Copertina 7,5

Info

Past
Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2005
Durata:54 min.
Etichetta:AFM

Tracklist

  1. IN THIS LIFE
  2. ALL THAT REMAINS
  3. OPEN SEASON
  4. HOLDING ON
  5. CYNICAL RIDE
  6. HOLLOW
  7. PSYCHO MOTOR
  8. FACES IN THE DARK
  9. THE MIDDLE OF NOWHERE
  10. LOST

Line up

  • Zak Stevens: Vocals
  • Evan Christopher: Guitar
  • Andrew Lee: Guitar
  • Paul Michael Stewart: Bass
  • Tom Drennan: Drums

Voto medio utenti

(Recensione by Marco 'Lendar' Pessone)

Quando cinque anni fa Zachary Stevens decise di lasciare i Savatage per dedicare più tempo alla sua vita privata (esigenza comprensibile, soprattutto perché Zak non è più un ragazzo di vent'anni), dimostrò senza dubbio un notevole coraggio. Non gli fu comunque possibile resistere alla sua grande passione per la musica, diede vita ad un nuovo gruppo chiamato CircleIICircle e nel giro di due anni la nuova creatura di Stevens diede alle stampe il disco di debutto “Watching in Silence”. Si rivelò un album decisamente positivo, che dimostrava la capacità di Zak di comporre ottimi pezzi Heavy Metal anche lontano dalla band con cui raggiunse una notorietà di livello mondiale. Qualcosa evidentemente andò storto all'interno dei CircleIICircle, e così Stevens decise di cambiare in toto la line-up della band durante i lavori del nuovo disco. Comunque “The Middle of Nowhere” non sembra risentire minimamente di queste incertezze, confermando in pieno le ottime impressioni destate da “Watching in Silence”: dieci solide canzoni sulla scia dei Savatage degli anni '90, leggermente più aggressive, di cui la voce profonda e carismatica di Zak è la grande protagonista. In occasione del primo disco Jon Oliva e Chris Caffery avevano contribuito attivamente al songwriting delle canzoni. Questa collaborazione è proseguita anche su “The Middle of Nowhere”, e si è arricchita di un nuovo elemento, il chitarrista degli Angel Dust Bernd Aufermann, che ha firmato due dei migliori episodi del disco (“All That Remains” e “In This Life”). Convincente anche la prestazione dei quattro nuovi arrivati, a loro agio tanto sui rocciosi mid-tempo quanto sulle canzoni più dinamiche e melodiche, con guitar solos discretamente coinvolgenti. Quindi niente di nuovo sul fronte occidentale, solo una gradita conferma: Zachary Stevens non è solo un grande singer, ma anche un signor musicista.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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