Ha ragione, anche se parole del genere difficilmente si associano a uno che da 20 anni campa sulle solite tre canzoni in croce dei Guns d'esordio, che già ai tempi riciclavano tutti i cliché di chi li ha preceduti (Aerosmith in primis).
Il disco è un capolavoro, il migliore dei Sodom e ai primissimi posti (se non al vertice) dell'intera produzione thrash tedesca. La ristampa, invece, non aggiunge nulla di significativo alla versione in circolazione fino a ieri, quindi va bene giusto per quelle disgrazie che ancora non hanno fatto propria questa pietra miliare del metal.
Appena riuniti e già perdono dei pezzi... a posto!
Non avrei dato un soldo bucato a questo disco (che, infatti, al primo ascolto non mi ha detto quasi nulla). Tuttavia, sospinto dall'entusiasmo di alcuni dettagli, ho dato ancora una possibilità a Ironbound che alla fine s'è rivelato un prodotto degno, perfettamente in grado di riscattare un decennio abbondante di uscite scarse per gli Overkill. Complimenti al gruppo che ha saputo risorgere quando era ormai finito.
Mi dissocio parzialmente dal giudizio espresso in recensione, perché non condivido il definire originale un disco che ha come "unico" pregio (in ogni caso non alla portata di tutti) quello di ben amalgamare sonorità e soluzioni già abbondantemente sviscerate nel panorama in cui Season In Silence va a inserirsi. A questa constatazione mi tocca, purtroppo, aggiungere la prestazione di Trevor, sempre più statica e priva d'espressività.
Esordio clamoroso (come molti altri in quegli anni). Peccato sia durata poco.