione televisiva, concerto, intervista, promozione, video didattico, ecc... E che d'altro canto IMPONE E CONDIZIONA ogni scelta musicale/artistica del quintetto newyorkese, spingendoli verso territori "sicuri" e dal "trademark" ben definito. D'altronde, anche la dipartita di Portnoy è diventata uno spunto per farsi pubblicità: la scelta del nuovo batterista è stata motivo di propaganda, coi video ufficiali delle sessioni/audizioni, le pubblicazioni su FB, l'attesa che cresceva, i fan preoccupati... Tutto questo ha portato ad un primo posto nella classifica di vendite in giappone e ad un aumento di popolarità del gruppo, quindi, dal loro punto di vista, missione compiuta. Oggi giorno, la scelta del sound, dei concept album "patinati", delle melodie che ricalcano sempre gli stessi pattern (presenti da Octavarium in poi), dell'abbigliamento, degli strumenti, dei loghi, ecc... è tutto fortemente condizionato dalla produzione discografica e dal mercato, che impongono ai nostri di far uscire un album ogni 2 anni e un live/greatest hits/box set/ristampa in doppio DVD/triplo CD/LP, cartonato, ecc ogni anno in cui non esce lo studio album ufficiale. Per cui, ogni qual volta che Petrucci & co. si mettono agli strumenti, uscendo col marchio "Dream Theater", si siedono a tavolino e, avendo ben chiaro in mente cosa devono suonare e come, producono i pezzi col loro "marchio di fabbrica", senza spingere più di tanto oltre la sperimentazione. Viceversa, quando si permettono dei "side project" strumentali (come un tempo lo furono i mitici Liquid Tension Experiment) allora si sentono svincolati da tutto e cacciano fuori il meglio di sé come musicisti/compositori, senza freni alla loro bravura tecnico-musicale, che è ancora immutata. Questa non è una mia teoria, ma un dato di fatto, perché lo stesso LaBrie, in un'intervista di qualche anno fa, disse che ai tempi di "Falling Into Infinity" loro avevano appena firmato per una major discografica, che impose loro degli standard un po' più "commerciali" del solito - e da qui naque quell'album che, pur essendo molto bello, per l'epoca fece scalpore per la sua semplicità e commercialità. E loro, come band, dovettero piegarsi ai voleri del mercato discografico e dei produttori. Ed era il 1998... figuriamoci oggi dove con Twitter, Facebook, Youtube e tutta la propaganda internettiana sono diventati delle vere e proprie star (le riviste come Metal Hammer gli dedicano una copertina ogni 2 o 3 mesi, cosa che non capita a nessun altra band, forse solo ai Metallica dei bei tempi)... Purtroppo non c'è nulla da fare, cari amici... è inutile stare qui a lamentarsi e ad aspettarsi innovazioni... quelle ci possono essere solo da giovani band che non hanno nulla da perdere, non da un gruppo super-miliardario come loro... speriamo almeno che Petrucci e Rudees si dedichino ogni tanto anche a qualche progettino solista o a collaborazioni come il G3, "An evening with...", ecc, così almeno li sentiamo suonare qualcosina di diverso...