Copertina 6

Info

Anno di uscita:2003
Durata:58 min.
Etichetta:Lion
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. OPEN THE GATE
  2. VICTIM OF FREEDOM
  3. BLIND FAITH
  4. CHAINED TO MY PAIN
  5. BRIDGE TO THE PAST
  6. SAFELY THROUGH THE FIGHT
  7. BEYOND THE HORIZON - GUITAR CONCERTO NO 1
  8. LEAD ME ON MY WAY

Line up

  • Lance King: vocals
  • Lars Eric Mattsson: guitars
  • Eddie Sledgehammer: drums

Voto medio utenti

Heavy rock di alta fattura è quanto ci propone il super virtuoso della sei corde Lars Eric Mattsson, il quale prosegue la propria carriera da solista giunta oggi alla pubblicazione di questo Power Games.
8 tracce in cui l'abilità chitarristica dello svedese si mostra in tutti i suoi aspetti, da quello esecutivo (ineccepibile) a quello compositivo, quest ultimo niente di sconvolgente, anzi pure un po' monotono, ma comunque gradevole e apprezzabile. Fin dalla iniziale "Open The Gate" ci si trova davanti ad un musicista di tutto rispetto, nel quale la tecnica e la padronanza del proprio strumento sembra non avere confini, senza per questo limitarsi al solo uso virtuosistico della sei corde. Subito grande spazio viene riservato alla melodia e al feeling compositivo al quale partecipano tutti i musicisti che accompagnano Mattsson nella sua personale avventura.
Tra passaggi hard rock e aperture prog vengono proposte accelerazioni a tratti power caratterizzate da uno spiccato senso melodico, rimarcato dalla azzeccata voce del singer Lance King, dalla timbrica calda e allo stesso tempo graffiante al punto giusto.
La durata media dei singoli brani è abbastanza elevata, fino a toccare la punta massima di 17 minuti con il Guitar Concerto rappresentatati dalla traccia numero 07, episodio singolare il quale non mancherà di interessare i più accaniti fan della chitarra elettrica.
Per il resto, le canzoni vere e proprie non mancano di soddisfare l'ascoltatore per buon gusto e perizia di esecuzione, ma sinceramente non molto aggiungono alla fitta scena popolata da guitar heroes, più o meno degni di attenzione, che già molto hanno detto in questo campo.
Per fortuna il nome di Malmsteen almeno in questo disco non sembra emergere in maniera preponderante, e lo stile di Mattsson assume una propria personale connotazione, anche se ciò poco aggiunge di valore ad un disco sostanzialmente nella norma.
Solitamente ritengo che i dischi di chitarristi, strumentali e non, debbano avere una marcia in più per poter arrivare ad attirare l'attenzione dei non soli appassionati dello strumento e addetti ai lavori, anche se in pochi riescono solitamente a centrare tale obiettivo. Se non siete tra le categorie appena citate, Power Games di Mattsson non è il disco che fa per voi.
Recensione a cura di Marco 'Mark' Negonda

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