Pur essendo stato registrato nel lontano 2006 ed essendo uscito nel 2007, solo pochi mesi fa l’esordio dei
Progeny ha iniziato di nuovo a circolare grazie alla promozione fatta dalla Necrotorture Agency. Vengono da Parma i Progeny, e ci propongono un demo non facilmente catalogabile. Se è vero, come dicono loro stessi nella bio, che le sonorità di riferimento sono quelle death/thrash, è altrettanto vero che ci sono diverse influenze esterne a questi due generi che spesso e volentieri fanno capolino durante l’ascolto dei tre brani che compongono il cd, e tra queste piccoli richiami al nu metal, così come alcuni passaggi più cervellotici cari al lato tecnico del metal (leggi Meshuggah, Death). In ogni caso si tratta di un lavoro moderno, sia dal punto di vista compositivo che da quello della produzione, peraltro ottima, grazie al lavoro effettuato in fase di mixing e mastering ai Fear Studio, ormai una garanzia in ambito metal. Come già detto i brani sono soltanto tre, e da un certo punto di vista questo è un bene, e vi spiego il perché. Lo stile dei nostri è basato per lo più su riff di chitarra morbosi e dilatati, su tempi di batteria lenti e ossessivi, e tutto questo viene a creare un sound davvero ipnotico e soffocante, ma anche leggermente ripetitivo, quindi calcolando la lunghezza media dei brani direi che in questo caso tre è davvero il numero perfetto, per evitare che subentri la voglia di togliere il cd dal lettore. Assolutamente da rimarcare la prova dei singoli, dal batterista Luca, davvero preciso e molto fantasioso, ai lavori di cesello di Mike e Titta alle chitarre, per finire all’ottimo ‘urlato’ di Carlos, che si occupa anche delle quattro corde. “Disciples of suffering” è sicuramente il brano che mi ha colpito di più, ma devo dire che tutto sommato la qualità generale resta alta dalla prima all’ultima nota, senza tralasciare il fatto che, come già accennato prima, questo “Insanity” è un demo che va ascoltato tutto di fila, proprio per catturare meglio lo spirito della band e quel senso di vortice che i quattro riescono a creare. Essendo un debutto penso che non ci sia molto altro da aggiungere, né in bene né in male, la via intrapresa è sicuramente quella giusta. Ora non resta altro da fare che concentrarsi sulla composizione dei prossimi brani, magari cercando di evitare di renderli troppo oppressivi, altrimenti sulla lunga distanza di un full length si potrebbero avere dei problemi di ascolto. Per il resto null’altro da eccepire, i Progeny sono davvero in gamba e meritano appieno il voto in calce…
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