1984, Colorado, USA. I semisconosciuti
Jag Panzer, un EP e un singolo alle spalle (più un paio di demo sotto il monicker Tyrant) danno alla luce "Ample Destruction", disco che si rivelerà fondamentale per la nascita e la diffusione dell'US Power Metal. Prendendo le mosse dalla NWOBHM, in particolare dagli Iron Maiden, il quintetto statunitense forgia un genere tutto suo e un album indimenticabile, che neanche loro stessi saranno più capaci di superare. Ingrediente fondamentale della ricetta dei Jag Panzer è la voce stratosferica di Harry "The Tyrant" Conklin, dotato di estensione e carattere. Come se non bastasse il combo statunitense non si fa mancare una coppia d'asce capace di macinare riff pesantissimi o di lanciarsi in assoli deliziosi.
L'opener "Licensed to Kill" da sola dimostra le potenzialità del disco in questione; un brano dove Conklin fa il bello e il cattivo tempo alternando un falsetto devastante a un'impostazione più maschia. I ritmi sono spesso sostenuti, vedere a tal proposito l'accoppiata "Harder Than Steel" (pazzesco l'assolo sul finale) "Generally Hostile" o anche "Cardiac Arrest" (da cui è tratto l'incipit).
Quando i tempi si dilatano una vago alone epic ammanta i brani; è il caso di "The Watching", con il suo lead di chitarra che vi si stamperà nella mente e il suo ritmo quasi marziale, oppure della conclusiva "The Crucifix", pezzo più lungo e articolato del lavoro, che parte come una ballad prima di diventare una cavalcata che se da un lato appare debitrice dei Maiden e del lavoro di basso di Steve Harris, dall'altra si discosta per intensità (ascoltate Conklin nel bridge) e per il suo alone epico/maligno, dato anche dall'uso delle tastiere. Non mancano un paio di assoli di grande spessore per chiudere il disco nella migliore maniera possibile. Unico neo del disco è forse "Symphony of Terror", che è comunque dotata di un gran chorus.
Se un debutto di tale portata è solitamente il preludio di una carriera ricca di soddisfazioni, per i Jag Panzer è stato l'inizio di un calvario fatto di cambi di line-up, scioglimenti e reunion, tant'è che il secondo full length vedrà la luce solo nel 1994, con Briody e Tetley unici superstiti alle prese con un sound fin troppo moderno, ormai lontano parente del sound espresso su questo "Ample Destruction". Ciò nonostante, l'aura di cult band accompagnerà sempre i cinque di Colorado Springs, regalando loro una base di fan fedeli, appagati negli anni da una serie di release (quasi sempre) di buon livello.
"Gonna break ya, shake ya, slide you on your back
Use all my metal power to give you a heart attack"
A cura di Marco "Pasko" Pascucci
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