Erano molti anni che questi Norvegesi
Zeromancer non si facevano vivi sulle scene musicali, ed era un bene. Dopo cinque anni dal loro precedente disco hanno evidentemente sentito il bisogno di tornare ad infestare i negozi di musica con il loro Gothic/Electro/Synth/Industrial Rock che fa risvegliare anche i morti per il digusto che crea.
Sinners International può essere preso come un calderone in cui sono stati riversati anni e anni di clichè artistici, di quelli che vengono costantemente abusati in tutto il mondo fino alla nausea. Per gli Zeromancer vale la pena andare a citare i Paradise Lost del periodo Electro, il Marilyn Manson meno arrogante, i Depeche Mode e i Sisters Of Mercy più orecchiabili, in più toglietegli qualsiasi spiraglio di personalità e avrete un quadro sufficiente. La nostra fortuna (e la mia soprattutto) è che questo abominio dura soltanto 42 minuti, fatti tutti di chitarre sintetizzate, arrangiamenti di una tristezza e di un anonimato dilagante e di un gusto per la melodia che rasenta il suolo. Solitamente in questo genere (almeno per chi lo sa suonare) non mancano mai melodie che catturano al primo istante, oppure dei suoi meccanici e freddi che però avvolgono, qui no. Il loro approccio è quasi irritante perchè sembra che sfiorino fino all'ultimo una potenziale hit per poi fallire quasi con lucidità l'appuntamento con il "bello artistico" almeno al suo minimo sindacale. Un fallimento totale, l'ennesimo.
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