A dispetto di un monicker banalissimo e di un'iconografia da band di quart'ordine,
"Cease To Exist" dei
Metal Onslaught è un disco che farebbe la felicità di ogni thrasher che si rispetti. I quattro ragers di
Elgin, in soli 9 brani per poco più di 20 minuti di musica, sono riusciti ad accumulare una tale massa critica da far impallidire più di un blasonato collega. Nove schegge impazzite di autentico assalto thrash imbastardito con l'
hardcore punk più rabbioso.
Le chitarre dei due axemen
Ken Vretfors e
Richard Godfrey si rincorrono senza tregua in riff e assoli killer su un tappeto ritmico fittissimo, generato dalle frustate del bassista/cantante
Martti Payne e dalle mazzate di un incontrollabile
James Coleman agli scudi. Non c'è un solo calo di tensione lungo l'album e le varie "
Waiting for Death", "
Chester", "
Welcome To My Hell" (solo per citare alcuni titoli, dato che il livello è uniforme) ... si susseguono senza pietà tra ritmi forsennati, cambi di tempo, stacchi ritmici assolutamente hardcore e screaming vocals di perfetta scuola
Whiplash.
Da segnalare due brani 100% hardcore come
"Redneck "(40 secondi di follia!) e
"Buttfuck" (nessuna relazione con i mai abbastanza lodati
Nuclear Assault). Unici due momenti “positivi” in un disco che non lascia vie di scampo tra sofferenza, morte e oppressione (i titoli dei brani parlano da soli...).
Da segnalare anche la produzione che, seppur piuttosto grezza, sottolinea con efficace aggressività ogni strumento: e questi ragazzi, seppure la loro proposta non fosse tecnica, sugli strumenti avevano una certa padronanza (Ken Vretfors oggi suona rock/fusion...).
Per concludere: tutti gli amanti del Thrash Metal dovrebbero almeno ascoltare questo disco. Per i detrattori del genere: statene alla larga; avrete un motivo in più per odiare questa grande musica.
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