Arrabbiati lo sono di sicuro, e per pestare... pestano!
Giunti al ragguardevole traguardo del loro sesto album i
Lamb of God si confermano come uno dei punti fermi della scena Metal d'oltreoceano, eppure al di là del successo e della notorietà conquistata i Lamb of God non offrono il fianco ad alcun cedimento.
Nessuna concessione al mainstream, e la produzione non è certo patinata o raffinata, con un sound grezzo e potente che compromette l'integrità degli speakers, anche grazie al growl devastante di Randall Blythe che non concede tregua, ben assecondato dagli altri quattro musicisti che a loro volta maltrattano i rispettivi strumenti, come se fossero in preda ad una sorta di possessione Death/Thrash.
Eppure si parte sugli arpeggi di "The Passing" che poi sfociano in quel torrente di lava, violento e disturbante (tra Slayer e Pantera), dal titolo "In Your Words". E' poi il martellare furibondo di Chris Adler ad aprire "Set to Fall", brano che nel suo proseguo mette in piazza un bel groove, sia nella ritmica sia nel lavoro dei due chitarristi.
Se "Contractor" è un vero sunto di violenza sonora, le altre canzoni non sono certo da meno, ed in mezzo a riffs roventi, ritmiche pesanti, scariche d'adrenalina pura, fanno timidamente capolino alcuni piccoli accenni melodici, ad esempio nel guitarwork di "Grace", "Broken Hands" o nella conclusiva "Reclamation", ma non cambiano la sostanza: da Richmond, Virginia, i Lamb of Gods sono qui per "pestare".
Un gran bel disco questo "Wrath", che, come giustamente recita il titolo ti carica di rabbia, eppure alla fine permane una vaga sensazione che i Lamb of God siano in grado di poter dare ancora di più.
Vedremo prossimamente sin dove potranno arrivare...