Copertina 6

Info

Anno di uscita:2008
Durata:51 min.

Tracklist

  1. ROCCIA
  2. NON SON TORPORE
  3. X NON PENSAR
  4. URLO
  5. SEMBRA FACILE
  6. IL MIETITORE
  7. BISOGNO DI UN SENSO
  8. PERDUTAMENTE SOLA
  9. FAITH (NO MORE)
  10. MANDAMI UNA CARTOLINA
  11. HUSH
  12. PAIN HYMN
  13. BISOGNO DI UN SENSO (REPRISE)
  14. IMPLOSIONE (HIDDEN TRACK)

Line up

  • Diego Boschini: vocals, choir
  • Lorenzo Zagni: guitars, choir
  • Marco Nicoli: bass guitars, b-synth
  • Gianluca Montanari: drums

Voto medio utenti

Ad un anno di distanza dal 3-tracks demo “Porco Giochi” tornano sulla scena musicale i Sutuana con un nuovo lavoro, il loro primo “vero” debut-album.
Contenente ben 14 songs, ed una copertina meno provocatoria del precedente lavoro, “PerdutaMente” è frutto di un’appassionante lavoro protrattosi dall’estate all’autunno 2008 e che ha visto la luce all’inizio di questo anno.
Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una band che di fare del classico rock all’italiana proprio non ne vuole sentire parlare, o quanto meno non completamente, ed allora ecco che i frutti dell’esperienza di un trascorso come cover band di Bon Jovi e di Ozzy Osbourne vengono riproposti con riff di chitarra in puro stile metal.
Su tutti, una menzione particolare va alla voce di Diego Boschini che evita di ripetersi nel cantato o di darne un’impronta indelebile come invece illustri suoi simili hanno fatto creandone un clichè o un marchio di fabbrica.
I brani sono in italiano, ad esclusione di Faith (no more), il più thrash dei brani e Hush – celebre cover di un ingombrante gruppo chiamato Deep Purple - qui riproposto in chiave più aggressiva dell’originale.
Se da un lato le idee non mancano, sicuramente i ragazzi soffrono ancora la mancanza di una seria post-produzione perché non è facile per i gruppi emergenti poter contare su aiuti diversi da quelli che continuiamo a chiamare “autoproduzione”. Perché, è duro da ammettere, ma molto spesso la bravura di un gruppo viene ridotta o rovinata proprio dall’impossibilità di spendere qualche soldo in più per registrare un prodotto più vitale.
Ed infatti i brani difettano di quelle sonorità che, probabilmente, cambierebbero la sostanza dei pezzi se realizzati con suoni e arrangiamenti più curati ed aggressivi.
Non che quest’ultima manchi nei pezzi dei Sutuana, ma viene indiscutibilmente calmierata dai suoni delle chitarre e della batteria (rullante e piatti “uber alles”) ed un basso meno potente – sempre come suono - di quello che la sua tablatura evidenzia.
Paradossalmente i brani che meglio rendono sono quelli più poveri di strumenti con chitarre acustiche e voci–cori (Implosione) o piano (x non pensar).
Qualche indecisione tecnica, su cui la band dovrà ancora lavorare, che nulla toglie alla vena artistica dei ragazzi mantovani che, sono certo, da qui in avanti non avranno che cambiamenti positivi perché la strada intrapresa è quella giusta.
Insomma c’è ancora qualcosina da mettere a punto ma le idee non mancano e sarà quindi l’esperienza che permetterà di migliorarsi.
Recensione a cura di Maurizio 'hairwind' Zanna

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