Power trio privo di bassista fisso, i pisani
The Bugz pubblicano un buon album garage-rock dai forti profumi anni 60/70.
Rock’n’roll, blues ed influenze psychobilly, musica da pubs britannici o da raduno di bikers. Grande energia e dinamismo, chitarre torride, ritmiche sudate e dirette che in parte delle canzoni si avvalgono del basso di A. Inserilo, co-produttore del lavoro. Vaghi cenni di sottile stoner-psichedelia che piacerebbero a Josh Homme o agli Eagles of Death Metal (“Oblivion, Screaming wolf”), qualcosa tra Rolling Stones e primissimi Ac/Dc (“Something is wrong little Mario”), vocals ed impatto sornione alla Brian Setzer (“Lord of garbage, Crist on”) ed ancora ruvidi omaggi al blues alcoolico (“The Bugz blues”).
Materiale che evidenzia l’interpretazione personale del gruppo, probabilmente maturata sul palco dove questo tipo di proposta raggiunge i suoi massimi effetti. Forse si potrebbe ancora aggiungere un pizzico di esplosività punkeggiante, per dare un taglio più aggressivo e viscerale all’insieme dei brani.
Comunque la prova è valida, lontana anni luce da qualsiasi tendenza modernista. Disco dedicato ai cultori del rock pionieristico, basilare e fondamentale, partendo da Presley, R.Stones, Kinks, Blues Explosion, per arrivare a G.Thorogood, Stray Cats, Adam West, QotSA e quant’altro.
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