Copertina 7

Info

Demo
Anno di uscita:2008
Durata:35 min.

Tracklist

  1. VIRGO INFECTA
  2. HELEN
  3. NARCISO
  4. CUM SOMNIA VERA
  5. REASON'S DEMISE
  6. LAST MAN STANDING
  7. HER UMBERABLE BEAUTY

Line up

  • Matteo Galbusera: vocals
  • Alessandro Spitale: guitars
  • Dameth: guitars
  • Davide Borin: bass
  • Michele Redaelli: drums

Voto medio utenti

Ho accolto con estremo piacere questa quarta opera dei lecchesi Artefix Fraudis, non solo perché apprezzo la loro musica sincera ma anche per la capacità di essersi staccati dai canoni di un genere che vede sempre e comunque tutto grigio scuro. C'è anche del colore sull'artwork di "The Scarlet Womb", rosso appunto, ma anche rosa e bianco, segno di speranza che non fa piombare gli Artefix Fraudis in quel vortice di nichilismo e autocommiserazione che ha spesso minato la credibilità di questo genere.
Mi è molto piaciuta anche la facilità con cui la band è riuscita a unificare death e doom metal, due facce della stessa medaglia costruita proponendo da un lato una melodica malinconia e dall'altro sprazzi di ferale aggressività. La bilancia pende nettamente verso la prima direzione, ma echi dei Dark Tranquillity e del death svedese in generale sono sempre ben presenti, nell'importanza rivestita dalle chitarre sia durante le lunghe divagazioni che nelle continue sovrapposizioni e rincorse. Mi sono venuti in mente in più occasioni gli Insomnium delle origini, non tanto per la loro (altalenante) qualità ma quanto per le intenzioni a livello concettuale. Per l'atmosfera oscura e opprimente che si respira a più riprese, alternata a quei momenti acustici così piacevoli che si intromettono nelle composizioni, spesso in maniera imprevedibile.
Dove è l'introspettività a prendere il sopravvento si avverte l'importanza che per gli Artefix Fraudis ha avuto il movimento doom/gothic inglese degli anni Novanta. Stiamo parlando ovviamente di Paradise Lost, Anathema, My Dying Bride... gente che ha forgiato un'intera generazione a base di romanticismo, emotività e anche tanta tanta inquietudine. In "The Scarlet Womb" sono presenti tutte queste caratteristiche, in un sound che pur mostrando tutta la propria derivatività non smette mai per un secondo di tenere viva l'attenzione dell'ascoltatore. Meno riuscita sicuramente la produzione, che riesce a esaltare solamente l'ottima prestazione vocale di Matteo, affossando allo stesso tempo gli altri strumenti con suoni troppo bassi e vuoti, privi di mordente. Peccato, perché soprattutto il lavoro della coppia d'asce avrebbe giovato sicuramente di una maggiore potenza e incisività. Ma tant'è... dopo una decina di anni di attività e una serie di lavori più che dignitosi la band è ancora alla ricerca di qualcuno che sia disposto a credere in loro. E dategliela una possibilità!
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.