alexmetalheart

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Info

Genere preferito:non disponibile
Data di nascita:21 giugno 1988
Provincia:Ferrara
Iscritto dal:04 maggio 2012
Recensore di musica, film e videogame. All'attivo per un complessivo di più di due anni ho intrapreso un viaggio nel mondo hard n' heavy esplorando dai 60s ad oggi il mondo della musica di roccia spaziando il più possibile.
Ho recensito più di 180 album, oltre 20 film e 4 videogame, di cui ad oggi solo una parte sono pubblicati sul blog recentemente aperto.
Il progetto The Bible of Metal iniziato a giugno 2010 su una facebook page si è trasferito a gennaio 2012 su un blog e ad oggi conta oltre 30.000 visualizzazioni.
Ho avuto proposte da Truemetal e Rock & Metal Made in Italy. Recentemente mi è stato proposto di entrare a Long Live Rock N' Roll.
Mi occupo anche di live report, foto di live, interviste, schedatura di band e promozione di eventi.
Adoro il metal e l'hard rock in ogni loro forma, anche se sono di origini "poweriste" ho una playlist più che varia nell'MP3!

Ultimi commenti inseriti

Inserito il 04 mag 2012 alle 10:46

Non sono d'accordo con la parte relativa al ben suonato e prodotto discretamente. Nell'album si denota una confusione generale nella stragrande maggioranza dei brani con riff poco incisivi e privi di una coerenza musicale; e nemmeno con il genere secondo me più affine all'heavy power moderno.

Ultime opinioni inserite

Copertina dell'album
Epica - Requiem for the Indifferent / Requiem for Nothing

Che dire delle una band capostipite che torna come di consueto sulla scena del crimine per dar sfoggio del proprio charme? A tre anni dal precedente full lenght, con RftI la band mostra i propri spunti di derivazione finnica (ultimi Nightwish) e di casa Kamelot. Nonostante un lieve calo d'originalità, tuttavia si rivela un album molto orecchiabile cui fa da punta una ballad in chiusura di eccelsa finezza.

Copertina dell'album

Leggendario, ma preferisco Burn di gran lunga

Copertina dell'album
Desert Sin - Destination Paradise / Destination Flop

Destination Paradise sembra quasi canzonare l’ascoltatore portandolo su note che sembrano assestarsi solamente verso la fine con gli ultimi due brani (Hero, Circle of Twilight), altalenando poi su brani alle volte poco incisivi (In Silence) o scritti con una logica tutta propria che sembra venire da una dimensione parallela opposta alla nostra in cui il caos è bello. In conclusione gli austriaci Desert Sin non hanno ancora deciso cosa fare da grandi nonostante la stoffa ci sia tutta.

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