Gli Australiani
Carpathian autori di questo disco intitolato
Isolation sono la classica band che confonde le idee e le apparenze sin dal primo contatto, quello visivo e quindi la copertina. Guardando quel cielo grigio e carico di nuvole si è tentati di stare al cospetto di chissà quale suicidio sonoro dovuto al più depressivo Black Metal con influenze Doom magari, e mai un pensiero di questo tipo con i Carpathian potrebbe portarvi completamente fuori strada. La via tracciata da questi ragazzi è alternativa, vive di suggestioni Post-Hardcore, è plumbea nel suo incedere ma ogni tanto rialza la testa con delle brevi ma efficaci scosse elettriche. Isolation dura appena 25 minuti però sembrano molti di più, non perchè annoiano a morte, semplicemente perchè riescono a trasmettere sensazioni reali di malessere e disagio dilatando di molto la percezione del tempo, in questo senso la voce del cantante aiuta molto. Il genere che suonano non è facilmente etichettabile per sua stessa natura, ma fra scorie Rock, aggressioni dallo stampo vagamente Metalcore si intuisce che questi Carpathian possono essere inseriti tranquillamente nel nuovo filone Hardcore che sembra andare tanto di moda nei circoli più "intellettuali" del Rock. Per quanto mi riguarda è innegabile che canzoni come Cursed, Spirals e Insomnia dopo averle ascoltate un po' di volte non fanno nascere un desiderio di essere riascoltate, ciò non toglie che Isolation è un disco che possa piacere agli amanti di queste sonorità.
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