Chi segue la scena estrema scandinava ricorderà sicuramente con piacere i Merciless, storica death metal band attiva da quasi un ventennio con alle spalle una carriera costellata da (pochi) alti, (numerosi) bassi e (parecchia) sfortuna, che ne hanno minato la popolarità e li hanno relegati come oscuri prime mover del genere. Il valore intrinseco del gruppo però è indubbiamente elevato, visto che è anche per merito loro se il sound scandinavo di inizi anni novanta è riuscito a trovare tutti i consensi che ha ricevuto . Ora, in pieno orgasmo death/thrash, trova la luce il loro album omonimo, che ripropone felicemente quelle sonorità un po' demodè che affondano le radici nei lavori dei primi Kreator, Destruction e Slayer. Sembra quasi irreale poter ascoltare canzoni che, pur mostrando diverse analogie con quanto viene attualmente esportato dalla Svezia, mantengono ben distanti le tentazioni di emulare i mostri sacri di oggi, quali The Crown, The Haunted o Carnal Forge, preferendo voltarsi, come già detto, verso la sorgente prima di tutto il movimento. Anche la registrazione, un po' ovattata e assolutamente non in linea con gli standard odierni, contribuisce a lanciare l'immaginazione indietro di una decina d'anni, regalando una salutare boccata d'aria e la possibilità di ascoltare qualcosa di diverso, anche se non innovativo. I Merciless sono tornati per far male, fatevi colpire!!!
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