L'album è un leggero passo avanti dopo The Last Stand, ma rimane piuttosto banale nella scrittura e le canzoni finiscono per assomigliarsi le une con le altre, le uniche tracce che riescono a emergere sono, almeno per me, The Future of Warfare, Seven Pillars of Wisdom, The Red Baron e Fields of Verdun. Il problema è che non capisco il punto di questa recensione: esprimere che i Sabaton siano sopravvalutati? Lamentarsi che siano headliner in diversi festival? Ragazzi, alla gente piace divertirsi, e la musica dei Sabaton piace per questo: è epica, grintosa e coinvolgente. L'headliner lo fa chi vende di più, non ci si può fare molto, in più i Sabaton hanno dimostrato di essere una garanzia ogni volta che si sono trovati a suonare davanti ad un grande pubblico. E poi quel trafiletto sullo show in programma a Milano a gennaio proprio non l'ho capito, vi hanno obbligati ad andare? Verrò preso come uno che non capisce l'ironia, ma ho l'impressione che ultimamente vada semplicemente di moda lamentarsi dei Sabaton perché la gente percepisce il loro successo come immeritato, ditemi se sbaglio.