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Criminal incuranti delle crisi mondiali, e di tutto lo schifo in cui è costretto ad annaspare il piante terra vanno avanti come un treno in piena corsa. Il loro Thrash/Death Metal non è mai stato fondamentale per le sorti del Metal, però si è sempre fatto apprezzare per la sua spontaneità, cosa che anche in questo nuovo e sesto disco intitolato
White Hell riesce a trapelare. Il Cile non è mai stato un paese che ha dato chissà quale formazione immortale, però i Criminal nel corso degli anni sono riusciti a ritagliarsi uno spazio nel cuore dei metallari che merita rispetto, e questo nuovo album non ve ne farà pentire. Basato su un riffing robusto e compatto, che non disdegna accelerazioni e mid tempos schiaccianti, riesce in brani come Incubus, Black Light oppure nell'opener 21st Century Paranoia a centrare il bersaglio e non fare prigionieri. Il segno e il peso di band come gli Slayer è praticamente sempre presente, aleggia come un'ombra, per poi esplodere in The Infidel, veramente un pezzo efficace e tagliente. I rimandi all' Europea sono ogni tanto evidenti, soprattutto per quanto riguarda la scuola del Nord Europa, ma ad onor del vero i Criminal hanno ormai un suono "globale", viste le loro innumerevoli influenze artistiche. Qualche volta si cede il fianco con canzoni che hanno il sapore di puri e semplici riempitivi, e il pericolo di indebolire un disco come White Hell è scongiurato solo dal fatto che sono presenti altri brani di buon livello, ciò non toglie che una durata complessiva più concentrata non sarebbe stata male.
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