Ecco che nella tranquilla routine del lavoro di recensore, tutt'a un tratto ti spunta fuori un gruppo come i Blackout! Francesi, discreti, motivati e soprattutto autori di un mini-cd con cui dimostrano di essersi guadagnati in modo giusto il contratto con la Perennial Quest. Quattro tracce complesse e intricatissime, che esaltano e stupiscono fino a portarti a volerne altre... e infatti già non vedo l'ora di sentire un album completo di questo promettenti ragazzi. La musica è una fusione di tutto quanto può essere raccolto sotto la bandiera dell'heavy metal: dal death al power, passando per il prog e il gothic... il tutto con una scioltezza e naturalezza da fare invidia a band già navigate! Se ogni tanto i riff di chitarra e la voce in screaming mi ricordano i primi Dark Tranquillity, la migliore associazione che mi viene in mente è quella con il capolavoro Crimson degli Edge Of Sanity: musica iper-tecnica nel senso della complessità concettuale, ma allo stesso tempo musica fluida, che scorre senza forzature sorretta dalla sua stessa impalcatura (cosa che ad esempio secondo me i Dream Theater non sono ancora riusciti a fare)... musica che sa emozionare e anche far sbattere la testa quando ce n'è bisogno! L'altra cosa che lascia sconvolti è la perizia strumentistica dei cinque "eroi", che esprimono il massimo pur senza strafare e dando sempre l'impressione di fare tutto con una scioltezza e una semplicità inarrivabili. L'unico aspetto leggermente migliorabile è secondo il mio modestissimo parere la voce, troppo "punkeggiante" e poco aggressiva in alcuni punti... ma a stare qui a cercare il difetto a tutti i costi rischio di stare in piedi tutta la notte inutilmente... preferisco premiare la bravura di questi ragazzi e far girare un'altra volta Blackout nel lettore!
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