Ci sono giorni in cui l'apatia ti attanaglia, in cui lo spleen esistenziale si appropria della tua mente e ti svuota da qualsiasi pulsioni vitale. Giorni in cui ti chiedi il senso della vita, e ti interroghi sul senso di questa continua sofferenza, e nei quali non aneli altro che il sole cali affinchè Morfeo faccia tacere i tuoi pensieri. Giorni in cui la vita diviene mera sopravvivenza, in cui il domani non è contemplato perchè forse nemmeno lo vedrai, in cui l'unica cosa che cerchi per sentirti diperatamente aggrappato alla vita è di attaccarti al collo di una bottiglia. Perchè la nostra esistenza è divisa tra "euforia e disperazione", e questo i
Longing For Dawn l'hanno capito benissimo e sono riusciti a trascriverlo in musica: accordi dilatati e lenti che esprimono la lacerazione dell'anima, incapace di reagire a tanto dolore, con il growl disperato di Stefan Laroche che urla tutto il suo tormento fin dal profondo, accomagnato da malinconici intermezzi acustici e divagazioni dal vago sapore drone. Un viaggio che vi porterà ad esplorare il vostro lato più oscuro, e che forse farà uscire tutto il dolore che vi attanaglia, o che forse lo acuirà. Un disco che potrebbe rivelarsi catartico, o che vi getterà nel più totale sconforto, in una sorta di mimesi della morte. Di certo l'album adatto mentre aspettiamo che l'alba della nostra esistenza arrivi e riporti un po' di luce nelle tenebre.
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