Arrivano alla seconda prova sulla lunga distanza gli
Astra del prolifico Titta Tani, un tempo noti "solo" come una delle più brave tribute band dei Dream Theater, oggi un combo alla scoperta della propria personale identità.
Di acqua sotto i ponti, come si suol dire, ne è passata tanta; così, questo
"From Within" che ci troviamo a recensire, ha in sè lo spirito di un gruppo che col tempo è maturato, accrescendo notevolmente la quota di personalità, e cercando di scrollasrsi di dosso un'etichetta (quella, appunto, di
cloni dei Dream Theater) un tempo molto utile, adesso quasi dannosa.
"From Within" consta di 10 tracce (9, in relatà, più un interludio a titolo
"The Rage Behind"), in cui lo spettro sonoro degli Astra si palesa nella ovvia componente progressive metal di scuola Portnoyana; ciò nonostante, le coordinate stilistiche del combo nostrano sono diventate molto, ma molto più raffinate, andando a pescare ora in atmosfere più cupe (
Evergrey), ora in un sound più solare e melodico, come nella splendida
"Save Another Day", uno dei pezzi più belli del lotto a parere di chi scrive, ora in un metal più muscoloso e possente, come in
"Promises you Made", o nella rocciosa
"Hypocrisy", in cui la voce del sempre stupefacente Titta ricorda da vicino quella di Russell Allen dei Synphony X.
Traccia dopo traccia, ascolto dopo ascolto, è un vero piacere notare come il lavoro in fase di arrangiamento sia decisamente sopra la media: i pezzi sono cesellati con un'attenzione ed una cura quasi maniacali, rendendo moltissimo in fase di longevità, e sorprendendo più di una volta l'ascoltatore, complice sicuramente una perizia tecnica agli strumenti di altissimo livello.
Qualche parola ancora, cari lettori, la voglio spendere per la conclusiva
"Never say Goodbye", il pezzo che non mi aspettavo in un disco di prog-metal come questo: il brano conclusivo è una struggente ballad, che parte in punta di pianoforte, e nella quale l'ombra di Freddie Mercury è palese e fa quasi venire i brividi: una canzone semplicemente stupenda, in cui Titta tira fuori il meglio dall'enorme range interpretativo della sua voce, ed in cui la band riesce a dimostrare, dopo un'ora quasi di mazzate power/prog, di sapere pennellare dolcissimi colori sulla tavolozza delle emozioni... Un brano davvero struggente e che da solo fa lievitare il giudizio su un disco che, tirando le somme, è un lavoro a dir poco bello, potente, prodotto e suonato stupendamente, seppur "colpevole" di alcuni momenti altalenanti, in cui certi brani semplicemente soffrono la vicinanza di pezzi più riusciti e convincenti in fase di costruzione e coinvolgimento dell'ascoltatore.
Una band come gli
Astra avrebbe tutto il diritto di stare tra i nomi "che contano", nella scena prog metal internazionale. Adesso, la scommessa sarà lanciare un prodotto convincente come questo splendido "From Within" sul mercato, cercando di ampliare il più possibile il tiro. Per quanto ci riguarda, non ci resta che acquistare questo splendido album, che ha tutte le carte in regola per fare qualche chilometro sulle impervie strade del metal di casa nostra. Complimenti.